domenica 14 luglio 2013

Il monarca del Savoia

Giuseppe Dalla Vecchia


Giuseppe Dalla Vecchia è il presidente del “Reale Yacht club canottieri Savoia” un antico e prestigioso circolo nautico di Napoli, fondato nel 1893 con il nome Circolo canottieri Sebezia. Il circolo sorge sulla banchina di Santa Lucia a ridosso dell’omonimo borgo, nel quartiere San Ferdinando.
Tra le abitudini dei Napoletani vi è stata sempre quella di associarsi per discutere, divertirsi, ma soprattutto per combattere il terrore della solitudine, stando tutti assieme.
Tali organizzazioni esistevano anche nell'antica Grecia e presso i Romani e prosperarono un po' dovunque durante il Medioevo e il Rinascimento, ma fiorirono maggiormente a Londra e in Francia durante e dopo la rivoluzione, avendo carattere prevalentemente politico.
A Napoli la nascita del primo circolo risale al 7 maggio del 1778, quando il marchese della Sambuca fondò l'Unione dei cavalieri della nobile accademia di musica, al quale fece seguito, cinque anni dopo una nuova associazione promossa da un tal Giovan Pietro Raby, che con alcuni amici prese in affitto una sede per  «discorrervi di negozi esteri e divertirsi in giochi permessi ed accademie di ballo e di musica».
Nel 1864 un gruppo di nobili, tutti di fede borbonica, fonda il Whist, con sede in piazza San Ferdinando, mentre a far nascere l'esclusivo (ancora oggi) Circolo dell'Unione fu il patriota Carlo Poerio, all'indomani dell'Unità d'Italia, il quale riuscì a ottenere da Vittorio Emanuele la concessione dei locali scorporati dal San Carlo, nonostante il pericolo costantemente paventato di un potenziale incendio nelle cucine, che avrebbe devastanti effetti sul Massimo.
Negli anni successivi i circoli sorgeranno a Napoli come funghi: nel 1888 nasce il Circolo Artistico; nel 1889 al Borgo marinari il Circolo Italia; nel 1893 il Savoia, ancora oggi uno dei più esclusivi, che all'inizio si chiamò Sebetia; quindi, nel 1905 il Tennis; nel 1914 il Napoli e poi il Rari Nantes e ultimo il Giovinezza, il quale nel dopoguerra, rammentando un’imbarazzante canzoncina fascista: “Giovinezza, giovinezza, primavera di bellezza”, fu ribattezzato Posillipo. E fu un cambiamento quanto mai opportuno, perché al di la delle opinabili opportunità politiche, la frequentazione era, come in gran parte delle altre associazioni, da parte di signore d’annata  e signori ultramaturi, impegnati in defatiganti tornei di burraco, fumando e spettegolando, personaggi che della giovinezza hanno un pallido ricordo.
Il cemento che tiene assieme tante persone, mancanza di un mazzo di carte, è naturalmente il cibo , l'elemento unificatore per eccellenza nella nostra società bulimica e crapulona.
Da poco sono state accettate come socie anche le donne, che prima potevano frequentare le riunioni solo se accompagnate. A tal proposito vogliamo sottolineare che alcuni sodalizi napoletani fra i più celebri (non facciamo i nomi per non far vergognare i presidenti) non solo non accettano come soci le appartenenti al gentil sesso, ma addirittura vietano in sala l'ingresso alle signore se non accompagnate da un maschietto.
Per l'ammissione al Rotary, poi, come in alcuni selezionati circoli napoletani, bisogna superare l'equivalente della prova delle palle; non si tratta di accertare i quarti di nobiltà come all'Unione, al quale possono accedere solo i nobili, ma di riuscire a ottenere numero di palline bianche in grado di rintuzzare quelle nere, che valgono il triplo.
Devo al conte Donn'Orso la formula di queste segrete selezioni per l'accesso nelle associazioni napoletane. Una volta all'anno i soci valutano le new entry, che hanno fatto domanda di iscriversi al circolo e possono esprimere il loro gradimento infilando nell'urna una pallina bianca o il diniego con una nera. I risultati sono spesso sconvolgenti come capitato più di una volta per l'accesso al Savoia, dove nomi di caratura nazionale sono risultati non graditi, con scorno per i rifiutati e imbarazzo per i dirigenti costretti a rispettare il responso delle urne.
Il Circolo Canottieri Sebezia è, stato fondato il 15 luglio 1893 da undici soci precedentemente appartenenti al Circolo del Remo e della Vela Italia. Due anni dopo il nome sarebbe diventato Yacht Club Canottieri Savoia. Gli undici fondatori si staccano di comune accordo dal Circolo Italia per costituire una alternativa agonistica alloro vecchio circolo. Nell'accordo; di scissione il nuovo circolo riceveva in dote un vecchio quattro jole a sedile fisso chiamato Nautilus, Il 15 agosto 1894, nel corso di una violenta burrasca, il Nautilus si capovolse causando la morte di tre dei quattro occupanti che partecipavano ad un raid remiero Napoli-Capri-Napoli. La Canottieri Sebezia, duramente colpita da lutto rischiò lo scioglimento. I soci si rivolsero alla Casa Regnante in cerca di aiuto. Umberto I ed il figlio ed erede Vittorio Emanuele, Principe di Napoli, intervennero in favore del Circolo, dandogli un nuovo slancio.
Con profonda gratitudine verso i Reali, i soci della Canottieri Sebezia cambiarono il nome del Circolo inserendo il nome Savoia e, per ricordare gli amici scomparsi, sostituirono il colore sociale celeste con il colore nero. In seguito Vittorio Emanuele III, divenuto re, concederà al Savoia la patente di Circolo Reale e ne assumerà la Presidenza onoraria che manterrà per ben quarantasei anni. Nel 1900 ancora una volta in onore alla casa Savoia, i colori sociali cambieranno nuovamente e il nero verrà sostituito dal definitivo blu savoia. La vita sportiva e sociale del club dal 1895 in avanti avrà uno sviluppo frenetico. 
Il Reale Yacht Club Canottieri Savoia organizza diversi eventi sportivi di livello nazionale ed internazionale e partecipa a vari campionati di canottaggio e di vela. Al Savoia questi sport sono praticati, con ottimi risultati, anche a livello giovanile.
Il Circolo ogni anno si dedica alla formazione di nuovi atleti organizzando corsi per allievi di canottaggio e vela per le classi: 420, Laser ed Optimist. Di qui sono passati svariati campioni. Inoltre il Circolo Savoia organizza numerose regate nel golfo di Napoli per diverse classi veliche.
L'albo d'oro del Reale Yacht Club Canottieri Savoia comprende molteplici titoli italiani ed internazionali di canottaggio e di vela. Nel 2001 l'armatore napoletano Vincenzo Onorato ha lanciato la sfida per l'America's Cup 2003 in nome e per conto del Reale Yatch Club Canottieri Savoia al Royal New Zealand Yacht Squadron di Auckland con l'imbarcazione Mascalzone Latino.
La sfida di Mascalzone Latino per conto del Reale Yatch Club Canottieri Savoia è proseguita nell'America's Cup 2007 sotto la presidenza di Giuseppe Dalla Vecchia detto Pippo.
Eletto e rieletto all' unanimità presidente del Circolo Savoia, da diciotto anni Giuseppe Dalla Vecchia impera sul club del Borgo Marinari, secondo solo al Circolo Italia (120 anni l'uno, 1161 altro). Il ventennio mussoliniano sta per impallidire di fronte alla dittatura di Dalla Vecchia: solo Fidel Castro, papa Wojtyla l'ingegnere Ferlaino hanno regnato più a lungo. Dalla Vecchia è l'ultimo dei Borbone per il corpo possente e il volto massiccio aggraziato dalle carezze del maestrale di quando era velista. E ha una camminata dondolante che gli è rimasta addosso dalle lunghe ore di mare. Ha il sorriso dell' ospitalità genuina e signorile e la grinta di un capo ciurma quando dà gli ordini della Casa, il Royal Yacht Club Canottieri Savoia. Lui, ora, viene avanti con un prezioso con un prezioso dipinto di Attilio Pratella che "inquadra" la banchina del Borgo Marinari alla fine dell' Ottocento, scovato nel corso di un' asta a Genova. Una banchina di pescivendoli e "ostricari fisici", rifugio delle barche dei marinai di Santa Lucia. La banchina era ancora luogo di pescivendoli e marinai quando Dalla Vecchia, eletto presidente del Savoia perla prima volta nel 1991, ne cominciò la conquista per annetterla al Circolo creando la stupenda terrazza del club. Con la tenacia, la pazienza e le furbizie di uno che inseguiva un sogno di grandezza sfrattò cozzicari, barche, reti da pesca e famiglie di luciani che vi sostavano con le inseparabili frittate di maccheroni. Il suo progetto, condiviso dagli architetti Mario. Rispoli e Fabrizio Mautone, appassionato ricercatore storico, era ben preciso. Ricostruire il Savoia per fame la sede degna di attività sportive, sociali e culturali in una atmosfera di eleganza e di luce, i pavimenti in marmo nella combinazione del bianco di Carrara e del bardiglio imperiale di colore grigio-azzurro, e le grandi porte-finestra, ma,anche una sede intima, molto napoletana, tra le antiche vedute di Napoli, il mobilio "caldo" in noce e palissandro, la serie delle terrecotte, la sirena Partenope, una imponente libreria e, sulla sfondo delle sale che si rincorrono in una suggestione infinita, la galea delle Repubblica amalfitana, il grande dipinto sull' ultima parete delle meraviglie
Dalla Vecchia non solo ha ricostruito il Circolo, portandolo agli splendori d' oggi, ma continua ad arricchirlo con la sua attività di rabdomante eternamente in cerca di mobili, dipinti, arredi e oggetti che fanno del Savoia un museo di cose di mare e di storia napoletana. La ricostruzione e il rilancio del Savoia furono portati a termine in previsione del centenario del Circolo, nel 1993, anno indimenticabile di eventi sportivi e feste, ma prosegue per l'instancabile irrequietezza di Pippo Dalla Vecchia che aggiunge sempre una nuova rarità al grande patrimonio del club. Pubblicazioni preziose e opere d’arte in testa, ma anche polene di brigantini, modellini di navi e la campana di bordo della cannoniera "Teazer" della flotta di Nelson. Così ha trasformato il Circolo in una dimora. come ama dire una casa di amici. e non un club di perditempo buono per giocarci a carte e prendere il sole. Oggi il Savoia conta 800 soci. Ed è un salotto dove ospiti illustri hanno trascorso giornate radiose, dalle mogli dei capi di Stato in occasione del G7 del 1994 a Napoli, agli alti ufficiali delle marinerie d'Italia, Spagna, Grecia, Gran Bretagna e .Stati Uniti ricevuti di recente, e, ancora, il cardinale Bagnasco accompagnato dal cardinale Sepe, Ciampi, Scalfaro e Cossiga quando erano presidenti della Repubblica, Riccardo Muti e Claudio Abbado, Lucio Dalla che s' è fatto socio del Circolo, ambasciatori e primi ministri. Col guidone del Savoia, “Mascalzone Latino” di Vincenzo Onorato, grandi amico di Dalla Vecchia, ha partecipato all' America' s Cup con lo slogan “il mare per salvare i giovani da un futuro difficile” s' è aperta la scuola di vela sotto le insegne della barca di Onorato. Al canottaggio Dalla Vecchia guarda con occhi e cuore particolari seguendone i corsi e sorvegliando le barche nell' hangar vicino al Circolo, canottiere egli stesso ai suoi tempi. «Non solo uno sport, ma una scuola di vita», dice. 
Proprio per offrire degli antagonisti a equipaggi del Circolo Italia, che vogavano solitari, nacque il Circolo Savoia e la rivalità si è accesa negli anni.
Tra Pippo Dalla Vecchia, presidente del Comitato Grande Vela e “Auld Mug”, la vecchia brocca simbolo della Coppa America, è scoppiato l'idillio. Non si amavano, lui abituato alle boline ed ai lunghi bordi, lei che si era convertita ai circuiti degli AC45, velocissimi catamarani che hanno rinnegato il passato. 
La pace sancita da un abbraccio sulla terrazza ospiti del club esclusivo AC45 montato alle spalle del palco eventi. C'erano tutti per brindare all'inizio delle prove ufficiali. Gli americani Ian Murray, direttore di regata, i il vice Commodoro dello Yachting Club Golden Gate di San Francisco Tom Ehman. E ancora il comitato grande vela composto dai circoli napoletani al completo che ha incassato i complimenti per la regata costiera di domenica Roberto Mottola di Amato (Italia), Eduardo Sabatino (Canottieri Napoli), Alfredo Vaglieco (lega Navale), Giuseppe Gambardella (Posillipo), Gennaro Aversano (Club Nautico della Vela), Gianluigi Ascione (Torre del Greco), Clemente Costiglione (Marina Militare), Antonio Basile (Capitaneria di Porto), Diego Bouche (Ufficio scolastico regionale), e ovviamente Mario Hubler presidente di Acn.
«Sono stato colpito dalla perfetta organizzazione e da come abbiano riprodotto in pochi giorni lo spirito di uno Yacht club - racconta Dalla Vecchia - inutile negarlo, guardavo questo circo con sospetto. Ora ho capito che la vela napoletana deve pensare in grande se vuole tornare a volare». E il primo passo del Comitato al quale sarà affidata la caccia ai grandi eventi da portare a Napoli per poi poterli organizzare è stato quello di non sciogliersi, come avrebbe dovuto fare, ma raddoppiare.
«Gli americani sono rimasti entusiasti dalla regata costiera. Mi hanno detto che non credevano che Napoli avesse una linea di costa così bella. E pensare che questi sono velisti abituati a regate brevi di trenta minuti ed in quel caso si sono cimentati per più di due ore».
Un successo che porta la firma di Hubler, Dalla Vecchia e Bruno Frangipane che ha disegnato il percorso. «Ora sta a noi pensare in grande. Il golfo di Napoli è l'Allianz Arena del vento. Lo stadio più bello del mondo», del resto lo stesso Ehman, presentando la coppa alla Bit di Milano aveva detto: «Nei 33 anni in cui sono coinvolto nella Coppa America la migliore regata che ho visto è quella di Napoli dell'anno scorso. Dovete ; sapere che la baia di Napoli è l'anfiteatro naturale più bello che esista». Ora l'immediato futuro saranno le regate dei dinghy ed il mondiale X-41 con centinaia di internazionali. Al centro ad ascoltare questi discorsi, lei: la coppa “Auld Mug”, una “signora” di 1 metro e 10 centimetri di altezza per 15 chili di peso che viaggia in prima classe protetta da una custodia eseguita a mano negli atelier Louis Vuitton, che dorme al Consolato americano. Se ne occupa Elizabeth Murphy. Lady coppa che è “sposata” alla sua brocca dal 17 febbraio del 2010 quando gli americani vinsero il trofeo.
Ho più volte incontrato il personaggio Pippo Dalla Vecchia in occasione di eventi che si svolgevano nel suo circolo, dove mi recavo accompagnato da un vecchio socio: l’avvocato Mario Speranza. E ricordo con simpatia una presentazione di un libro di Andreotti, dove il Presidente fece una gaffe colossale, con un inopportuno riferimento all’ippica che fece trasecolare il notoriamente impassibile statista. Particolare curioso ero in maggiore confidenza con un fratello di Dalla Vecchia, in quale a differenza del germano, abituato a ricevere i potenti della terra, esercitava in piazza Sannazzaro l’umile attività di gommista, anche se di auto di lusso ed io ero suo affezionato cliente per i pneumatici della mia jaguar.

2013 Napoli : America's Cup World Series


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