mercoledì 5 marzo 2014

Il suggello dell’amore: il bacio




Uomini e donne oggi hanno una grande nostalgia sepolta, quella per l’amore, che trova il suo momento più esaltante nel bacio.
A tal proposito consiglio a chi volesse approfondire quest’aspetto a consultare in rete il mio libro “storia del bacio dalla preistoria ai nostri posteri”.
Con una sofferta distanza, la gente ha paura del contatto; l’anonimato ti offre una pseudo protezione, ti concede spavalderia per mascherare angoscia e paura. Insomma è un amore disastrato. Non è una rivoluzione bensì una regressione. La letteratura oggi ha un grande compito: restituire agli uomini i suoi tempi naturali. E restituirglieli con verità.
Più buono del vino è quello che apre il Cantico dei Cantici. La dea Venere nelle Metamorfosi di Apuleio, ne assicura sette in premio a chi catturerà la fuggitiva Psiche. Tremante è quello tra Paolo e Francesca; ferale per Romeo e Giulietta; ardente e febbrile l’unico strappato da Werther a Carlotta. E in più, dulcis in fundo uno speciale inequivocabile alla francese Catullo invece, insaziabile, ne invoca dalla sua amata e infedele Lesbia “Altri mille e poi cento e altre mille e ancora cento“, e cosi via all’infinito.
Stiamo parlando come è ovvio del bacio, il gesto più semplice e più complesso che un essere umano, unico tra le specie animali, è capace di compiere, celebrato come apoteosi in poesie e romanzi, quadri e sculture, dall’antichità fino alla grande stagione del romanticismo, immortalato come icona pop del Novecento, tra splendori hollywoodiani e refrain di canzoni, ridotto a merce di consumo nella società di massa, in ogni caso da sempre, nell’immaginario collettivo, emblema dell’amour-passion.
Poco importa che per la scienza, sia solo una questione di scambio di germi (milioni) e di ormoni (ossitocina, testosterone, endorfine), e che sia residuo di un’ancestrale forma di svezzamento (la madre che nella preistoria dopo aver masticato il cibo lo passava direttamente dalla propria bocca a quella del piccolo, attraverso piccoli movimenti della lingua).
I neurobiologi hanno di recente, con ricerche approfondite, ridimensionato il ruolo della passione e del sentimento ed affermano perentoriamente che la funzione del bacio sia prevalentemente quella di selezionare il partner con finalità squisitamente riproduttive. Il bacio rappresenta una sorta di panacea, sia quello più superficiale ed affettuoso, sia quello più approfondito, pregno di erotismo e sensualità.
A seconda dei casi si liberano neurotrasmettitori chimici dall’ossitocina che produce fiducia alle endorfine, che stimolano l’allegria ed allontanano la tristezza, mentre tende a scendere il livello del cortisolo, fattore di stress che aumenta nelle situazioni di ansia e pericolo.
Quando il bacio è appassionato, si scatenano numerose variazioni fisiologiche: dalla dilatazione dei vasi sanguigni, che producono rossore delle guance ed un maggiore afflusso di sangue al cervello, mentre il cuore comincia a pulsare più intensamente e le pupille si dilatano. Inoltre aumenta la produzione di dopamina, che induce desiderio, esaltazione, euforia.
Attraverso il bacio uomo e donna si scambiano una serie di germi (circa 300) e relative informazioni di istocompatibilità genetica, oltre a degli odori subliminali, sul tipo dei ferormoni, molto diffusi nei mammiferi, che inducono una coppia a riprodursi.
Fino a pochi anni fa, il bacio era presente nel 90% della culture esistenti al mondo, ma oggi grazie alla globalizzazione mediatica, la percentuale è aumentata grazie ad icone grandiose come Clark Gable e Vivien Leigh in “Via col vento” ed il bacio alla francese praticato anche dai bonobo, i nostri cugini primati, che rimangono bocca a bocca fino a 12 minuti, un primato da Guinness.
Più lungo è il bacio e più intensamente il testosterone, attraverso la saliva, eccita la donna. Arte e letteratura hanno glorificato per secoli quest’arte sottile ed oggi la scienza vuole ridurre tutto ad un gioco di germi e di ormoni.
Sarà vero, ma nonostante tutto continueremo imperterriti a baciarci.
Mito e letteratura infatti raccontano tutta un’altra storia, dove il bacio non è mai “solo un bacio” come recitava innocentemente la canzone “As time goes by” nel film “Casablanca”: metafora e metonimia allo stesso tempo, segno e interpretazione, il bacio unisce e separa trova in se stesso la sua ragion d’essere eppure rimanda inevitabilmente ad altro, nasconde e rivela.
E forse anche per questo che è sempre stato così caro a poeti e narratori come conferma adesso anche l’uscita in perfetto tempismo di San Valentino, di un’antologia di racconti sul tema pubblicata da Einaudi: “In un bacio saprai tutto. Racconti di passione”.
Il titolo rimanda al celebre verso di Pablo Neruda: “In un bacio saprai tutto ciò che hai taciuto”, a sottolineare il potere epifanico e allusivo che spesso il bacio ha nell’economia di questi diciotto racconti, e più in generale nella dinamica delle relazioni umane. E quel che accade ad esempio al protagonista del bellissimo racconto di John Cheever “Il marito di campagna”, che narra una storia di quasi adulterio attraverso la quale la vita si rivela tra lampi di seduzione, segni di evasione, ferite e ricomposizioni, in tutta la sua inafferrabile complessità. O al giovane marinaio di Karen Blixen (Il racconto del mozzo) che in un bacio nato come una sfida spavalda, trova il coraggio di cambiare la sua vita. O al marito ritratto da Katerine Mansfield, in quella sorprendente riscrittura dei Morti di Joyce, che è il suo racconto “Lo sconosciuto” dove l’uomo nel bacio atteso ardentemente dalla moglie da un viaggio in nave avverte un improvvisa inattesa distanza che spalanca un baratro tra i due, occupato dall’ombra di un terzo. O ancora nel racconto di Francis Scott Fiztgerald “La cosa sensata” dove un ultimo bacio, suggella la fine di un amore. Ma a volte il bacio può avere all’inverso anche il potere di occultare la verità: ne sa qualcosa il capitano del celebre racconto di Checov “Un bacio” che ne riceve uno anonimo e per errore, durante una festa, dal quale costruisce nella sua fantasia un intero castello di sentimenti e supposizioni, per poi vederselo crollare miseramente di fronte alla realtà. O alla “Donna rispettabile” dell’omonimo racconto di Kate Chopi, che con un lungo tenero bacio al marito, nasconde l’improvvisa passione provata e repressa nei confronti del suo migliore amico, appena conosciuto. E ancora in questa raccolta, da Mario Vargas Liosa a Virginia Woolf, da D’Annunzio a Hemingway, da Ugo Foscolo a O. Henry, da Maupassant a Marinetti, da Cortazàr a Schnitzler, da Nicolò Tommaso a Igino Ugo Tarchetti, è un eterogeneo campionato di baci, appassionati e cinici, rubati e sensuali, promessi e immaginati, surreali e futuristi, che si dispiega a raccontarci la forza misteriosa di un simbolo e in quell’ “Aderire immobile, smarrito e lungo” di due bocche accostate, “La più perfetta sensazione che sia data dagli umani”.
E concludiamo con alcune frasi famose:
«Eppure il bacio è solo una prefazione ma più incantevole e deliziosa dell’opera» Maupassant.
«E c’è una sola saliva e un solo sapore di frutta matura. Io ti sento tremare stretta a me come la luna nell’acqua» Cortazar.

Magritte: Gli amanti

1 commento:

  1. Voglio ricordare anche Cary Grand e Ingrid Bergman in "Notorius", il bacio più lungo nella storia del cinema, dicono.
    Cristiana

    RispondiElimina