Antonio Brunetti |
I primi mesi del salotto di Donna Elvira furono caratterizzati da una presenza unicamente femminile, furono poi le stesse signore ad insistere presso la padrona di casa (opps di villa) ad accogliere un certo numero di maschietti, che furono sempre una minoranza.
in quel periodo va inquadrata la relazione tenuta dall’Ingegner Antonio Brunetti su Internet prodigi attuali e prospettive future.
Il merito maggiore del conferenziere era ed è quello di essere di essere il cugino di Elvira e per una breve biografia ci siamo rivolti al medesimo, il quale cortesemente ce la ha fornita, naturalmente via Internet.
All’esimio Dott. Achille della Ragione
Sed et lacus quis enim mattis nonummy
Achille, Natale è passato da un pezzo e così pure Capodanno ed il miracolo non avvenne!
Avverrà adesso? Ti invierò queste note biografiche? Mah, ancora non lo so. Mò ci provo iniziando dai semplici dati anagrafici…
Nato a Portici il 23 febbraio 1956 ed ivi residente (a Milano direbbe Totò);
studi: laurea in ingegneria meccanica;
hobby: informatica, motociclismo, lettura (romanzi e storia), musica (tutta), scacchi (a fasi alterne e con scarso rendimento);
lavoro: finché dura, crisi permettendo, dirige l’azienda metalmeccanica di famiglia;
sposato con Emilia De Paola, insegnante di inglese al liceo Silvetri di Portici;
Due figlie, Maria Brigida, che studia fisica delle particelle; Cristiana, che studia psicologia.
Fin qui tutto facile ma ora?
In tempi felici, ma non lo sapevamo, ricoprii indegnamente il ruolo di relatore per il nascente fenomeno di Internet al famoso salotto culturale di donna Elvira, che ben altri nomi aveva visto esibirsi.
Altro, così su due piedi, non saprei aggiungere e se anche lo facessi a pochi interesserebbe…
Poi mi hai chiesto una foto, a questo punto, sono in ballo e ballerò, per cui dopo aver stampato questa missiva, cercherò la mia foto più bella, che stranamente è quella sulla mia ultima carta di identità e la spedisco ad Elvira.
Un abbraccio Achille e scusami se ti trascuro, in realtà ti penso tutti i giorni ma, non so perché, rimando sempre il momento di scrivere e, a volte, perfino quello di leggere la tua lettera, per quanto gradita essa sia, per cui ti prego di non demordere…
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