Amici esultate, nonostante le mie precarie condizioni di salute, ho organizzato una spettacolare visita guidata alla collezione De Vito, ricca di 50 dipinti del Seicento napoletano, che si terrà sabato 12 aprile, alle ore 15 nel museo di Donnaregina nuova.Vi consiglio di consultare un mio scritto sull'argomento, ricco di foto e filmati, che troverete sul mio blog www.dellaragione.eu
All'ingresso chi si qualifica per mio amico avrà uno sconto del 50 per cento.
Gradirei che chi conta di venire, me lo comunica alla mia mail
È in mostra al Museo Diocesano di Donnaregina a Napoli, la raccolta di Giuseppe De Vito (Portici 1924 – Firenze 2015), grande collezionista e studioso di pittura napoletana del Seicento. Questa collezione è di norma conservata in villa Olmo a Vaglia, presso Firenze, sede della Fondazione Giuseppe e Margaret De Vito per la Storia dell’Arte Moderna a Napoli, fondazione costituita nel 2011 con lo scopo di promuovere gli studi su questo periodo artistico.
Giuseppe De Vito, con la sua fondazione ha raccolto una ricca collezione di quadri antichi. Sono 35 tele di medie e grandi dimensioni tutti capolavori della pittura del Seicento napoletano, perché raccontano il “secolo d’oro della pittura napoletana” (che poi è diventato anche il nome di una rivista di settore, di cui ho tutti i fascicoli nella mia libreria).
Questi quadri sono esposti, nella sala del coro superiore del Museo Diocesano di Donnaregina. Ci sono i pittori «figurativi del naturalismo caravaggesco» e quelli che avviarono la «trasformazione barocca» (tra cui Caracciolo, Stanzione, de Ribera, Cavallino, Falcone, Vaccaro, Preti e Luca Giordano), e ci sono anche i «pittori specialisti della natura morta» (Recco e Ruoppolo in prima linea).
Sono tutti nomi di Artisti che furono scelti dall’Ufficio Toponomastica del Comune di Napoli per le vie del moderno quartiere Vomero. Perciò ritrovarne qualcuno per un Vomerese è come sentirsi a casa.
Sono opere dei pittori che avevo già visto sui manuali di storia dell’arte e sulla rivista fondata proprio da Giuseppe De Vito. Ma ammirare queste tele da vicino è stato emozionante, brillano come appena usciti dalla bottega, densi di colore e di chiaroscuro, con sguardi profondi, umani e pensierosi. In queste figure la verità della natura è drammatica, filosofica, immersa nello spazio vuoto del buio e della luce.
mi hai dato l'indirizzo della tua dimora ed ho constatato, attraverso Google Maps, che hai una casa principesca. Poi ho incominciato a leggere la tua biografia e mi sono dispiaciuto delle tue sofferenze fisiche, dei giorni passati in sala di rianimazione, e di quelle psicologiche e morali per il soggiorno a spese dello stato.
Ho riso molto leggendo molti tuoi aneddoti ma allo stesso tempo mi sono dispiaciuto per le moltissime schifezze da te subite. Hai amato molto la tua famiglia e la tua Elvira, che deve essere una donna eccezionale. Sei stato un uomo di valore e fottitene di tutti i detrattori! Quello che alla fine mi è più piaciuto della tua personalità è la tua onestà intellettuale.
La tua spavalderia ti ha dato belle soddisfazioni ma purtroppo le hai pagate a caro prezzo. Sei nato guascone che puoi farci... Più leggevo delle tue vicissitudini e più mi tornavano in mente quelle raccontate da Alessandro Dumas. Da adolescente eri spavaldo, temerario, Intra...prendente e così sei rimasto. Una intelligenza superiore che ha dato i suoi frutti.
Ti auguro una buona giornata e spero di venire venerdì per salutarti. Ero già affezionato a te ma ancora più lo sono oggi dopo aver letto la tua biografia. In natura purtroppo di frutti ce ne sono dolci e amari...
Le fontane di Napoli sono numerose, molto belle e costituiscono un'attrazione per i turisti. Molte fontane hanno condiviso la storia della città. La loro costruzione ebbe spesso non solo carattere di abbellimento, ma fino all'Ottocento, anche una necessità per l'approvvigionamento idrico della popolazione più povera.
Di molte esiste solo il ricordo e lo scopo del libro è anche quello di indurre le autorità a farsi promotori di una conservazione più degna.
Il cosiddetto Chiostro degli affreschi, la cui originaria struttura gotica fu alterata da successive ricostruzioni verso la fine del ‘500, presenta alle pareti affreschi seicenteschi di Giovanni Balducci con Storie dei profeti Elia ed Eliseo e Storie di Santi carmelitani.
Nel mezzo dell’ala meridionale sorge una torretta con orologio settecentesco a quadrante in maiolica arabescata di scuola napoletana; di fronte a questo vi è una meridiana settecentesca.
Al centro del chiostro, nel ‘700, c’era una peschiera oltre alla bella vasca marmorea e alle due statue femminili che ancora adesso si conservano.
L’antico complesso carmelitano di Santa Teresa degli Scalzi, dopo le soppressioni ottocentesche degli ordini religiosi, fu assegnato nel 1885 all’Educandato Regina Margherita sino al 1927, quando divenne sede dell’Istituto Paolo Colosimo per i non vedenti, che tuttora vi si trova.
Il chiostro piccolo è stato completamente coperto e adibito a sala interna, la cosiddetta Sala delle vendite, utilizzata anche come sala concerti.
Il chiostro grande, a pianta rettangolare con splendido puteale in marmo e ornato da alcune essenze arboree, non presenta modifiche sostanziali se non la chiusura mediante finestre delle arcate.
L’imponente chiostro del complesso di Santa Maria Regona Coeli, con lussureggiante giardino, su cui prospettano gli ambienti conventuali fu realizzato nel 1682 su progetto di Francesco Antonio Picchiatti; qui sono collocati i busti di San Vincenzo de' Paoli e di Santa Giovanna Antida Thouret, fondatrice dell’Ordine delle Suore di Carità di San Vincenzo de’ Paoli che tuttora occupano il monastero.
Il puteale di marmo posto al centro è molto particolare essendo contornato da quattro piccoli obelischi piramidali alternati a sfere di marmo.