lunedì 11 agosto 2014

Fecondazione eterologa, parliamone ancora



Un nostro recente articolo sull’argomento: Fecondazione eterologa, come, quando, perché, inviato a tutti i ginecologi e parlamentari italiani, ha sviluppato un vivace dibattito sulla stampa e sulla rete e ci ha fatto pervenire numerosi commenti ed osservazioni, che ci inducono a ritornare sul tema, anche per cercare di disinnescare la trappola del governo, il quale, annunciando un decreto legge per regolare la materia, vuole annullare gli effetti liberatori della recente Corte Costituzionale sulla legge 19 febbraio 2004 n. 40 (Norme  in materia di procreazione medicalmente assistita.
L'intervento legislativo chiaramente rivolto a riempire un vuoto nella disciplina di un fenomeno così complesso e eticamente sensibile, ha sollevato com'è noto sin da subito vaste reazioni nell'opinione pubblica, in cui la contrapposizione dei diversi orientamenti ha trovato un momento di emersione nello svolgimento del referendum abrogativo tenutosi il 12 e il 13 giugno del 2005. Il mancato raggiungimento del quorum, unito al persistere di forti dissensi intorno ad alcune scelte operate dalla legge, ha tutta via fatto si che, progressivamente, le redini del dibattito pubblico intorno alla fecondazione assistita venissero prese in mano dai giudici, in primis quelli ordinari e amministrativi fino ad arrivare alla Corte Costituzionale e da ultimo alla Corte Europea dei diritti dell'uomo, che sono state investite da una serie di doglianze intorno ai punti più controversi della Legge 40.
Il grosso pericolo che bisogna scongiurare è di precipitare nello stesso errore della legge 194/1978, che regola l’interruzione volontaria della gravidanza, la quale permette la pratica dell’aborto solo e soltanto nelle strutture pubbliche, penalizzando la scelta della donna di potersi rivolgere ad un ginecologo di sua fiducia.
Una legislazione assurda ed unica in Europa, che durerà fino alla pronuncia della Corte di Giustizia europea, che personalmente ho investito della questione.
Tra le tante mail che ho ricevuto voglio segnalare la parte centrale di una pervenutami dall’avvocato Cosimo Di Lorenzo di Roma, il quale sottolinea il ruolo sempre più incisivo assunto dalle istituzioni giuridiche internazionali nel rendere omogenee le normative degli Stati europei.
“Un elemento centrale cui si presterà attenzione è costituito  dall'irruzione sulla scena della Corte Europea dei diritti dell'uomo, le cui pronunce rese in materia (sia nei rispetti dell'Italia che di altri Paesi) hanno assunto, soprattutto di recente, una progressiva centralità nell'articolazione delle censure rivolte contro la legge in questione . In questa prospettiva, l'interrogativo intorno alle sorti del diritto alla salute non può non muovere, di conseguenza, anche da un'indagine intorno alla cause dalla centralità acquisita dagli argomenti europei nella giurisprudenza interna, considerato se non altro che su un tema come questo - lo si può notare sin da ora - l'articolazione e la ricchezza dei profili di tutela presenti nella nostra Costituzione (che collocano il diritto alla salute al crocevia di una molteplicità di interessi  e valori costituzionalmente rilevanti, anche attinenti a supremi principi costituzionali) avrebbe dovuto rendere recessiva la struttura ben più scarna dal pronto di vista dei valori tutelati e sistematicamente neutra dei diritti e delle libertà contenute nella Convenzione”.
Senza dilungarci inutilmente invitiamo l’opinione pubblica, anche se distratta dalle vacanze, a vigilare sull’operato del governo e chi volesse approfondire l’argomento può consultare sul web il mio breve saggio ”L’embrione tra etica e biologia”
Achille della Ragione

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