venerdì 6 novembre 2020

Una serie di inediti di Lorenzo De Caro

 

 fig.1-  Lorenzo De Caro - Crocifissione - 78 x51
- Acerra collezione Pepe -



Presentiamo ora una serie di inediti di Lorenzo De Caro, che vanno ad incrementare il catalogo dell’artista.  
Partiamo da un dipinto di altissima qualità: una Crocefissione (fig.1)  appartenente alla nota collezione Pepe di Acerra, di cui tempo fa avemmo l’onore di stilare il catalogo, consultabile in rete digitando il link  http://achillecontedilavian.blogspot.com/2020/01/la-collezione-guglielmo-pepe-e-tanti.html
Il quadro va collocato verso la fine degli anni Cinquanta nel momento migliore della  produzione del De Caro, quando, pur partendo dagli esempi del Solimena, ne scompagina la monumentalità attraverso l’uso di macchie cromatiche di spiccata luminosità e, rifacendosi ai raffinati modelli di grazia del De Mura, perviene ad esiti di intensa espressività, preludendo l’eleganza del Rocaille. Gli aspetti qui elencati si possono cogliere nella tela in esame, in cui a dispetto delle contenute dimensioni si coglie la volontà monumentale e classicheggiante del Solimena maturo, ma contaminata da quella immediatezza espressiva che gli fu suggerita,  dal Traversi e dal modulato realismo arcadico dei presepi napoletani. I protagonisti sembrano che parlino tra di loro esprimendo: dolore, sopportazione e volontà di superare ogni prova, anche la più difficile.       
Il Cristo soccorso da un angelo (fig.2) di rara potenza espressiva, da taluni studiosi attribuito ipoteticamente a Sebastiano Conca, è a mio parere assegnabile con certezza al pennello di Lorenzo De Caro, per cogenti affinità stilistiche e per il prelievo letterale di alcune figure da altri dipinti documentati dell'artista.
Nella tela sono da sottolineare dei “suggerimenti” da altri quadri: nella parte sinistra con l’angelo in volo un’opera perduta eseguita intorno al 1752 in Spagna dall’Amigoni e nota attraverso un'incisione, mentre sulla destra evidenti sono i legami con la lezione pittorica del Traversi, a dimostrazione della capacità del De Caro di recepire la lezione del grande collega e di innestare nel suo stile quegli effetti di grande espressività, pervenendo a composizioni dall’originale taglio compositivo, caratterizzate da eleganti virtuosismi tecnici ed intense interpretazioni della realtà psicologica. Siamo davanti ad una tela marcata da una spiritosa ed anticonvenzionale vena rococò, spogliata da ogni sacralità ed intrisa di grazia civettuola.     
Il martirio di S. Stefano (fig.3) di notevole qualità, da taluni studiosi attribuito ipoteticamente a Corrado Giaquinto, è viceversa attribuibile al  De Caro, per il suo stile inconfondibile.
Lorenzo De Caro fu insigne pittore del glorioso Settecento napoletano, anche se fino ad oggi conosciuto solo dagli specialisti e dagli appassionati più attenti. Una serie di dipinti presentati sempre più di frequente nelle aste internazionali, una recente piccola monografia ed alcune fondamentali scoperte biografiche costituiranno un viatico per una sua più completa conoscenza da parte della critica ed una maggiore notorietà tra antiquari e collezionisti. Verso la fine degli anni Cinquanta si manifesta il momento migliore nella sua produzione, quando, possiamo collocare il dipinto in esame.
Abbiamo avuto infine il raro privilegio di visitare una importante collezione beneventana, ricca di dipinti napoletani, prevalentemente settecenteschi. Cominciamo la nostra entusiasmante carrellata illustrando una Madonna col Bambino (fig.4) di rara potenza espressiva, che sembra prendere l'avvio dal fare macchiato e mosso dell'ultimo Solimena e poi da brillante e arguto scompaginature d’ogni decoro, quale sovente appare, giungere persino ad inserire nel ritmo guizzante del suo barocchetto, tutto all’opposto della squisita ed elegante Arcadia demuriana, note i pungente caratterizzazione popolaresca.       
Nella stessa raccolta sono poi presenti due superbi pendant (fig.5–6) raffiguranti con varianti la medesima iconografia, impregnata da una palpabile impronta solimenesca e da una sostenuta intensità luministica, che accentua il modellato dei corpi ed il carattere “neo seicentesco” della composizione. Non siamo ancora alle raffinate ed impreziosite soluzioni del tardo Rococò della fine degli anni Cinquanta o degli inizi del decennio successivo, per cui va proposta una datazione di poco successiva al 1750.

Achille della Ragione


fig.2 - Lorenzo De Caro - Cristo soccorso da un angelo -
olio su legno - 25 x19 - Gorizia collezione Domenico Calì

 

fig.3 - Lorenzo De Caro - Martirio di S. Stefano -
Napoli collezione Scarnecchia

 

 fig.4  - Lorenzo De Caro - Madonna col Bambino -  49 x63 -
Benevento, collezione privata


fig.5 - Lorenzo De Caro - Madonna con Bambino e santo -
Benevento collezione privata

fig.6 - Lorenzo De Caro - Madonna con Bambino e santo -
Benevento collezione privata



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