fig.1 - Villa della Ragione ad Ischia |
Fino a quando la mia prole era in tenera età i viaggi con la mia consorte erano limitati alla settimana di ferragosto, quando lasciavamo i pargoletti nella nostra villa di Ischia (fig.1) sotto la custodia dei nonni e delle mie 5 zie, io mettevo un sostituto nel mio studio, una miniera d'oro che non chiudeva mai e ci recavamo a Saint Tropez, la località preferita da Elvira, perché oltre a spiagge caraibiche, era dotata di alberghi extra lusso e ristoranti frequentati da vip.
Raggiungevamo la costa azzurra a bordo della mia Jaguar, facendo una sosta a Portofino, dove una volta ci recammo a cenare al Pitosforo, il ristorante prediletto dai proprietari dei giganteschi yatchs ancorati nel porto. quella sera non avevamo appetito, per cui ci limitammo ad un parco antipasto, ad un primo, a 2 boccali di vino della casa ed alla frutta. Chiesi il conto ed a dimostrazione che l'evasione fiscale è praticata pervicacemente in ogni tempo ed in ogni luogo, il cameriere candidamente mi presentò un foglietto ove era scritto soltanto 250.000 lire. Protestai vivacemente e chiesi una specifica di prezzo per ogni portata consumata. Pochi minuti ed il dipendente ritornò con un nuovo biglietto su cui era indicata unicamente una cifra:150.000 lire. Mi alzai, presi una banconota da 100.000 lire e la consegnai al giovanotto, assieme a 10.000 lire per la mancia, affermando:"Riferisci al proprietario che quanto ti ho dato basta ed avanza e digli anche che ha avuto l'onore di ospitare un funzionario del fisco!".
Una volta durante il tragitto sostammo a Montecarlo per fare una capatina al celebre casinò, dove nel parcheggio feci una figuraccia con la mia Jaguar da 70 milioni al cospetto di tante Rolls Royce con autisti che sfoggiavano livree patinate più eleganti del mio modesto smoking.
Il primo viaggio con tutti i membri della famiglia della Ragione al completo è stato quello a Mosca e Leningrado, avvenuto nel 1989, poco prima della caduta del muro di Berlino e del quale non possiedo documentazione fotografica, ma solo ricordi significativi.
Si trattava di un viaggio organizzato con partenza da Rimini, in quegli anni roccaforte rossa. I partecipanti, circa 100, quasi tutti alla ricerca della terra promessa, erano culturalmente poco dotati; vi erano solo 4 laureati, oltre me e mia moglie, una psicanalista di Roma ed un docente di filosofia di Milano.
Giunti a Mosca, nella famigerata piazza rossa, fummo sorpresi che vi era un fiume in piena di turisti provenienti da tutto il mondo e nonostante fosse agosto io ero l'unico in calzoncini corti, circostanza che mi impedì di visionare la carogna imbalsamata di Lenin, che richiedeva solenne rispetto. In compenso potemmo assistere a memorabili spettacoli al circo e nel tempio della musica lirica.
Si respirava già nell'aria una ventata di libertà e di corruzione di marca occidentale e la dimostrazione più lampante era costituita dalla miriade di fanciulle appetibili che, in albergo o per strada, mi offrivano sfacciatamente di usufruire delle loro forme appetibili, nonostante fossi scortato costantemente da moglie e figli. Un altro esempio era costituito dagli autisti dei taxi che, se pagati in valuta pregiata: la lira e non la loro moneta, praticavano cospicui sconti, perché potevano fare acquisti nei negozi per stranieri, comperando articoli non reperibili altrove.
Un altro dettaglio non trascurabile era costituito dai pranzi vomitevoli che venivano offerti nel nostro albergo extra lusso, senza possibilità di un menù diverso, al punto che dovemmo approvvigionarci, corrompendo le cameriere che servivano la colazione, di un cospicuo quantitativo di marmellata con il quale ci sfamammo per una settimana.
Ultimo episodio degno di essere rammentato fu la visita all'Ermitage, quando ci spaventammo alla vista di una fila chilometrica, ma non si trattava fortunatamente di appassionati d'arte, ansiosi di visitare uno dei musei più famosi del mondo, bensì di una folla plebea desiderosa di poter gustare la Coca Cola, un vessillo americano, che da pochi giorni era in vendita anche nella patria del comunismo.
L'Orient Express è stato un treno leggendario che, dal 1883 al 1979, ha collegato Londra e Parigi ad Istanbul, passando per Vienna ed Atene, ma l'Orient Express di cui parleremo ora era uno sfarzoso transatlantico sul quale, nel 1989, mi imbarcai da Venezia con un'allegra combriccola di amici per compiere un'indimenticabile crociera di 15 giorni, tra andata e ritorno, con soste per visitare Atene, Olimpia, Efeso, Costantinopoli ed alcune isole belle quanto famose.
Il nostro gruppo comprendeva 14 membri: io ed Elvira con Tiziana, la famiglia Russo al completo, la dinastia dei Letticino senza Anteo, Duccio e Lia ed Elio e Amina (fig.2–3).
Sul piroscafo vigevano le severe regole rese famose dal film Titanic: coloro che occupavano suite e camere di lusso potevano scendere verso il basso, mentre chi occupava le camere inferiori non poteva fare altrettanto. Sulla vetta vi erano 5 suite extra lusso, che potevano usufruire di una splendida piscina, in due di queste alloggiavamo io ed Elvira ed Angelo e consorte (fig.4). Al momento della prenotazione non ve ne erano altre libere, per cui Tiziana con Serena e Francesca dovettero arrangiarsi in una 1° superiore. Poi, scendendo verso il basso, alloggiavano Rino e Gabriella con Maria Adele, Duccio e Lia ed infine Elio ed Amina sotto il livello del mare, circostanza che permetteva loro in compenso, attraverso l'oblò, di contemplare i pesci.
Per incontrarci scendevamo verso il basso e mangiavamo in ristoranti meno a la page, pur di stare con i nostri amici. Si assisteva poi a spettacoli musicali e si poteva ballare fino a notte fonda (fig.5).
Il problema non si poneva quando si scendeva a terra: ad Atene per la visita del Partenone (fig.6), ad Olimpia, patria delle Olimpiadi, ad Efeso(fig.7-8), un gioiello incomparabile di archeologia, ad Istanbul, dove alternavamo la visita delle moschee più famose con passeggiate nei rumorosi mercati di tappeti orientali.
Durante la navigazione bagni a volontà, di sole, come nel caso di questi due palestrati (fig.9) o nelle numerose piscine di acqua dolce o salat (fig.10). Durante il viaggio Lia si stancò di divertirsi e da Costantinopoli tornarono a casa in aereo, motivo per cui i Tarallo non figurano nelle foto scattate al ritorno a Venezia (fig.11).
Di questi compagni di baldoria la metà li ho persi nel tempo: Angelo, un fratello più che un amico, perché chiamato dall'alto dei cieli ed al quale dedicai un ricordo commosso recitando alcune sue poesie al suo affollatissimo funerale e scrivendo un coccodrillo (fig.12) sul giornale dell'ordine dei medici. Elio ed Amina (fig.13) viceversa per motivi imperscrutabili e con mio grande sconforto: il primo dal 1994, quando l'ultima volta che ho sentito la sua voce per telefono, fu quando tornai a casa dopo l'infarto:"Achille bisogna avere coraggio, molto coraggio". Amina invece ha continuato a frequentare assiduamente il salotto culturale di mia moglie e le mie visite guidate, fino al 2008, per poi scomparire nel nulla, in coincidenza delle mie disavventure giudiziarie.
Un altro viaggio meno importante è quello che facemmo nell'agosto del 1991 nel villaggio Valtur di Agadir in compagnia dei nostri figli, di Giovanna, (fig.14) Nicola e Barbara e di Angelo Russo (fig.15) e consorte. ricordo questa duplice settimana divertente ai miei lettori, tra mare, piscine ed escursioni nel deserto per la gioia di Souphiane, il mio genero, oggi belga, ma per decenni marocchino di origine e di religione, al quale voglio tanto bene, almeno fino a quando ne vorrà altrettanto, se non di più, a mia figlia Marina. L'escursione più importante fu quella a Marrakech, mentre per me fu emozionante cavalcare cammelli di cospicue dimensioni.
Un viaggio affascinante fu quello al villaggio Valtur delle Mauritius nell'oceano indiano, un vero e proprio paradiso terrestre, dove ebbi modo di passare 15 giorni fantastici, incluso Natale, Capodanno (1992) ed Epifania, ma soprattutto di fare amicizia con Tonino Cirino Pomicino, all'epoca nel pieno del suo entusiasmo per la vita ed il divertimento a tutte le ore del giorno.
Mentre stavamo sull'aereo lui venne vicino a dove sedevo con Elvira, si presentò e chiese se volevamo conoscerci; io acconsentii con piacere e da allora sono quasi 30 anni che siamo amici per la pelle. Grazie a lui ebbi modo di conoscere anche il figlio del ministro Gava (fig.16), un simpatico chiattone, a cui i camerieri, scambiandolo per me, che all'epoca pesavo 114 chili (a differenza degli 88 di ora), mettevano sul conto le bevande extra che i miei figli consumavano la sera al bar.
Sono tanti i momenti esilaranti che abbiamo trascorso assieme, ma due non posso non raccontarli ai miei affezionati lettori, dopo aver ricordato le attività sportive praticate durante il giorno (fig.17-18), che alternavamo a sonore abbuffate pomeridiane e serali, consumate rigorosamente in abiti adeguati (fig.19).
Un'altra giornata esaltante fu quando fittai un elicottero e con la mia famiglia ammirai per ore l'isola che ci ospitava dall'alto dei cieli.
Vi era una bonazza che da mattina a sera amava sculettare in spiaggia, mettendo armoniosamente in evidenza il suo lato B, che reputava fosse il più appetibile in circolazione. La sfidai ad un giudizio pubblico, affermando di possedere anche io un deretano desiderabile e se fossi stato un gay e non uno sciupafemmine indefesso, sarei stato molto ricercato. La foto immortala il momento culminante della sfida (fig.20), il cui esito lascio alla fantasia dei lettori.
La seconda gara fu una sfida tra grandi città italiane e la nostra squadra era capitanata da Tonino Pomicino, il quale si esibì in una serie di imitazioni esilaranti, ma la vittoria alla nostra compagine fu assicurata dal sottoscritto, grazie ad un'appassionata recitazione della Livella di Totò, che allora ed ancora oggi conosco a memoria, la quale fu salutata da un applauso del pubblico e della giuria durato vari minuti.
Passiamo ora a ricordi più seri, parlando dell'amicizia che intrecciai con Umberto Scapagnini, ex sindaco di Catania e medico personale di Berlusconi, al quale in seguito ho dedicato un capitolo nel I tomo della mia collana Quei napoletani da ricordare, consultabile digitando il link
http://www.guidecampania.com/dellaragione/articolo93/articolo.htm
Eravamo in compagnia delle nostre famiglie e con noi vi era costantemente, anche con moglie e due figli, un trascinatore formidabile verso il divertimento che esordiva sempre con “Viva le belle donne”: Tonino Cirino Pomicino (fig.21), fratello di Paolo, allora ministro del bilancio.
Abbiamo parlato di famiglie: già allora Umberto, irresistibile tombeur de femme, stava con una seconda moglie e con due figli avuti da un precedente matrimonio; un maschio, irresistibilmente attratto da mia figlia Tiziana, ed una femmina.
La nuova moglie, bellissima e soprattutto elegantissima emula di Imelda Marcos, aveva portato con sé, oltre ad un’infinità di foulardes e bikini, che sfoggiava con impettita classe, ben 50 paia di scarpe con tacchi stratosferici, che adoperava, cambiandone tre al giorno, in qualunque occasione, unica eccezione in spiaggia.
Le nostre discussioni partivano dalla medicina per sfociare inevitabilmente sulle donne e sul sesso.
Avevamo tanto da raccontarci ed, in epoca pre-viagra, lui riteneva di aver scoperto potenti afrodisiaci dalla formula segreta, che in futuro, divenuto il medico del Cavaliere, avrà consigliato all’instancabile “satiro”, a smentire la voce che le sue performances erotiche siano frutto di quotidiane punture in loco (nei corpi cavernosi) di una dose di Caverjet, in grado di tenere alzato costantemente il vessillo per 3 e più ore.
Il nostro gruppo comprendeva 14 membri: io ed Elvira con Tiziana, la famiglia Russo al completo, la dinastia dei Letticino senza Anteo, Duccio e Lia ed Elio e Amina (fig.2–3).
Sul piroscafo vigevano le severe regole rese famose dal film Titanic: coloro che occupavano suite e camere di lusso potevano scendere verso il basso, mentre chi occupava le camere inferiori non poteva fare altrettanto. Sulla vetta vi erano 5 suite extra lusso, che potevano usufruire di una splendida piscina, in due di queste alloggiavamo io ed Elvira ed Angelo e consorte (fig.4). Al momento della prenotazione non ve ne erano altre libere, per cui Tiziana con Serena e Francesca dovettero arrangiarsi in una 1° superiore. Poi, scendendo verso il basso, alloggiavano Rino e Gabriella con Maria Adele, Duccio e Lia ed infine Elio ed Amina sotto il livello del mare, circostanza che permetteva loro in compenso, attraverso l'oblò, di contemplare i pesci.
Per incontrarci scendevamo verso il basso e mangiavamo in ristoranti meno a la page, pur di stare con i nostri amici. Si assisteva poi a spettacoli musicali e si poteva ballare fino a notte fonda (fig.5).
Il problema non si poneva quando si scendeva a terra: ad Atene per la visita del Partenone (fig.6), ad Olimpia, patria delle Olimpiadi, ad Efeso(fig.7-8), un gioiello incomparabile di archeologia, ad Istanbul, dove alternavamo la visita delle moschee più famose con passeggiate nei rumorosi mercati di tappeti orientali.
Durante la navigazione bagni a volontà, di sole, come nel caso di questi due palestrati (fig.9) o nelle numerose piscine di acqua dolce o salat (fig.10). Durante il viaggio Lia si stancò di divertirsi e da Costantinopoli tornarono a casa in aereo, motivo per cui i Tarallo non figurano nelle foto scattate al ritorno a Venezia (fig.11).
Di questi compagni di baldoria la metà li ho persi nel tempo: Angelo, un fratello più che un amico, perché chiamato dall'alto dei cieli ed al quale dedicai un ricordo commosso recitando alcune sue poesie al suo affollatissimo funerale e scrivendo un coccodrillo (fig.12) sul giornale dell'ordine dei medici. Elio ed Amina (fig.13) viceversa per motivi imperscrutabili e con mio grande sconforto: il primo dal 1994, quando l'ultima volta che ho sentito la sua voce per telefono, fu quando tornai a casa dopo l'infarto:"Achille bisogna avere coraggio, molto coraggio". Amina invece ha continuato a frequentare assiduamente il salotto culturale di mia moglie e le mie visite guidate, fino al 2008, per poi scomparire nel nulla, in coincidenza delle mie disavventure giudiziarie.
fig.8 - Elvira tra i templi di Efeso |
fig.9 - Due palestrati al sole |
fig.10 - Elvira nella piscina dei plebei |
fig.11 - Le 4 fanciulle con il più vecchio |
fig.12 - Coccodrillo per Angelo Russo |
fig.13 - Achille con Elio ed Amina |
Un altro viaggio meno importante è quello che facemmo nell'agosto del 1991 nel villaggio Valtur di Agadir in compagnia dei nostri figli, di Giovanna, (fig.14) Nicola e Barbara e di Angelo Russo (fig.15) e consorte. ricordo questa duplice settimana divertente ai miei lettori, tra mare, piscine ed escursioni nel deserto per la gioia di Souphiane, il mio genero, oggi belga, ma per decenni marocchino di origine e di religione, al quale voglio tanto bene, almeno fino a quando ne vorrà altrettanto, se non di più, a mia figlia Marina. L'escursione più importante fu quella a Marrakech, mentre per me fu emozionante cavalcare cammelli di cospicue dimensioni.
Un viaggio affascinante fu quello al villaggio Valtur delle Mauritius nell'oceano indiano, un vero e proprio paradiso terrestre, dove ebbi modo di passare 15 giorni fantastici, incluso Natale, Capodanno (1992) ed Epifania, ma soprattutto di fare amicizia con Tonino Cirino Pomicino, all'epoca nel pieno del suo entusiasmo per la vita ed il divertimento a tutte le ore del giorno.
Mentre stavamo sull'aereo lui venne vicino a dove sedevo con Elvira, si presentò e chiese se volevamo conoscerci; io acconsentii con piacere e da allora sono quasi 30 anni che siamo amici per la pelle. Grazie a lui ebbi modo di conoscere anche il figlio del ministro Gava (fig.16), un simpatico chiattone, a cui i camerieri, scambiandolo per me, che all'epoca pesavo 114 chili (a differenza degli 88 di ora), mettevano sul conto le bevande extra che i miei figli consumavano la sera al bar.
Sono tanti i momenti esilaranti che abbiamo trascorso assieme, ma due non posso non raccontarli ai miei affezionati lettori, dopo aver ricordato le attività sportive praticate durante il giorno (fig.17-18), che alternavamo a sonore abbuffate pomeridiane e serali, consumate rigorosamente in abiti adeguati (fig.19).
Un'altra giornata esaltante fu quando fittai un elicottero e con la mia famiglia ammirai per ore l'isola che ci ospitava dall'alto dei cieli.
Vi era una bonazza che da mattina a sera amava sculettare in spiaggia, mettendo armoniosamente in evidenza il suo lato B, che reputava fosse il più appetibile in circolazione. La sfidai ad un giudizio pubblico, affermando di possedere anche io un deretano desiderabile e se fossi stato un gay e non uno sciupafemmine indefesso, sarei stato molto ricercato. La foto immortala il momento culminante della sfida (fig.20), il cui esito lascio alla fantasia dei lettori.
La seconda gara fu una sfida tra grandi città italiane e la nostra squadra era capitanata da Tonino Pomicino, il quale si esibì in una serie di imitazioni esilaranti, ma la vittoria alla nostra compagine fu assicurata dal sottoscritto, grazie ad un'appassionata recitazione della Livella di Totò, che allora ed ancora oggi conosco a memoria, la quale fu salutata da un applauso del pubblico e della giuria durato vari minuti.
Passiamo ora a ricordi più seri, parlando dell'amicizia che intrecciai con Umberto Scapagnini, ex sindaco di Catania e medico personale di Berlusconi, al quale in seguito ho dedicato un capitolo nel I tomo della mia collana Quei napoletani da ricordare, consultabile digitando il link
http://www.guidecampania.com/dellaragione/articolo93/articolo.htm
Eravamo in compagnia delle nostre famiglie e con noi vi era costantemente, anche con moglie e due figli, un trascinatore formidabile verso il divertimento che esordiva sempre con “Viva le belle donne”: Tonino Cirino Pomicino (fig.21), fratello di Paolo, allora ministro del bilancio.
Abbiamo parlato di famiglie: già allora Umberto, irresistibile tombeur de femme, stava con una seconda moglie e con due figli avuti da un precedente matrimonio; un maschio, irresistibilmente attratto da mia figlia Tiziana, ed una femmina.
La nuova moglie, bellissima e soprattutto elegantissima emula di Imelda Marcos, aveva portato con sé, oltre ad un’infinità di foulardes e bikini, che sfoggiava con impettita classe, ben 50 paia di scarpe con tacchi stratosferici, che adoperava, cambiandone tre al giorno, in qualunque occasione, unica eccezione in spiaggia.
Le nostre discussioni partivano dalla medicina per sfociare inevitabilmente sulle donne e sul sesso.
Avevamo tanto da raccontarci ed, in epoca pre-viagra, lui riteneva di aver scoperto potenti afrodisiaci dalla formula segreta, che in futuro, divenuto il medico del Cavaliere, avrà consigliato all’instancabile “satiro”, a smentire la voce che le sue performances erotiche siano frutto di quotidiane punture in loco (nei corpi cavernosi) di una dose di Caverjet, in grado di tenere alzato costantemente il vessillo per 3 e più ore.
Achille della Ragione
fig.17 - Achille e Marina pronti a remare |
fig.18 - Elvira prende il sole |
fig.19 - La sera a cena |
fig.20 - Il culo più bello |
fig.21 - I Pomicino sulla spiaggia |
La vivacità di Achille, intesa come capacità di immergersi nelle più diverse realtà traendone spunti di gioiosa voglia di vivere, che manifesta istrionicamente mostrando quanto grande, poliedrica ed efficace sia la sua propensione allo sberleffo, alla battuta intelligente, salace, mai volgare, che sorprende ed affascina il pubblico, come il suo deretano, di dimensioni e forme che avrebbero fatto felice Rubens come modello per le sue tele..
RispondiEliminaGuido Bossa
Carissimo ,ho apprezzato molto il tuo scritto che hai menzionato i ricordi e le grandezze di una vita trascorsa quando godervi del portafoglio pieno, ora fortunatamente si vive con più modestia ,ma pure in questa realtà ci sono tante godurie passate che ancora si assaporano sono i ricordi di gioventù vissuti nella giusta dimensione e semplicità. Anche io come te ho fatto vacanze a Samui, piramidi , isole della sonda, Petra ecc.ma quel viaggio fatto con te da studente nei paesi nordici effettuato con un furgoncino wosvagen attrezzato da noi alla buona fu un surrogato di gioventu e spensieratezza ,pieno di stronzate vissute e allegria , qui ci sarebbe da scrivere libri. Quanti ricordi di gioventù purtroppo passata. Ciao amico mio continuiamo a sognare e a rimembrare , ci ritenbra.
RispondiEliminaLuciano Perullo
In dieci minuti un bel giro intorno al mondo conclusosi con un simpatico streep trase.... Complimenti al culone..... Ahahahah
RispondiEliminaSilvana D'Anna
Sapevo e ne ho la prova che Achille fosse richiesto per il suo davanti, non immaginavo che anche il culo fosse appetibile
RispondiEliminaAdele Porca
Nei tuoi ricordi, Achille, sono felice di essere presente. Grazie per tutti i momenti di gioia condivisa, che non potrò mai eguagliare condividendo un post su Facebook. Grazie per la tua memoria, che è la memoria anche della mia famiglia, a te per sempre legata da grande affetto. Ti pensiamo.
RispondiEliminaSerena Russo
In momenti come questi la lettura di questi articoli fa bene al corpo ed all'anima.
RispondiEliminaGrazie Achille
Elvira Gargiulo
Non mi va di condividere nuovamente sulla mia pagina questo altro tuo post per un libro di tue antiche esperienze turistiche familiari alle quali sono stato estraneo non mi sento di farlo, sembrerei quasi un “lacchè”
RispondiEliminanon sono un fanatico di Facebook, che seguo principalmente in modo informativo per passioni musicali e altro e per mie questioni personali, ma soprattutto per tematiche attenenti alla bioetica.
Risposta dell'autore dell'articolo:
In un primo momento mi sono incazzato, poi ho valutato la tua libertà di scelta, a te piace parlare di tristezza e di morte e ti trovi indifficoltà a propagandare allegria e distrazione;ti capisco e ti compatisco
Achille della Ragione
Che bello, Achille rammentare i tempi nei quali si poteva viaggiare!
RispondiEliminaOrmai è chiaro che stiamo per vivere un nuovo medioevo. Le città, le nostre case e noi stessi ormai siamo fortificati. Le mura fisiche e quelle psicologiche crescono e diventano sempre di più merlate Questa tendenza iniziata nel 2001 si è man mano consolidata ed ora il pericolo invisibile e diffuso ne rende gli effetti concretamente confermati. Tutto ormai è rapido, così penso che altrettanto rapidamente si possa invertire questa rotta.
In ogni caso COMPLIMENTI alla linea ed alla bellezza di Elvira, immutate all'oggi
Patrizia
È una emozione ed un piacere leggere e rivedere foto ed episodi in cui Angelo Russo è presente. Egli per me è stata una guida agli inizi della mia carriera di ginecologo, mi ha consigliato, aiutato, supportato in tanti momenti. È stato il padrino di battesimo di mio figlio, non potrò mai dimenticare la sua umanità. Tanti miei comportamenti professionali ed umani li devo, ancora oggi, a lui. Lo ringrazierò per sempre, anche per avermi presentato te, Achille, contribuendo ad aumentare ed arricchire la mia passione e conoscenza dell'arte. Grazie.
RispondiEliminaGuglielmo Pepe
RispondiEliminaDedicato a Te
RispondiEliminaAngelo di nome e di fatto nel mondo della scienza e della medicina predominavi con la tua umiltà.
Chi ti ricorda è colei a cui salvassi la vita, capisti con i tuoi monitoraggi che qualcosa di orribile mi stava succedendo.
Era il lontano 1986, tornavo dall’Inghilterra con grandi dolori addominali.
Appena dopo poche visite mi operasti di urgenza a “Villa delle Quercie”.
Se non volavi in cielo, personalmente non sarei mai arrivata ad avere un cancro maligno all’endometrio con metastasi alla fossa iliaca. Non ho parole, non ti scorderò mai.
Oggi ho 72 anni ma finchè vivrò dirò sempre grazie Dottor Angelo Russo.
Quando arrivai ad una emorragia incontenibile, senza te ero persa ma il Dottor Achille Della Ragione mi spinse immediatamente ad un intervento, così grazie anche al tuo più vero amico io sono ancora in vita, ma di te Angelo mio non mi dimenticherò mai più.
1986 – 2020 di ricordi, spero fino all’infinito per rivederti.
Loredana Pica
RispondiEliminaComplimenti ricordi bellissimi con tua moglie splendida
Maria Rosaria Canonici D'Acierno
Complimenti sei un riccone
RispondiEliminaGiorgio Vitali