venerdì 2 aprile 2021

Il tempio del sapere: i due policlinici

fig.1 - Facciata del vecchio policlinico


Il primo policlinico di Napoli è localizzato nel centro storico della città, con ingressi dalla piazza Luigi Miraglia e da via Santa Maria di Costantinopoli. Oggi fa parte dell'Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli.
Fu costruito a partire dal 1899 e concluso nel 1907 secondo i progetti degli ingegneri della Società pel risanamento Pierpaolo Quaglia e Guglielmo Melisurgo in un'ampia area del centro storico occupata da ben due monasteri: quello della Sapienza e quello della Croce di Lucca. L'abbattimento di queste strutture provocò allora la forte e sdegnata opposizione di molte figure importanti della cultura napoletana, tra cui Benedetto Croce, il quale si scagliò con fermezza contro la distruzione del grande patrimonio storico costituito dalle strutture monastiche, in particolare nel 1903 si appellò al sindaco Luigi Miraglia dalle colonne della rivista Napoli nobilissima. I lavori comportarono la distruzione dei conventi (nonché due importanti palazzi nobiliari situati in vico Sole: palazzo d'Aponte, che dal 1596 ricadeva nelle proprietà del monastero annesso alla Chiesa di Santa Maria della Sapienza, e palazzo De Curtis) che furono rasi al suolo. Rimase soltanto la Chiesa della Croce di Lucca (fig.2), benché mutilata dell'abside, salvata grazie all'impegno di Croce. Anche la Chiesa di Santa Maria doveva essere distrutta lasciando solo l'ingresso monumentale e anche per questa struttura alla fine fu decisa la conservazione. I progetti, che subirono moltissime modifiche nel tempo, hanno portato in conclusione all'erezione di sei edifici, raggruppati in tre isolati separati tra di loro (fig.3). Fu sede della prima facoltà universitaria di Medicina e chirurgia della Università degli Studi di Napoli "Federico II", che in seguito avrà una seconda sede in località Cappella Cangiani.
In seguito al terremoto in Irpinia del 1980 che interessò anche la città di Napoli, i due edifici meridionali, a ridosso della chiesa della Croce di Lucca, furono demoliti per ragioni di sicurezza, in quanto risultarono molto danneggiati e del tutto irrecuperabili e sono diventati un ampio parcheggio (fig.4). Nel 1972 ha avuto l’altissimo onore di assegnare col massimo dei voti ed il plauso della commissione esaminatrice la laurea al sottoscritto (fig.5).
All'inizio degli anni 2000 l'intera struttura era destinata ad essere abbattuta per essere sostituita da un grande parco archeologico, dal momento che al di sotto di essa sono conservate tracce dell'antica Neapolis, in particolare dell'acropoli, ma successivamente il progetto venne abbandonato.

 

fig.2 - Chiesa della Croce di Lucca

 

fig.3 - Il vecchio policlico visto dall'alto

 

fig.4 - Ampio parcheggio

 

fig.5 - Pergamena d Laurea

 

fig.6 - Ingresso nuovo-policlinico


L'azienda ospedaliera universitaria "Federico II", (nota come secondo policlinico di Napoli per distinguerlo dal primo policlinico di Napoli ubicato nel centro storico della città), è una azienda ospedaliera  dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, con sede nel rione alto.
La costruzione, progettata da Carlo Cocchia e iniziata nei primi anni Sessanta del XX secolo, terminò nel 1972. Nel 1995 diventa "azienda universitaria policlinico", e il 1° gennaio 2004 ha assunto l'attuale nome di "azienda ospedaliera universitaria" in seguito a un protocollo d'intesa stipulato nel 2003 tra l'Università degli Studi di Napoli "Federico II" e la Regione Campania.
Il complesso è costituito da numerosi padiglioni (fig.6-7) e un grattacielo (fig.8), è sito nella zona ospedaliera, tra i quartieri Arenella e Chiaiano. La struttura si estende su una superficie di 440.000 m² con 21 edifici a destinazione assistenziale, per un totale di 1000 posti letto per ricoveri ordinari e 200 posti letto per day hospital. Il totale di impiegati, tra medici, infermieri, tecnici, ausiliari e amministrativi è di circa 3400 unità.
Si tratta di un complesso ospedaliero integrato con la facoltà di Medicina e Chirurgia della "Federico II", le cui aule didattiche sono ubicate nel complesso stesso. Presenta diverse eccellenze e primati, tra cui il primo intervento di asportazione di tumore al pancreas in via laparoscopica in una bimba (di appena due mesi) in Italia
Data l'estensione della struttura, è presente un servizio di navette interne che collegano i vari edifici che la compongono.
La zona ospedaliera è servita dalle stazioni Policlinico e Rione Alto della linea 1 della metropolitana. La zona è altresì servita da uno svincolo della tangenziale di Napoli. Sono presenti i normali bus di linea sia urbani che extraurbani.
L'unico padiglione in funzione per molti mesi fu quello di Ostetricia, con relativo pronto soccorso ed io, da poco iscrittomi alla specializzazione in Ginecologia, per carenza di personale medico, fui assunto per le guardie notturne, con relativo contratto che prevedeva un lauto compenso, il doppio di quanto percepivo all'ospedale di Cava de' Tirreni dove prestavo servizio come assistente. Dal 1974, per due anni, ho poi tenuto una serie di lezioni di Fisiopatologia della riproduzione. Nel 1976 ho conseguito la specializzazione (fig.9), sempre"magna cum laude" e mi iscrissi al corso di 5 anni in Chirurgia Generale, senza frequentare, né lezioni, né camera operatoria, perché oberato dal lavoro nel mio studio privato, che andava a gonfie vele, gonfiando oltre misura il mio conto in banca. Mi presentavo solo agli esami, che superavo brillantemente, fino alla discussione della tesi sperimentale sulla quadrantectomia mammaria ed il conseguimento del nuovo titolo (fig.10).
La storia del Nuovo Policlinico di Napoli, progettato e realizzato per sostituire la vecchia e già malandata struttura universitaria, edificata nel centro della città, ai primi del '900, appena inaugurata nel novembre del 1972, diventa una duplicazione della facoltà di Medicina. A legittimarla ci pensa un decreto firmato dal presidente della Repubblica Giovanni Leone, su pressione del rettore e direttore della Clinica ostetrica dell'epoca Giuseppe Tesauro. Una liaison tra politica e potere accademico (il fratello di Tesauro, Alfonso, oltre che ordinario a Giurisprudenza è anche senatore Dc) compie il miracolo di una struttura nuova (sempre emanazione della Federico II) che avrebbe dovuto accogliere solo le "seconde cattedre". All'inizio sono 15. Nel tempo, però, si conteranno fino a 200 primari. Spazi enormi, all'epoca progettati per 2800 posti letto, messi a disposizione di pochi docenti che avrebbero dovuto gestire padiglioni separati tra loro.
Ma perché il Policlinico viene costruito a strutture separate, se già all'epoca prevale l'architettura sanitaria a monoblocco, con funzioni unificate? Nel nome dell'interesse personale di pochi baroni. "Negli anni '50 i sei padiglioni del Vecchio Policlinico erano a gestione autonoma, una gestione esercitata dal direttore unico. Alla fine dell'anno, i guadagni del bilancio, allora in attivo, finivano tutti nelle tasche del cattedratico. Qualcuno pensò di ripetere lo stesso schema al Nuovo Policlinico, ma fece male i conti: l'attivo scomparse, insieme alla "libera docenza" e agli "assistenti volontari".
A segnare la svolta è il terremoto dell'80. La Campania, in nome della ricostruzione, diventa terra di conquista. E del si salvi chi può. Anche in ambito accademico, si approfitta dell'emergenza-sisma. Il Vecchio Policlinico del centro storico mostra i segni dell'età, ma soprattutto le conseguenze delle ripetute scosse telluriche. Si decide, di punto in bianco, di demolire una delle due strutture comprese all'interno del recinto, il nucleo principale. pericolante, lo definiscono i tecnici. Chissà perché solo una rischia di venir giù. Inizia l'esodo. E' una vera e propria corsa, chi ha più santi (e potere) "sale" in collina e si trasferisce al Nuovo Policlinico: qui gli spazi abbondano ma i colleghi non si rivelano ospitali. Gli altri, invece, rimangono giù, in attesa di tempi migliori. Quali? Si parla di un nuovo Ateneo. Sarà la Seconda università di Napoli, che nasce vent'anni fa e che, ovviamente, comprende una facoltà di Medicina. Assorbirà, quest'ultima, ordinari e associati del Vecchio Policlinico.   
Passano gli anni. A cadenza periodica, il politico di turno lancia la proposta di trasferire in toto il Vecchio Policlinico. Dove? Non mancano le ipotesi. Tra queste, prendono corpo soprattutto l'ex ospedale psichiatrico Bianchi che, dismesso, offrirebbe spazi enormi (220mila metri quadri) per ospitarlo senza disaggregarne le singole strutture, e un erigendo ospedale nell'area di Afragola, già sede della nuova stazione dell'alta velocità (da anni in costruzione). Mentre è proprio Bassolino ad annunciare, con enfasi ad ottobre 2000, la "prossima" liberazione del centro storico. Una liberazione mirata a fare riemergere quell'Acropoli partenopea su cui insiste il Vecchio Policlinico che, invece, andrà al Bianchi. Anche stavolta non se ne fa nulla.
Situazione attuale. Il Vecchio Policlinico è sempre lì, a far da tetto all'Acropoli


Achille della ragione

 

fig.7 -Secondo Policlinico

fig.8 - Nuovo  policlinico, grattacielo

 

fig.9 - Specializzazione in  Ginecologia

  

fig.10 - Specializzazione in  Chirurgia generale




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