La biblioteca dei Girolamini ha costituito da sempre uno dei fiori all’occhiello di Napoli, con un prezioso patrimonio librario secondo solo a quello della Nazionale ed una spettacolare sala Vico, di una tale grandiosità che è arduo trovare in Italia un’altra con cui possa gareggiare.
Sala Vico da tempo immemorabile non visitabile. Ricordo che quando accompagnai, nel corso delle mie visite guidate, un centinaio di appassionati a visionarla, dovetti chiedere permessi e favori a destra e manca, come nessun altro monumento “negato” della città.
La biblioteca è stata sempre custodita dai monaci dell’annesso convento, dove spesso vi erano fenomeni tra il magico ed il segreto, che richiedevano per essere interpretati di un esperto in esoterismo che avesse “occhi per vedere ed orecchie per sentire”. Ed a conferma di questi fenomeni ci viene in aiuto un inquietante episodio accaduto nel convento dei Girolamini, citato da diverse fonti, riguardante la permanenza come ospite di un illustre cavaliere Don Carlo Ulcano, durante la quale, di notte le suppellettili si spostavano, pietre cadevano dal soffitto, in un incalzare di frastuoni di catene e porte che cigolavano, mentre spesso i monaci si svegliavano legati tra loro per la tonaca. Di giorno tutto si svolgeva regolarmente, mentre di notte si scatenava un vero e proprio Inferno.
Andato via il cavaliere i fenomeni scomparvero ma le fonti non spiegano il perché.
Don Carlo si era recato nel convento né per meditare, né in preda ad una crisi mistica, bensì perché intendeva consultare durante la notte quei libri, allo scopo di scoprire i segreti della evocazione, che tanto interesse destavano nella aristocrazia tra il Cinquecento ed il Seicento, un secolo che vide celebrarsi numerosi processi per stregoneria.
Inesperto egli nel legger le formule scatenava incontrollate presenze malefiche, che si riversavano sui malcapitati frati, senza riuscire a creare quel cerchio difensivo che avrebbe saputo preparare un occultista esperto.
biblioteca girolamini |
Sala Vico |
biblioteca Gerolamini: sala Vico |
Con il terremoto del 1980 fu assestato il colpo di grazia alla biblioteca, prima con i gravi danni provocati dal sisma, poi con l’invasione da parte di coloro che abitavano in case pericolanti, i quali senza che nessuno si opponesse al loro disegno criminoso, si trasferirono in massa con materassi e suppellettili nei locali della biblioteca, dove vissero indisturbati per anni e colmo della sfrontatezza, novelli barbari, bruciarono le pagine di centinaia di codici ed incunaboli per riscaldarsi nelle tiepide notti partenopee.
Dopo la plebaglia ed un interminabile periodo di chiusura, è stato il momento dei colletti bianchi, che per anni, con la regia del direttore De Caro, hanno depredato migliaia di preziosi volumi della sfortunata biblioteca, che sono finiti in private raccolte e sul mercato internazionale. In un filone secondario dell’indagine è spuntato anche il nome del senatore Dell’Urti, bibliofilo accanito, indagato per in concorso in peculato, il quale ha dichiarato che si trattava di omaggi del direttore ed ha restituito alcuni volumi, ma non ancora una copia dell’Utopia di Tommaso Moro, che dichiara candidamente di aver smarrito.
Finalmente si è giunti alla 1^ udienza del processo con rito abbreviato, nel quale il PM Antonella Serio ha chiesto pesanti condanne per i 6 imputati, i quali, con ruoli diversi avrebbero portato nottetempo via, nascosto e rivenduto i libri antichi “con un brutale e sistematico saccheggio”, dei quali solo una piccola parte è stata ritrovata, grazie alla collaborazione di antiquari stranieri. Risaltano i dieci anni di reclusione per il direttore De Caro ed i sei anni e sei mesi per Viktoriya Pavloskiy, la sua factotum tuttofare…
Massimo Marino De Caro, direttore della Biblioteca Girolamini fino al 19 aprile 2012 |
facciata Girolamini ingresso su Via Duomo |
Chiostro Girolamini |
Chiesa dei Girolamini |
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