lunedì 24 febbraio 2025

La fontana del carciofo



La Fontana del Carciofo è un luogo iconico di Napoli, infatti è situata nella centralissima Piazza Trieste e Trento a  pochi passi da piazza Plebiscito dal teatro San Carlo e da palazzo reale. Deve il suo nome "Carciofo" alla forma della corolla centrale da cui sgorga l'acqua, che ricorda un carciofo.



Fu Achille Lauro a volere la costruzione di questa fontana nel periodo della sua giunta comunale, tra il 1952 e il 1956. Nei progetti preliminari del Comune infatti al centro della piazza doveva essere posta la fontana di Monteoliveto, proveniente dall'omonima piazza, a questa volontà, si oppose fermamente nel 1955 il Consiglio Superiore delle Belle Arti. Ma "Il comandante" Achille Lauro non si arrese e per “dispetto” fece costruire, in tempi velocissimi una fontana ex novo, sostenendo personalmente tutte le spese e offrendo il nuovo monumento in dono alla città  di Napoli. Lauro affidò l'incarico di progettazione della fontana agli ingegneri  Carlo Comite, Mario Massari e Luigi Fedele. E la fontana del Carciofo, fu inaugurata la sera del 29 aprile 1956.



La fontana è composta da due livelli: alla base c'è una grande vasca con al centro un'altra piccola vasca sopraelevata che sorregge una scultura a forma di corolla floreale. Sui tre lati del monumento trovano posto tre coppie di vasi decorati. È dalla forma della corolla, somigliante ad un carciofo, che proviene il nomignolo popolare della fontana. Nel corso del 2015 il monumento venne sottoposto a profondi lavori di restauro e pulizia, tornando così al suo aspetto originario.


La fontana del Carciofo data la sua posizione è un importante punto di riferimento per tutti i Napoletani. Ma il monumento è legato a doppio filo con la squadra di calcio cittadina, visto che la sua costruzione fu fortemente voluta da Achille Lauro, ex sindaco, ma anche ex presidente della SSC Napoli tra gli anni '40 e '60. Purtroppo non di rado i tifosi, nell'impeto dei festeggiamenti per la squadra di calcio, hanno assaltato il monumento, causando danni alla ringhiera in ferro e ai marmi.




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