mercoledì 9 aprile 2014

L'abuso vergognoso delle perquisizioni





Una delle pratiche più perverse alle quali sono sottoposti i reclusi, con un accanimento degno di miglior causa, sono le perquisizioni delle celle, che avvengono con ritmo incessante al punto da configurare senza ombra di dubbio il reato di stalking.
Nel migliore dei casi, prima delle 8 del mattino, una squadretta di 6-7 guardie penitenziarie si presenta all'improvviso ed invita perentoriamente gli occupanti della cella a svegliarsi, a lasciare la latrina, anche se nel pieno di un improcrastinabile bisogno fisiologico e dopo una perquisizione personale, chiusi a chiave in una saletta dove attendere la fine delle operazioni.
Nessuno può essere presente e qui viene a manifestarsi  la  prima grave irregolarità, perché chi può assicurarci che tendenziosamente non vengano portati dall'esterno corpi di reato: una bustina di droga o una lima, la cui proprietà poi venga contestata ad uno dei detenuti.
In tutti i penitenziari europei, alla stregua di ciò che avviene nel corso di una perquisizione domiciliare autorizzata dal magistrato, è permesso assistere alla stessa e se alla fine viene riscontrata qualche irregolarità, l'interessato può fare le sue osservazioni sul verbale di sequestro.
Un altro palese abuso è costituito dalla possibilità di leggere la corrispondenza conservata dal recluso e qui ci troviamo davanti ad un palese reato previsto e punito dal codice penale.
Infine, e questo è l'aspetto più inquietante, al ritorno nella cella, il più delle volte, il detenuto trova i suoi  effetti personali sparpagliati sul letto se non a terra e deve a fatica cercare di rimettere a posto cose a cui tiene tantissimo: foto dei familiari, lettere, appunti, vestiti, generi alimentari.
Lo spazio fisico riservato ad ognuno è come sappiamo limitatissimo ed ancor più ridotto è quello dove riporre il necessario per sopravvivere: angusti armadietti con capienza limitata, per cui ci si arrangia conservando in scatoloni posti sulle bilancette ciò che materialmente non trova spazio negli armadietti.
Capita di frequente di trovare a terra tutto ciò che è contenuto in questi pietosi scatoloni, che vengono sequestrati e buttati nella spazzatura con minaccia di sanzioni disciplinari, che spesso fanno bollire di rabbia e per non reagire è necessaria una pazienza superiore a quella di quella di Giobbe.

Il crepuscolo dei diritti e della dignità umana

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