Eduardo Caianiello |
Eduardo Caianiello, nato a Napoli nel 1921, scomparso nel 1993, è stato uno dei più grandi fisici italiani.
Laureato in Fisica a Napoli nel 1944, conseguì il PhD all’università di Rochester (New York) nel 1950.
Dopo aver insegnato a Torino, Roma e Princeton, dal 1956 è stato professore di Fisica Teorica prima all’Università di Napoli e poi, dal 1973, in quella di Salerno.
I suoi principali contributi hanno riguardato la Teoria Quantistica dei Campi e la cibernetica. In particolare, è stato un pioniere nello studio delle Reti Neurali.
Ha affiancato alla ricerca scientifica un’intensa attività organizzativa e direttiva. Ha fondato e diretto l’Istituto di Fisica Teorica all’Università di Napoli, il Laboratorio di Cibernetica del CNR ad Arco Felice (Napoli), la Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’Università di Salerno, l’Istituto Internazionale per gli Alti Studi Scientifici (IIASS) a Vietri sul Mare (Salerno) e la Scuola di Perfezionamento in Scienze cibernetiche e fisiche.
I suoi principali contributi riguardano la teoria delle reti neurali adattive. Fondamentale contributo in tal senso è l’Equazione di Caianiello (Caianiello’sequation) con cui si formalizza la teoria dell’apprendimento hebbiano.
Molti sono gli allievi e continuatori del pensiero scientifico di Caianiello. Tra questi: Francesco Guerra, Francesco Lauria, Salvatore Rampone, Luigi Maria Ricciardi, Giuseppe Trautteur.
L’Istituto di Cibernetica nasce nel 1968 da un’idea, particolarmente ambiziosa per quegli anni, del suo fondatore, Eduardo Caianiello, di raccogliere intorno ad un obiettivo comune, la Cibernetica, competenze provenienti da discipline diverse. Durante le direzioni che sono seguite, le attività dell’Istituto si sono orientate, seguendo un trend mondiale, verso una sempre maggiore specializzazione tematica in specifici settori disciplinari che si sono nel frattempo affermati e consolidati, mantenendo allo stesso tempo una spiccata capacità d’interazione interdisciplinare a livello metodologico. Negli ultimi anni questa “capacità di dialogo”, oltre a facilitare l’elaborazione di collaborazioni multi ed interdisciplinari con varie istituzioni scientifiche, ha condotto ad elaborare diversi progetti interdisciplinari anche all’interno dello stesso Istituto.
Ebbi occasione negli anni Ottanta, durante le feste natalizie, di trascorrere un’intera giornata con il personaggio, ospite della sua splendida casa nel castello sul mare a Rivafiorita. Mi ci recai grazie a Giosi Campanino, un estroso personaggio del quale purtroppo da tempo ho perso le tracce.
Durante l’incontro ebbi modo di raccogliere una sorta di confessione da parte del professore, amareggiato per le difficoltà che s’incontrano a Napoli per organizzare un progetto con criteri d’efficienza e competitività.
“Se decidessi d’andarmene da Napoli, me ne andrei a Tokio”. L’Estremo Oriente l’affascinava. Nel suo salotto pitture e stampe cinesi alle pareti ed in vetrina e negli scaffali, avori indiani, smalti indonesiani, statuette giapponesi.
Egli citava disinvoltamente Confucio e proverbi nipponici. Spiegava agli ospiti: “Il Giappone è passato direttamente dal feudalesimo all’elettricità, senza attraversare la civiltà del vapore. Una rivoluzione tecnologica che potrebbe attuarsi anche nel meridione, se si decidesse di entrare in una società cibernetizzata. Forse potrebbero farlo i nostri giovani, che sono molto dotati, ma costretti a muoversi tra strutture carenti”.
Sogni che purtroppo non si sono realizzati ed inconsciamente Caianiello lo sapeva e cercava di consolarsi nel tempo libero leggendo libri di storia, una passione coltivata da quando era ragazzo e componeva in latino e scriveva poesie. Credeva che avrebbe scelto una facoltà umanistica, invece abbracciò la via della matematica e della fisica. Riteneva però che scienza ed umanesimo s’intrecciassero nelle tre più importanti creazioni dell’intelligenza umana: alfabeto, sistema numerico decimale, teorema di Pitagora.
Sono state fondamentali per il bene ed il male del genere umano: hanno favorito lo sviluppo della civiltà ma anche i calcoli balistici.
La quarta grande creazione è la cibernetica.
Fu il padre della cibernetica, l’austriaco NorbertWiener, durante una passeggiata tra i vicoli di Spaccanapoli, a pensare ad una valorizzazione turistica della zona greca di Napoli”.
Concluse con un invito alla città ed ai giovani: “E’ inutile litigare su come ripartire la povertà quando, guardandoci in giro, possiamo adoperarci per creare la ricchezza”.
LA foto non è di Eduardo Caianiello ma di Settimo Termini
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