Mentre da decenni studiosi ed appassionati attendono una grande mostra su Francesco Solimena e soprattutto una monografia aggiornata sulla sua opera, che aggiorni quella redatta nel 1958 da Ferdinando Bologna, divenuta oramai un libro da antiquariato del valore di alcune migliaia di euro, grazie al lavoro di uno studioso americano da tempo residente a Roma: Livio Pestilli, esce un esaustivo volume dedicato ad uno dei suoi più validi rivali.
Il testo: “Paolo de Matteis, neapolitan painting and cultural History in Baroque Europe (ashgan, farnham, surrey)” è uscito per il momento solo in Gran Bretagna, a dimostrare, se ve ne fosse bisogno della valenza internazionale della pittura napoletana. È un destino che accomuna tutti i testi sulla produzione figurativa all’ombra del Vesuvio, soprattutto quelli riguardanti il secolo d’oro, di vendere più all’estero che in Italia.
Ad un catalogo ragionato dei dipinti del de Matteis lavorava da tempo un mio allievo: Francesco Napolitano, ma purtroppo è sempre più difficile trovare un editore disposto a rischiare su un giovane, per quanto di talento.
Paolo de Matteis, allievo di Luca Giordano, nasce nel 1662 a Piano Vetrale, una frazione di Oria del Cilento ed è attivo fino al 1728, occupando una posizione di rilievo nel panorama artistico, non solo napoletano, soprattutto nei primi decenni del Settecento.
A differenza del Solimena, il quale, nei suoi 90 anni di attività non si è mai spostato da Napoli, de Matteis ha viaggiato molto soggiornando a Roma, Genova e Parigi, ed inviando opere non solo a collezionisti italiani, ma anche in Francia, Spagna, Austria, Germania e Inghilterra.
Il lavoro di Pistilli è frutto di lunghe indagini e parte naturalmente dalla lunga biografia che gli dedica il De Dominici, il quale, contemporaneo e ammiratore del Solimena lo indica come un artista di bassa statura “ofano” e rapidissimo nel completare le sue tele, addirittura più del suo maestro, soprannominato “Luca fa presto”. Ma quando passa ad esaminare la sua produzione esprime spesso dei giudizi lusinghieri.
Egli praticava dei prezzi di gran lunga inferiori al Solimena, tra i più cari artisti europei, con committenti importanti che gli affidavano opere di altissimo livello.
Un momento focale nel percorso artistico del de Matteis è costituito dall’incontro, avvenuto a Napoli nel 1711, con il conte di Shaftesbury, raffinato filosofo, il quale influenzerà il senso estetico del pittore, come possiamo apprezzare nel celebre: “Ercole al bivio”, conservato a Gile’s house, Dorset in Inghilterra.
Nel libro viene dedicata particolare attenzione al soggiorno parigino del pittore, adoperando un linguaggio colto, ma nello stesso tempo divulgativo.
La parte iconografica è molto ricca e si avvale di foto a colori di Claudio Garolfalo. Alla fine l’artista è delineato come abile quanto bizzarro e tra i protagonisti del Barocco italiano.
• A. della Ragione – il secolo d’oro della pittura napoletana – 10 tomi (ad vocem) - Napoli 1998-2001
• A. della Ragione – la pittura napoletana del Seicento – (repertorio fotografico a colori) tomi I–II (ad vocem) - Napoli 2011
• R. Lattuada – il volto di de Matteis, il genio barocco - pag 48 Il Mattino del 21/6/2013
Paolo de Matteis - la pittura che ritrae l'artista e mostra il volto di de Matteis |
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