sabato 19 agosto 2023

Telepatia e telecinesi

  

Telepatia

Prima di spiegare dettagliatamente l'argomento dobbiamo supporre che gli uomini primitivi possedessero questa facoltà e la utilizzassero soprattutto nella caccia.
Un altro utilizzo della telepatia è stato fatto nel corso delle due guerre mondiali, quando identificati due soggetti in grado di comunicare a distanza, uno si portava nel territorio nemico e cercava di inviare all'altro notizie sui preparativi o sui movimenti delle truppe nemiche.

La telepatìa, detta anche trasmissione del pensiero, è l'ipotetica capacità di comunicare con la mente, cioè senza l'utilizzo di altri sensi o strumenti. Il termine "telepatia" venne introdotto nel 1882 da Frederic William Henry Myers e deriva dal greco τηλε, tèle (lontano) e πάθεια, pàtheia (sentimento). Come la precognizione e la chiaroveggenza, la telepatia fa parte delle cosiddette percezioni extrasensoriali o ESP e più in generale, di quello delle presunte "facoltà paranormali", e rientra perciò nel campo di indagine della parapsicologia.
I primi studi su questa presunta facoltà paranormale furono condotti dalla Società per la Ricerca Psichica di Londra, verso la fine dell'Ottocento. Durante il XX secolo, furono, soprattutto, scienziati statunitensi, a produrre documenti frutto di ricerca in questo campo, allora ancora controverso, delle facoltà psichiche umane.
Il primo vero e proprio laboratorio di parapsicologia fu aperto negli anni 1930 negli Stati Uniti d'America, quando il pioniere della parapsicologia a indirizzo di ricerca rigorosamente quantitativo, Joseph Rhine della Duke University di Durham (Carolina del Nord), condusse numerosi esperimenti, con l'ausilio ad esempio delle carte Zener, per accertare l'effettiva realtà della telepatia. 

Le carte Zener
 
Le Zener sono un particolare tipo di mazzo di carte, inventato negli anni trenta dallo psicologo Karl Zener appositamente per il noto parapsicologo statunitense Joseph Rhine, che le ha usate per i suoi esperimenti sulla telepatia e sulla chiaroveggenza.
Il set è composto da 25 carte di forma rettangolare (come le comuni carte da gioco) divise in cinque gruppi differenziati da un segno posto nel centro: il Cerchio, la Croce, il Quadrato, la Stella e l'Onda. Ogni gruppo di segni è presente cinque volte nel mazzo.
L'esperimento condotto da Rhine consisteva nel chiedere ad un soggetto di indovinare la carta che si stava estraendo dal mazzo. In certi casi lo sperimentatore doveva estrarre le carte ponendole di fronte al soggetto da ricerca, mostrando però il dorso e chiedendo di dichiarare il segno; oppure ponendo il soggetto in una condizione di non poter vedere.
L'eventuale capacità e le modalità nell'indovinare la carta, da parte del soggetto, dava la possibilità al ricercatore di definire i fenomeni studiati da telepatia a chiaroveggenza.
Il test non accerta la presenza di particolari poteri, ma ne valuta la possibilità fondandosi sull'ipotesi statistica: per la legge dei grandi numeri le probabilità di indovinare una carta del mazzo tendono, con infinite prove, al 20% (1 su 5); solo uno scostamento significativo da questa percentuale - posto che l'esperimento venga condotto con metodo scientifico su un numero di casi statisticamente rilevante - si potrebbe supporre non attribuibile alla mera casualità.
Una completa e dettagliata presentazione degli esperimenti di Rhine è contenuta nel libro Extra-Sensory Perception After Sixty Years, pubblicato nel 1940. L'opera fu accolta con interesse e recensita da varie riviste di psicologia, e nell'anno accademico 1940-1941 fu perfino adottata come libro di testo per corsi introduttivi di Psicologia a Harvard.
Secondo una concezione filosofica indiana antica e parzialmente rimodernata, la comunicazione telepatica si effettuerebbe attraverso una immensa rete di cui le persone costituirebbero le maglie, rete che comprende l'universo e nella quale il sensitivo è collegato con le altre parti e ogni cosa è collegata con il tutto.
La comunità scientifica attuale ritiene provata l'esistenza della telepatia.
 
 
Telecinesi 


La telecinesi  è quel fenomeno paranormale per cui un essere vivente sarebbe in grado di agire sull'ambiente che lo circonda, manipolando oggetti inanimati, attraverso mezzi fisici invisibili e secondo modalità che sarebbero sconosciute alla scienza e la capacità di spostare oggetti con il pensiero.
Ad oggi nessun esperimento, svolto in condizioni rigorosamente controllate, ha mai dimostrato l'esistenza del fenomeno.
Il termine telecinesi venne coniato nel 1890 dal ricercatore britannico Frederic William Henry Myers (1843-1901), uno dei fondatori della Society for Psychical Research, in Inghilterra. Tra le altre cose coniò anche il termine telepatia.
Dedichiamo poco spazio all'argomento perché la scienza fino ad ora non ha trovato nessuna prova della sua esistenza, ma vogliamo ricordare un episodio a cui abbiamo assistito nel centro di parapsicologia di Napoli, sito fino agli anni Novanta al Monte di Dio.
Poggiamo un tavolino con degli oggetti per un peso complessivo di 50 chili su di una bilancia nascosta ed invitammo il medium, giunto da Roma a sollevarlo.
Egli cominciò a concentrarsi recitando frasi stupide e senza senso: "Angeli neri, angeli rossi" e mentre parlava notammo che il peso del tavolino scendeva gradualmente e quando giunse a zero il medium lo sollevò con 4 dita tra lo scrosciare di applausi del pubblico presente.
Un'altra mia esperienza personale, riguardo la telepatia, è stato quando ero ventenne e procuratemi delle carte Zener provai con decine di amici se avessimo delle capacità di trasmissione del pensiero particolari.
Gli amici con cui ottenni i migliori risultati furono Giosi Campanino e Sergio Pucciarelli, che da tempo purtroppo hanno concluso il loro percorso terreno.

Achille della Ragione  

Levitazione di un tavolino attribuito a un fenomeno di psicocinesi operato dalla spiritista Eusapia Palladino nel 1911

 


 


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