giovedì 20 luglio 2023

I luoghi di forza

  

Fig.1 - tempio che trovasi al sedile del Nilo

Campi magnetici, correnti magmatiche e telluriche sotterranee, ioni liberati dalle acque, componenti ferrose nelle rocce. Tutta la terra è percorsa da linee naturali che, incontrandosi, creano concentrazioni di energia. Sono "i luoghi di forza" basta avvicinarsi per avvertire un'atmosfera diversa, che può cambiare radicalmente il nostro stato fisico e mentale.

A Napoli, in epoca pagana, i luoghi di forza venivano identificati da membri della comunità egizia, che per secoli ha abitato in quella zona della città che veniva denominata il Sedile del Nilo ed a partire dalla metà del Settecento venne chiamata "O Cuorpo 'e Napule" in riferimento alla bella statua del dio fiume ancora interrata fino al Quattrocento. Riportata alla luce, fu prima ritenuta una donna, perchè acefala e mollemente sdraiata tra vivaci puttini (gli affluenti del Nilo umanizzati), poi fu rinvenuta e restaurata nel 1657 la testa barbuta classicheggiante che ancora oggi si può ammirare (fig.1).

In ambito egiziano è a tutti noto il "mistero" delle piramidi che ancora oggi, dopo millenni, rivelano sempre nuove affascinanti conoscenze che solo la scienza attuale, con l'ausilio dei più sofisticati strumenti d'analisi, può in parte rivelare.

A Napoli il sacerdote rabdomante, con l'ausilio della forcella, ricavata dalla biforcazione di un albero sacro, cercava a lungo il "luogo delle forze" e solo quando, attraverso la piccola verga biforcuta, avvertiva le vibrazioni magnetiche del suolo indicava il posto preciso sul quale erigere l'ara o il tempio.

Oggi sappiamo  -perché abbiamo gli strumenti adatti a misurarlo- che in alcune parti della Terra si sommano più che in altre zone, delle componenti magnetiche naturali -dovute alla composizione stessa delle rocce e del terreno- che permettono l'avverarsi di fenomeni particolari che gli antichi attribuivano alla volontà divina.

In epoca cristiana nessuno sapeva identificare questi luoghi di forza, per cui si cercava di costruire una chiesa dove in passato di trovava un tempio pagano. 

  

Fig.2 - facciata della chiesa di San Paolo Maggiore

Ricordo ancora con nostalgia quando con il mio amico Fabio, speleologo, munito di un contatore Geiger, ci recammo davanti alla chiesa di San Paolo Maggiore (fig.2), costruita sulle rovine del Tempio dei Dioscuri, che ha utilizzato nella facciata due colonne d'ordine corinzio con i relativi architrave; ed il contatore misurò valori notevolmente elevati. Poscia percorremmo il decumano e ci portammo nei pressi della Cappella Sansevero (fig.3), e lì il misuratore sembrava impazzito.

Achille della Ragione


Fig.3 - Cappella Sansevero

2 commenti:



  1. Grazie. Magari cose risapute, ma sempre arricchite di qualche dettaglio in più.
    Luisa Salerni

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