domenica 16 luglio 2023

Pranoterapia

 


figura 1 - Andalini esercita la pranoterapia



Ancora oggi, ogni tanto, alterno nelle mie letture, all'arte e alla filosofia, spiritismo ed esoterismo. Voglio ricordare ora tre incontri fortuiti che ho avuto negli anni con l'argomento. 

Il primo, con la pranoterapia, fu osservare la prodigiosa guarigione di una mia amica, Anna Maria, figlia di un ricco ingegnere, da una grave patologia invalidante agli arti inferiori, contro la quale avevano combattuto  invano i massimi specialisti d'Europa e che fu risolta in poche sedute da Andalini (fig.1) con studio ai colli Aminei.

 

fig.2 - Giorgio di Simone

Il secondo fu l'incontro, nel salotto culturale di mia moglie Elvira, con Giorgio di Simone (fig.2), medium e responsabile del centro di parapsicologia di Napoli, che spiegò all'uditorio di aver perso nel tempo tutte le sue facoltà, un fenomeno comune ai sacerdoti abilitati a guarire gli indemoniati colpiti da esorcismo.

 

fig.3 - Ilena

Infine il terzo, pochi anni fa, con Ilena (fig.3), una splendida ragazza di origine capoverdiana, conosciuta ad una festa, la quale, se toccata nella parte superiore del corpo, infliggeva una scossa elettrica di notevole entità. Anche i seni, come ebbi modo di constatare, intrufolando una mano rampante nella sua scollatura abissale, irradiavano una scarica da scoraggiare qualunque tentativo di conquista. Mi assicurò che la parte inferiore, dalla cintola in giù, non irradiava alcuna energia e mi invitò ad esplorare entrambi gli orifizi, ma, non per codardia, ma unicamente per preservare alle esponenti del gentil sesso un organo così prestigioso, mi astenni da ogni tentativo."

Ritornando ad Andalini voglio rammentare che mi recai più volte nel suo studio ad assistere a delle sedute e molti pazienti dichiaravano di aver tratto notevoli benefici dal trattamento; inoltre egli accettò di venire da un mio amico radiologo dove con la semplice imposizione delle mani per pochi minuti impressionò più di una lastra, a dimostrazione inconfutabile che dalle sue mani si irradiava una sorta di energia radioattiva.

Passiamo ora a spiegare brevemente ai nostri lettori in cosa consiste la pranoterapia e come tale tecnica è considerata dalla scienza ufficiale.

La pranoterapia è una pratica di medicina alternativa che consiste nell'imposizione delle mani in corrispondenza della parte malata allo scopo di permettere il passaggio di prana (un supposto "soffio vitale") tra il corpo dell'operatore e quello del paziente. Chi pratica la pranoterapia è chiamato pranoterapeuta o pranoterapista. Essendo il prana un concetto religioso mutuato dall'Induismo, tale pratica dovrebbe essere utilizzata per il benessere spirituale, tuttavia alcuni operatori e associazioni di operatori propongono la pranoterapia come pratica terapeutica, nonostante non abbia mai avuto alcun riscontro scientifico riguardante l'efficacia ad eccezione dell'effetto placebo.

La pranoterapia si fonda su basi filosofiche; tratto distintivo della pranoterapia è dato dalla gran parte di quei guaritori che, operando con l'imposizione delle mani, attribuiscono questa loro supposta capacità guaritrice ad un qualcosa (che alcuni chiamano "fluido", altri "forza" e altri "energia") che proverrebbe dall'interno del proprio corpo e, attraversando le mani, entra nel corpo del ricevente. Il termine "prana", introdotto per dare un nome a questo "qualcosa", è stato accolto con grande successo da numerosi guaritori italiani senza però mutuarne il significato religioso induista.

La pranoterapia si basa sui seguenti presupposti:

  • che esista il prana (o comunque un "fluido", una "forza" o un'"energia" a cui si può dare il nome di prana) il quale è presente in ogni corpo umano e in ogni organo del corpo umano, in maggiore o minore quantità da individuo a individuo e da organo a organo;
  • che il prana in un corpo o in un organo possa trovarsi in stati di maggiore o minore equilibrio, fino a trovarsi in stati di maggiore o minore squilibrio, e che all'equilibrio di prana corrisponda il benessere (del corpo o dell'organo) mentre allo squilibrio di prana corrisponda il malessere e addirittura la malattia;
  • che il prana si possa trasferire dal corpo dell'operatore al corpo del ricevente tramite l'imposizione delle mani in corrispondenza del malessere e che questo trasferimento possa riportare l'equilibrio nel prana (e quindi il benessere) di chi riceve.

Il primo punto fa parte della sfera religiosa o spirituale di una persona e dunque si trova al di fuori dell'indagine scientifica.

Il secondo punto, sostenendo che l'origine dei malesseri e delle malattie sia da attribuire a squilibri di una presunta "forza" o "energia" interna all'organismo, entra già in conflitto con la medicina in quanto è ormai provata l'esistenza di agenti patogeni (ossia in grado di causare malattie) la cui origine è esterna all'individuo.

Il terzo punto si può comunque sottoporre ad analisi sperimentale ed infatti sono stati effettuati diversi esperimenti volti a verificare se questo supposto passaggio di prana può migliorare le condizioni di un paziente, ma l'unica prova di efficacia riscontrata su pazienti sottoposti a pranoterapia è la stessa di un placebo.

Il termine pranoterapia deriva dal sanscrito "प्राण (prāṇa)", che significa "respiro vitale, energia vitale", e dal greco antico "θεραπεία (therapéia)", che significa "cura, guarigione" e quindi "terapia".

I pranoterapeuti avanzano alcune ipotesi per avvalorare il presunto funzionamento della pranoterapia, quelle tra loro più condivise, pur non essendo alcuna di esse scientificamente provata, sono le seguenti:

Ipotesi psicosomatica

Secondo questa ipotesi, priva di riscontri oggettivi, ogni malattia sarebbe psicosomatica in quanto la costituzione psicofisica del malato potrebbe avere un peso nell'insorgenza e nel decorso delle affezioni, ogni patologia influenzerebbe poi anche la psiche.

Secondo i pranoterapeuti la pranoterapia, e il trattamento aurico in particolare, comporterebbero non soltanto cambiamenti fisici ma anche psicologici, mentali ed emotivi, nel paziente. Il primo passo per raggiungere la buona salute consisterebbe nel non negare l'esistenza di un problema e nel non reprimere i sentimenti che questo suscita. La strada che conduce alla guarigione si articolerebbe poi in sette tappe, che ricalcano lo schema formulato da Elisabeth Kübler Ross sugli stadi della morte.

La Kubler Ross ha individuato cinque fasi di avvicinamento alla morte in malati terminali:

  • il rifiuto
  • la rabbia
  • il patteggiamento
  • la depressione
  • l'accettazione

Nel percorso verso la salute vi sono altre due tappe successive:

  • la rinascita
  • la ristrutturazione

Ipotesi energetica

Quest'ipotesi, anch'essa priva di riscontri oggettivi, si basa sull'assunto che ogni cosa nell'universo sia costituita da una particolare forma di energia e che quindi anche l'uomo sarebbe il prodotto di cosiddetti campi energetici.

Nella tradizione indiana quest'energia prende il nome di prana da cui il nome di pranoterapia, ed è considerata l'elemento base delle diverse forme di vita.

Secondo questa ipotesi, esisterebbero dei micro campi magnetici causati dal flusso di entità chiamate biofotoni, servendosi di una cosiddetta immunoneuromodulazione farebbe attivare le difese immunitarie dell'organismo mediante la stimolazione delle zone linfatiche e di riflessi nervosi e farebbe avvenire la liberazione di "endorfine". In base a ciò, l'azione riequilibratrice energetica, si servirebbe dei chakra, che sarebbero delle specie di centraline bioenergetiche del corpo umano.

In tutti gli studi scientifici volti a comprovare eventuali poteri pranoterapici, tuttavia, non si è mai assistito ad alcuna irradiazione di energia paranormale da parte dei pranoterapeuti, né è mai stata trovata alcuna prova che gli stessi fossero in grado di produrre effetti benefici sul corpo di persone malate.

Ipotesi naturale

Il concetto che sta alla base di questa ipotesi è l'energia vitale (prana). Il prana si troverebbe in tutte le cose animate, circondandole e penetrandole, per cui l'apparente mancanza di vita sarebbe dovuta a una minore manifestazione di questa energia.

Il prana sarebbe presente in tutte le manifestazioni della natura. Analogamente all'assimilazione dell'ossigeno nel sangue, il prana verrebbe concentrato nel sistema nervoso e scambiato con tutti i tessuti, donando loro forza e vitalità.

Pranoterapia e cristianesimo

La Chiesa cattolica, mediante un documento della Conferenza Episcopale Italiana del 7 luglio 2000 sulle istituzioni sanitarie cattoliche, invita alla prudenza riguardo alle medicine alternative tra cui la pranoterapia: "(…) un gruppo assai eterogeneo di pratiche terapeutiche, più o meno diffuse, più o meno conosciute (...) Senza entrare nel merito di una loro possibile efficacia, bisogna rilevare innanzitutto la possibilità di un eventuale danno per il paziente che vi si sottoponga, abbandonando al contempo una terapia più “tradizionale” ma di provata efficacia. Il secondo, più delicato problema, anche di ordine pastorale per la Chiesa, riguarda il possibile coinvolgimento, da parte di alcune di esse, con filosofie orientali difficilmente compatibili con la fede cattolica e qualche volta persino accompagnate da pratiche occultistiche. Pertanto (…) la Chiesa deve sentirsi fortemente interpellata ad approfondire il problema, acquisendo la necessaria competenza per un sicuro discernimento, nel rispetto della metodologia scientifica che riconosce nella medicina una scienza sperimentale. In particolare, occorre chiedersi se il ricorso sempre più frequente alla medicina non convenzionale non sia per caso l'effetto di non adeguate applicazioni della medicina allopatica."

1 commento:

  1. Grazie Achille, esilarante la Ilenia che emana scosse dalle poppe e quel tuo pudore a NON esplorare i suoi orifizi, mitico....AHHHHHHHHHHH
    Antonio Giordano

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