giovedì 6 marzo 2014

Il cultore dei testi antichi

Il cultore dei testi antichi - Mario Scognamiglio


L’altro giorno ci ha lasciato Mario Scognamiglio, una leggenda nell’universo dei bibliofili, proprietario da quaranta anni della libreria Rovello, nel cuore di Milano, fondatore dell’ALDUS CLUB, che raccoglieva nomi prestigiosi nella rivista L’ESOPO e nell’ALMANACCO DEL BIBLIOFILO.
Nato a Napoli nel 1930 aveva conservato immutato il tratto garbato ed il carattere volitivo del napoletano DOC, città dove amava ritornare spesso, perché conservava tanti amici sinceri, tra i quali il più prestigioso, il presidente della repubblica Giorgio Napolitano.
Giornalista, era stato a lungo corrispondente da Mosca per l’Unità. Poi dal 1975, lasciata la professione, si era dedicato anima e corpo alla sua mitica libreria frequentata da nomi prestigiosi della cultura italiana: Sciascia, Eco, Andreotti, Pontiggia, Diliberto, Dell’Utri, Lombardi e tanti altri.
Da tempo era amareggiato, non tanto per una grave malattia che lo aveva aggredito, quanto per l’aver dovuto chiudere da un anno la sua leggendaria libreria, travolto dall’incalzare delle vendite in rete e dal trionfo dell’ignoranza e della volgarità.
Ogni anno, per la presentazione del suo almanacco, sceglieva una sede diversa e più di una volta con mia moglie Elvira ho avuto l’onore di partecipare a tali autorevoli consessi. Una volta ci si riunì ad Alessandria in Egitto, a rammentare la distrutta Biblioteca, che raccoglieva tutto il sapere dell’antichità. E poi a Napoli nella Biblioteca Nazionale ospiti del colto direttore Giancaspro socio dell’Almanacco ed impeccabile anfitrione dell’evento, incentrato su una Lectio Magistralis di Umberto Eco.
Il giorno dopo visita guidata, dal sottoscritto, ai tesori del Museo di Capodimonte e conservo gelosamente i libri che mi dedicarono Andreotti e lo stesso Eco.
L’ultimo atto di Scognamiglio fu di consegnare agli amici più cari un libro testamento: ZIBALDONE DI INVISE VERITÁ, meditate a Mosca sfarfallando nel tempo. 300 esemplari con numeri romani e 30 con numeri arabi.
Una sintesi del suo lavoro e della sua passione ed inoltre un foglio con il CANTICO DELLE CREATURE del santo poverello letto da Umberto Eco tra la commozione generale. Poi è calato il silenzio ed ora ci troviamo tutti più soli e più poveri.

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