venerdì 22 febbraio 2019

Visita sabato 2 Marzo: chiesa S. Teresa a Chiaia


  

Carissimi amici ed amici degli amici esultate, la prossima visita guidata gratuita, la 25° del nuovo anno accademico, sarà a Napoli sabato 2 marzo ed interesserà la chiesa di S. Teresa a Chiaia e poscia la mostra (gratuita) sulla pittura e la scultura napoletana del Novecento che si tiene al Pan, con appuntamento all’ingresso della chiesa alle ore 10:30.
Nelle more vi invio un articolo sulla mostra e vi segnalo che in futuro potrete sapere dove si svolgono le visite consultando il mio blog digitando il link
http://achillecontedilavian.blogspot.com/ 
Vi preannuncio che i successivi sabato 9 marzo visiteremo l’Anfiteatro Flavio e Villa Avellino, mentre sabato 16 marzo la mostra su Marc Chagall.
Spargete la lieta notizia ai 4 venti

Achille

  

I CAPOLAVORI DEL NOVECENTO NAPOLETANO IN MOSTRA AL PALAZZO DELLE ARTI DI NAPOLI


AL PAN successo della  Mostra Novecento a Napoli. Capolavori di pittura e scultura promossa dalla Galleria Mediterranea (tra le più antiche gallerie italiane) e da La Fenice con il Patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli.
La Mostra, curata da Saverio Ammendola, Paolo La Motta e Isabella Valente si pone  l’obiettivo di contribuire a rivitalizzare e valorizzare il dibattito critico che, a partire dalla seconda metà degli anni 80, si è sviluppato intorno alla pittura e scultura napoletana del XIX secolo e che trova il suo esordio istituzionale con la Mostra “Fuori dall’ombra” in Castel Sant’Elmo (1991).
La Mostra ha così colmato una grave lacuna nello studio della scultura napoletana che con il tempo sarebbe potuta divenire ingiustamente (pressoché) irrecuperabile.
È, pertanto, evidente l’interesse e l’attesa che si respirano intorno alla Mostra “Novecento a Napoli. Capolavori di pittura e scultura che si inaugura, non a caso, il giorno dopo San Valentino perché destinata a tutti gli amanti dell’arte, di quella napoletana in particolare, e destinata a sedurre anche quanti si avvicineranno per la prima volta alla pittura e scultura napoletana del 900.
Particolare e meticolosa attenzione è stata riservata dai curatori al rastrellamento delle opere, quelle che meglio potessero costituire testimonianza del respiro nazionale (quando non mittleuropeo) di cui l’arte napoletana è stata (non sempre riconosciuta) portatrice.
Tra gli autori proposti, che non certo esauriscono l’articolato e significativo panorama degli artisti napoletani del tempo, spiccano, tra gli altri, Crisconio, Viti, Villani, Bocchetti, Brancaccio, Notte, Ciardo, Cifariello, , Chiancone, Striccoli, Capaldo, Fabbricatore, Perez, Guido Casciaro, Bresciani, Tamburrini, Girosi, Verdecchia, Cajati, Lippi, Vittorio, Tizzano, Uccella e Waschimps.
   






Degli autori vengono proposte opere (oltre 50 dipinti e oltre 30 sculture), assai spesso non note al grande pubblico e, talora, anche ai collezionisti più appassionati e che tuttavia sono state esposte in importanti mostre nazionali e internazionali. Tra le altre sono esposte “Il bagno” di Giovanni Brancaccio (Biennale di Venezia; Mostra Carnegie Institute, Pittsburgh), “Libro bianco” (Carnegie Institute, Pittsburgh), “ Il Beone” (esposto anche in “Anni difficili”) nonché “Il ritratto del pittore De Simone”), di Eugenio Viti, “Novembre in città” di Guido Casciaro (I Mostra Intersindacale Fascista 1933), “Dopo la pioggia” di Rubens Capaldo (VII Quadriennale di Roma),“Colloqui” di Carlo Striccoli, “Al balcone” di Carlo Verdecchia (Biennale di Venezia 1936), “Nello studio” (ovvero “Solitudini”) di Alberto Chiancone (Biennale Venezia 1936), “Le amiche al caffè” di Nicola Fabbricatore (Biennale Venezia 1946), “Le donne sarde” di Gennaro Villani (da ultimo esposta in “Gli anni difficili”), “l’Uomo e l’uccello” di Raffaele Lippi (Mostra al Castel dell’Ovo del 2004, curata da Vitaliano Corbi).
Un evento da non perdere per i napoletani (appassionati e non) e che consentirà a tutti noi una feconda passeggiata nella nostra storia culturale (prima che artistica) di cui i più conoscono ancora troppo poco o, peggio ancora, talora troppo male.


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