sabato 24 novembre 2018

Napoli e Caravaggio ringraziano il Pelide

Il Martirio di sant'Orsola (140,5 × 170,5 cm) eseguito nel 1610 da Caravaggio
e conservato presso la galleria di palazzo Zevallos a Napoli

La storia che vogliamo raccontarvi ha come interprete principale un personaggio che molti di voi conoscono molto bene e che noi chiameremo con un suo pseudonimo di derivazione omerica: il Pelide ed é ambientata intorno al 2005, quando una grande banca del nord, da qualche anno, con un'operazione scellerata, aveva acquisito la proprietà del Banco di Napoli ed aveva trasferito la sua celebre collezione di dipinti a Palazzo Zevallos a fare compagnia al Martirio di Sant'Orsola, capolavoro del Caravaggio.
Il Nostro eroe, come é noto, nonostante i nobili natali e la cultura straripante, ama adottare, soprattutto quando fa caldo, un abbigliamento casual: calzoni corti, sandali francescani con unghie staripanti e spesso e volentieri canottiere colorate, che ben evidenziano un'antica muscolatura da culturista.
Con questa tenuta aveva deciso di accompagnare ad ammirare Caravaggio un gruppetto di amici venuto da Roma, tra cui il compianto studioso Maurizio Marini, tra i massimi esperti del Merisi; per cui fu grande la sorpresa quando si accorsero che; nonostante la temperatura africana, le sale erano affollate da decine di visitatori in giacca e cravatta.
Il mistero fu subito chiarito: si trattava di alti dirigenti bancari, venuti a Napoli da tutta Italia, per ammirare la splendida collezione di dipinti, ma soprattutto per ascoltare un discorso di Bazoli, vertice supremo della banca nordica, nuova proprietaria, il quale, dopo aver arringato la folla, fece una incauta dichiarazione: "Tempo un mese e questo Caravaggio si trasferirà a Milano dietro la mia scrivania".
Illustre presidente lei sta preannunciando il compimento di un reato penale, unica scusante la sua ignoranza, perché non sa che il quadro è sottoposto ad una notifica particolare da parte dello Stato, che lo dichiara inamovibile dal luogo ove è conservato; se non dovessero accorgersi del trasferimento, sarà compito mio denunciarlo alla procura della Repubblica.
Il discorso si interruppe bruscamente per l'imbarazzo dell'oratore, il quale volle sapere io chi fossi e grande fu la sua meraviglia quando candidamente risposi:"Sono un napoletano e difendo strenuamente gli interessi della mia amata città".


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