lunedì 30 gennaio 2023

Un inedito del Maestro dell'annuncio ai pastori

fig.1 - La chiamata di Abramo - (140x280) - 
Napoli collezione privata


ll dipinto (fig.1) che presentiamo ai lettori: Una chiamata di Abramo (140x280) di proprietà di una prestigiosa collezione napoletana rappresenta una preziosa aggiunta al catalogo del Maestro dell'annuncio ai pastori, alias Bartolomeo Passante, il suo nome acclarato, come abbiamo dimostrato in maniera incontrovertibrile nella nostra monografia (fig.2), "Il vero nome del Maestro dell'annuncio ai pastori" consultabile in rete digitandone il titolo.
Il quadro presenta come sempre le pecore sovrastate da vispi angioletti e sembra ammonire che l'unica salvezza per i poveri può venire solo e soltanto dal cielo, per cui possiamo affermare che l'autore ha saputo tradurre sulla tela le misere condizioni della plebe napoletana e deve essere considerato il più acuto interprete della questione meridionale.
Fiumi di libri ed articoli sono stati dedicati alla questione meridionale ed alle eclatanti differenze nel tenore di vita tra regioni settentrionali e meridionali; fior di intellettuali, politici ed economisti, da Giustino Fortunato a Rossi Doria, fino a Compagna, fondatore della mitica rivista Nord e Sud  si sono arrovellati per cercare una soluzione a palesi ingiustizie e molti, anche tra gli storici, credono che la delicata questione sia sorta dopo l’unità d'Italia, ma il problema è di più antica origine come ci dimostrano, con la rara eloquenza del loro pennello, un gruppo di agguerriti pittori del secolo d’oro, in particolare tra questi, nel solco del naturalismo di lontana matrice caravaggesca e sempre nell’orbita del Ribera sanguigno e dal tremendo impasto è da collocare, tra la fine del secondo decennio e l’inizio del successivo, la comparsa sulla scena artistica napoletana di un pittore dal fascino singolare e dalla tematica originalissima, che gli studiosi collocano sotto il nome convenzionale di Maestro degli Annunci ai pastori dal soggetto di suoi numerosi dipinti conservati in vari musei e raccolte private da Capodimonte a Birmingham, da Brooklyn a Monaco di Baviera.
Il Maestro degli Annunci ai pastori va collocato idealmente in quel gruppo di artisti di cui in seguito faranno parte Domenico Gargiulo, Aniello Falcone, Francesco Fracanzano e soprattutto Francesco Guarino, i quali saranno impegnati in un’accorata denuncia delle misere condizioni della plebe, dei contadini e delle classi popolari e subalterne. Una sorta di introspezione sociologica ante litteram della questione meridionale, indagata nei volti smarriti dei pastori, dalla faccia annerita dal sole e dal vento, dei cafoni sperduti negli sterminati latifondi come servi della gleba; immagine di un mondo contadino e pastorale arcaico, ma innocente e la cui speranza è legata ad un riscatto sociale e materiale, che solo dal cielo può venire, come simbolicamente è rappresentato dall’annuncio ai pastori, il cui sostrato e l’iconografia religiosa sono solo un pretesto di cui il pittore si serve per lanciare il suo messaggio laico di fratellanza ed uguaglianza.
Le condizioni di vita e di lavoro di contadini e pastori sono state per millenni dure dovunque, ma nel profondo sud, sia sotto gli Spagnoli che sotto i Borbone, sono state ulteriormente aggravate dall’abbandono al suo destino del latifondo, utilizzato unicamente per ricavare un reddito da parte di una classe sociale ottusa e rapace.
Il pittore è rimasto a lungo anonimo, nonostante la recente, ma non convincente, proposta da parte della critica di identificarlo con lo spagnolo Juan Do, perché l’iconografia dei suoi dipinti era rivoluzionaria e di conseguenza nessuna committenza pubblica gli è stata mai assegnata né dalla Chiesa, né dalla nobiltà, da cui la mancanza di documenti di pagamento negli archivi cittadini. La sua attività  copre un arco di poco meno di trent'anni, durante i quali vi fu un lungo periodo di vigorosa e rigorosa adesione al dato naturale, spinto oltre i limiti raggiunti dallo stesso Ribera, con una tavolozza densa e grumosa e con una serie di prelievi dal vero, dal volgo più disperato: una lunga serie di piedi sporchi, di calzari rotti e di vestiti impregnati dal puzzo delle pecore.
I secoli sono trascorsi, ma la situazione poco è cambiata, mentre la forbice economica nei riguardi del nord si è ulteriormente divaricata. I giovani sono costretti a fuggire in cerca di un futuro migliore, dando luogo ad una diaspora rovinosa che tronca anche la speranza di un’inversione di tendenza. Tutto nel silenzio degli artisti e degli intellettuali, infatti anche la loro voce  è divenuta fioca e nessuno più ascolta il loro canto disperato.

Achille della Ragione 

fig. 2 - La copertina della mia monografia


4 commenti:



  1. Ottimo dipinto ottima monografia
    Giancarlo Righi

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  2. Non credo che l'intenzione fosse quella di fare emergere la distanza tra Nord e Sud in quanto, al tempo nel quale la tela è stata eseguita, il Nord come entità unica nemmeno esisteva. Forse si ravvisavano tanti Nord, come tanti altrove.
    Invece credo sia più corretta la lettura di una denuncia sociale insita nel Regno stesso, dove ricchezze e miserie plebee coesistevano stridentemente.
    D'altra parte la costruzione del Real Albergo dei Poveri, voluta da un monarca Borbone, nasce proprio da questa consapevolezza, delle condizioni di vita non dignitose dei propri sudditi.
    Il Nord, rispetto al Sud, è una entità -nuova- creata a tavolino da rapaci e scaltri uomini di potere. Tanto è vero che ci troviamo come siamo pur essendo prima del 1861 un Stato ricco, in cultura ed in moneta. Il Banco di Napoli, delle due Sicilie, era colmo d'oro. Ma questo tu lo sai meglio di me. Aggiungo che alle autonomie differenziate proporrei una disannessione. Che ognuno faccia per sé, visto che quando noi abbiamo bisogno ci trattano da inferiori, quando hanno bisogno loro ci rapinano. Ultimo episodio che io ricordi l'Alfa Romeo, voluta svendere da Prodi a favore del li a Fiat. Eppure erano macchine molto ben fatte da un signore del Sud l'ingegnere Romeo di Sant'Antimo.
    Patrizia D'Amato

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  3. Grazie Achille per questa bella disamina etno-sociologica delle sperequazioni sociali fra Nord e Sud, ormai credo, insanabile. Mi permetto, per quel poco che so e che ho visto di questo sommo pittore, di dubitare sull'autografia del Maestro dell'Annuncio ai pastori di questa chiamata di Abramo che mi pare in tutta sincerità di qualità inferiore... qui la dico e qui non la nego. Resta comunque una mia opinione.
    Grazie comunque per avermi data la possibilità di sbirciare sulla tua monografia di Bartolomeo Passante
    Antonio Giordano

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  4. GRAZIE e tanti complimenti!
    Mario De Bonis

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