Il Chiostro del Suor Orsola è uno dei chiostri monumentali di Napoli, edificato ai piedi del colle di Sant'Elmo al n.10 dell'omonima via.
Fig.1 Particolare dei viali del chiostro del Suor Orsola |
Venne costruito nella prima metà del XVII secolo all'interno del preesistente complesso dell'Immacolata, legato all'opera di Orsola Benincasa, figura mistica e profetica (1547-1618) a capo di un ordine di clausura, che aveva desiderato di appartarsi con le consorelle lontano dalla città.
Il chiostro, un ampio quadrato di 33.000mq, è limitato da tre corpi di fabbrica disposti ad U e da un muro di cinta in tufo e racchiude altri cinque edifici e giardini. Nel XVIII secolo venne creato il pergolato a pilastri. Nel porticato si conservano due edicole votive decorate con maioliche.
Fig. 2 Il chiostro grande di santa Teresa degli Scalzi |
I chiostri di Santa Teresa degli Scalzi sono due chiostri monumentali situati nell'omonima via di Napoli. Furono eretti al principio del Seicento da Giovan Giacomo di Conforto, su commissione dei frati carmelitani, all'interno di un palazzo da loro acquistato.
All'inizio del Ottocento questi due chiostri hanno rischiato di essere del tutto distrutti per un grandioso progetto di ampliamento del vicino Real Museo Borbonico, proposto dall'architetto Francesco Maresca. Sebbene il progetto fosse stato approvato dal Consiglio dei ministri nel 1802, per la strenua opposizione dei conventuali Teresiani esso non fu mai realizzato e neppure cominciato.
Oggi i chiostri sono di proprietà dell'istituto per non vedenti Paolo Colosimo. Il chiostro piccolo è stato modificato e adibito a sala interna, la cosiddetta sala delle vendite, mentre il chiostro grande (fig.2), a pianta rettangolare con splendido pozzo in marmo e ornato da alcune essenze arboree, non presenta modifiche sostanziali se non la chiusura mediante finestre delle arcate.
Fig.3 chiostro di Sant'Andrea delle dame sede della facoltà di medicina |
La chiesa di Sant'Andrea delle dame (fig.3) venne fondata da quattro nobildonne, figlie del notaio Andrea Palescandolo, le quali, avendo preso i voti nel 1580, istituirono un convento dell'ordine agostiniano dedicato a Sant' Andrea, da allora chiamato "delle Dame". Il monastero è stato soppresso durante l'occupazione francese di Napoli e nel 1884 la chiesa annessa fu chiusa al culto. I bombardamenti che colpirono Napoli durante la seconda guerra mondiale non risparmiarono la struttura, ma il complesso ha ancora mantenuto i suoi tratti originari. Divenne infine una sede dell'Università degli studi di Napoli e, dopo lo scorporo della facoltà di medicina, è sede del polo napoletano della stessa facoltà della Università della Campania Luigi Vanvitelli. La chiesa è stata restaurata nel 2004.
Il progetto del chiostro prevedeva la creazione di un luogo luminoso e spazioso, con alti pilastri di piperno sormontati da arcate della stessa pietra, che reggevano un corpo di fabbrica adibito a dormitorio. Sulla facciata esterna vennero dipinte finte colonne e finte arcate di piperno con le loro decorazioni, incarico affidato al fiammingo Pietro Mennes.
Il Complesso universitario di San Pietro Martire, comunemente detto Complesso di Porta di Massa, è un edificio che si apre lungo Via Porta di Massa ad angolo con corso Umberto I. Dal 1961 è sede del Dipartimento di Studi umanistici dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, che include i corsi di Laurea di Archeologia e Storia dell'Arte, Discipline della Musica e dello Spettacolo, Filologia, Filosofia, Lettere, Lingue e letterature, Psicologia e Storia.
L’edificio fu realizzato nel 1557 dall'architetto Giovanni Francesco Di Palma durante un piano di ristrutturazione generale del complesso domenicano. Durante i lavori, la struttura fu dotata di un interessante sistema idrico che raccoglieva l'acqua da ogni parte del convento e alimentava le fontane dell'edificio; ma la fontana centrale era alimentata dall'Acquedotto della Bolla.
Agli inizi del XVII secolo, nell'edificio nacque l'accademia di San Pietro Martire dove si riunivano i nobili; uno dei suoi membri più illustri fu Onofrio Riccio, medico e filosofo.
Nel medesimo periodo, la peste del 1656, che non risparmiò i frati domenicani, rappresentò una pagina nera della storia del complesso. Ciò nonostante, nel corso della propria esistenza il monastero organizzò feste per il popolo e anche commedie. Tuttavia, nel 1808 fu soppresso per volontà di Giuseppe Bonaparte e la struttura divenne officina di tabacchi per lungo tempo, finché nel 1961 divenne facoltà universitaria dell'Ateneo federiciano. Il complesso fu restaurato dopo il terremoto del 1980.
La struttura dell'edificio è quadrangolare: ogni lato presenta sette arcate, con al centro una fontana del XVI secolo in marmo. All'interno vi è uno splendido chiostro con al centro una fontana esagonale (fig.4-5) a me particolarmente caro perchè vi passeggiavo prima di sostenere gli esami in Lettere moderne, dove tra Trenta e Trenta e lode ho conseguito nel 1985 la mia 4^ laurea.
Fig.4 Fontana esagonale |
Fig.5 Giardino all'interno del complesso universitario di via Porta di Massa |
Il chiostro di Santa Maria della Sanità (fig.6-7) è un chiostro monumentale di Napoli; si erge all'interno dell'omonimo convento, nel centro storico della città.
Fig.6 Chiostro con resti di affreschi |
In origine il complesso religioso constava di due chiostri, quello maggiore e quello minore. Il primo, ormai scomparso a causa delle profonde trasformazioni patite dal luogo di culto, era formato da una vasta pianta rettangolare.
Fig.7 chiostro e affreschi di Santa Maria la sanità |
Il secondo chiostro, invece, nato sul finire del Cinquecento assieme all'edificazione della parte conventuale e tutt'oggi esistente, è a pianta ovale e costituisce tra le più interessanti opere dell'architettura sacra realizzata tra il Cinquecento e il Seicento; il progetto fu affidato al frate Giuseppe Nuvolo, che di fatto fu la prima figura napoletana che seppe sfruttare la pianta ellittica in un luogo claustrale. Sebbene sia stato in parte distrutto dal ponte della Sanità voluto dal re Gioacchino Murat, per collegare via Toledo alla Reggia di Capodimonte, dell'originario chiostro ellittico permangono le arcate e le sezioni di architravi che sovrastato i capitelli di piperno, sulla quale sono scolpiti angeli alati, e gli affreschi delle volte del portico, lavorati in graffiti monocromi nel 1624 da Giovan Battista di Pino e raffiguranti alcuni episodi della vita di illustri domenicani. Il connubio tra il di Pino e fra Nuvolo si ripeterà con il medesimo risultato anche per il chiostro di San Tommaso d'Aquino, andato poi distrutto durante la terribile alluvione del 1656.
Chiostro della Veterinaria
Il Chiostro della Veterinaria (fig.8) si trova in Via Federico Delpino, accanto alla Chiesa di Santa Maria degli Angeli alle Croci.
La struttura, detta così perchè sede della facoltà di Veterinaria, fu costruito nel 1581 dai Francescani Osservanti e, poi, ampliata da Cosimo Fanzago nel XVII secolo quando vi si insediarono i Francescani Riformati. Il chiostro, a pianta quadrata con sette arcate per lato, presenta dei bellissimi affreschi sulle volte a crociera raffiguranti episodi biblici, attribuibili alla scuola di Belisario Corenzio.
Fig.8 Il chiostro della veterinaria |
La struttura della Trinità delle monache fu costruita nel quartiere di Montecalvario e confina con la Certosa di San Martino, il Castel Sant'Elmo e il complesso di Santa Lucia Vergine al Monte. La fondazione della struttura si deve alla nobildonna Vittoria de Silvia (XVII secolo).
Ha assunto vari ruoli, da quelli religiosi a quelli pubblici e, già prima dell'Unità d'Italia, sotto Giuseppe Bonaparte, assunse la funzione di ospedale militare e lo restò fino al secondo dopoguerra.
Il complesso, attualmente, è un insieme eterogeneo caratterizzato da edifici di valore architettonico e storico; non sono mancate le costruzioni recenti, che hanno danneggiato, e, in alcuni casi, alterato l'impianto. L'intera struttura ha una superficie complessiva di circa 25.000 mq (la superficie utile di 9.000mq, più altri 16.000mq distribuiti in aree verdi e cortili). Nella parte bassa dell'edificio, si trova la chiesa della Santissima Trinità delle Monache.
Nel 1808 il complesso venne soppresso ed adibito ad ospedale militare fino al 1992, quando i militari lasciarono il monastero. Tuttavia, a causa della scarsa manutenzione, nel 1897 si registrano i crolli della volta e della cupola, elementi che vennero sostituiti con una modesta copertura a falde. Tra il XIX e il XX secolo i corpi di fabbrica furono alterati con l'aggiunta di nuovi volumi. Oggi la chiesa e l'omonimo complesso necessiterebbero di una vasta opera di riqualificazione. Di notevoli dimensioni (fig.9), ha solo un lato porticato da ventotto arcate, mentre i tre lati non sono circondati da alcuna struttura e quindi è possibile godere del maestoso belvedere. Esso poteva contenere un piccolo lago artificiale, una fontana e un rigoglioso giardino.
Fig.9 Il chiostro della Trinità delle monache, ex ospedale militare di napoli |
Il Chiostro di Materdei è un chiostro monumentale di Napoli, (fig.10-11) collocato nell'omonimo rione, alla Calata delle Fontanelle.
Di epoca settecentesca, è a pianta quadrata con sei arcate per lato. Antitetico a quello di Santa Chiara per la sua austerità, il chiostro è forse uno dei pochi esempi di architettura claustrale giunto a noi quasi intatto, grazie alla cura delle monache stanziatesi qui dopo la prima soppressione.
Da ammirare è la soluzione delle volte a cupola e il pozzale in piperno. Costruito nelle vicinanze della chiesa, fu affidato ai Padri Serviti che lo tennero fino alla prima soppressione. Espulsi i padri divenne per breve tempo una caserma e successivamente fu acquistato dalle religiose.
Durante il governo borbonico venne acquistato dalle "Figlie della Carità", che lo destinarono a educandato femminile. Attualmente è sede dell'istituto scolastico che prende il nome delle monache che vi risiedono.
Fig.10 Complesso di Santa Maria di Materdei |
Fig.11 Pozzo in piperno posto nel cortile del chiostro a Materdei |
La chiesa di Donnalbina è ricca di dipinti di Francesco Solimena ed Andrea Malinconico, che fanno cadere in secondo ordine il chiostro (fig.12) che funziona da sede del piccolo Cottolengo.
Fig.12 Chiostro Chiesa di Donnalbina |
Sant'Antonio a Posillipo è una chiesa santuario di Napoli; ubicata nel quartiere omonimo, è raggiungibile sia dalle rampe di Sant'Antonio (dette anche Tredici discese di Sant'Antonio), sia dalla via Minucio Felice. Si può raggiungere la chiesa anche con la funicolare da Mergellina, scendendo alla prima fermata ed è nota per il panorama che si può ammirare dal suo Sagrato. Presenta un chiostro (fig.13) molto interessante che merita di essere visitato.
Fig.13 Chiesa di Sant’Antonio a Posillipo |
La chiesa di San Francesco è un luogo di culto cattolico di grande interesse storico; nel quartiere del Vomero. La chiesa, il convento ed il chiostro (fig.14), vennero costruiti tra il 1892-94, grazie ad un progetto di un ingegnere italiano, ma, sotto la direzione di un frate tedesco.
La facciata della chiesa, in stile neoromanico, è caratterizzata da due campaniletti a forma di pinnacolo disposti alla sommità. Più in basso si apre una trifora, mentre nel registro inferiore è presente il portale d'accesso impreziosito da una grande lunetta, la cui cornice, sostenuta da due coppie di colonne, risulta particolarmente aggettante. L'interno è caratterizzato da un'alta navata, voltata a crociera, con finestroni dalle vetrate istoriate, tre cappelle per lato e abside. Le sei cappelle laterali presentano degli altari sormontati da quadri del frate pittore Andrea Beer. Vi si ammirano anche due scarabattoli lignei contengono due pregevoli sculture lignee ottocentesche di San Francesco d'Assisi e Sant'Antonio di Padova. Annesso alla chiesa è il convento di due piani con chiostro a pianta quadrata. Vi si conserva una ricca collezione di dipinti, statue lignee devozionali e arredi.
Fig.14 Chiesa di San Francesco d'Assisi al Vomero |
Nessun commento:
Posta un commento