mercoledì 2 dicembre 2020

L'impotenza dell'uomo nei confronti dell'emergenza climatica

Fig.1 - Scioglimento dei ghiacciai
 


Immaginiamo che tutto sia iniziato quando l'uomo si è accorto del cambiamento climatico e delle sue conseguenze (Fig.1).
Non è molto tempo fa, più o meno una decina di anni fa. Ci sono stati i summit internazionali e si decise di diminuire le emissioni di anidride carbonica. Ma non tutti i Paesi sono stati adempienti, in primis la Cina. D'altra parte l'aumento della popolazione mondiale, più di sette miliardi, ha significato un consumo energetico maggiore. Si sono consigliate da tempo fonti  alternative e meno inquinanti.
L'ultima conseguenza dell'emergenza climatica, per parlare solo dell'Italia, é l'alluvione in Sardegna nel Nuorese, dovuta all'aumento di 2-3 gradi del Mediterraneo (Fig.2)

  

Fig.2 - Alluvione  in Sardegna

Fig.3 - Greta Thunberg

La conclusione negativa quindi è sotto gli occhi di tutti.Ma stupì all'inizio l'irruzione sulla scena della sedicenne svedese, Greta Thunberg (Fig.3), che scosse l'opinione pubblica mondiale con la sua provocazione. Lo sciopero nelle scuole: "Perché andare a scuola se il futuro non c'è?" e da temeraria l'impresa  coraggiosa di attraversare l'Atlantico dall'Europa agli Usa e partecipare alla conferenza mondiale.
Sono note le altre sue performances, che ahimè non hanno avuto grandi esiti. Nessuna voce intellettuale si è levata in alto al di sopra del silenzio dei mediocri. Gli interessi economico-finanziari regnano ormai sovrani.
Tuttavia uno sguardo attento ha evidenziato la ragione di tale cecità umana. Forse ora da tutte le parti si sta prendendo coscienza che niente esiste indipendentemente da altro. Gli eventi non sono separabili. Ognuno di essi è il risultato dell'influenza di tutto. Così come l'uomo non esiste senza gli altri, così gli organismi viventi tutti sono interrelati.
Ogni cosa sembra ricondurci all'origine comune.
Sono trascorsi cento anni da quelle scoperte fondamentali verso le quali continuiamo ad essere sordi e ciechi.
La meccanica quantistica ci ha insegnato che l'elettrone esiste solo quando si manifesta, la sua esistenza è solo probabilistica e legata all'osservazione del fenomeno. Lo vediamo emettere energia per le relazioni continue di altre grandezze.
La particella subatomica non esiste. Esistono solo le sue interazioni  con le forze ambientali.
Il principio di causa ed effetto, caposaldo della fisica classica è stato messo sotto accusa. 

 

Fig.4 - Charles Darwin

 

Fig.5 - Camus e Monod

Un esempio, basato su una semplice intuizione di Darwin (Fig.4) e confermato in seguito dal determinismo genetico, ci dice che non sono gli organi vitali a permettere la vita, bensì é quest'ultima che si serve di quelle funzioni che modifica nel tempo pur di soddisfare  l'eterno istinto di sopravvivenza, adattandosi a nuovi cambiamenti  secondo la selezione naturale dell'evoluzione.
Negli ultimi tempi si è compreso il significato della interdisciplinarietà delle branche del sapere. Sono tutte le discipline insieme che aiutano a capire.
Per conoscere la realtà non basta la sola conoscenza scientifica; può e deve essere utile anche l'approccio filosofico, letterario, psicologico, forse anche artistico,  poetico, se è vero che tutti i sensi ci aiutano nell'aggiornamento continuo della nostra comprensione. Forse non dobbiamo necessariamente vedere la realtà per conoscerla, altrimenti Omero come avrebbe potuto scrivere i suoi poemi?
E se il racconto di una teoria fosse accompagnata da un pizzico di mitologia, non migliorerebbe l'acquisizione del concetto? Soprattutto perché i miti sono storie intrecciate, concatenate. Non hanno inizio né fine.
Mentre invece un teorema ha una ipotesi e una tesi. In tal modo la storia narrata di una determinata scoperta può catturare l'interesse se si cercano le origini lontane, sfumate a volte da episodi sepolti nella nostra mente, nondimeno esistenti e unicamente ravvivati dalla memoria.
In un recente libro Albert Camus e Jacques Monod (Fig.5)
si confrontano in un dialogo fruttuoso per entrambi. Quale logica razionale può accomunare il sostenitore del tema dell'Assurdo del primo che dice:" Anche la lotta verso la cima basta a riempire il cuore di un uomo. Bisogna immaginare Sisifo felice." Col biologo, francese come lui, ugualmente premio Nobel, in grado di conciliare il caso con la necessità?
È vero che la divulgazione scientifica è nata proprio dal bisogno di avvicinare l'uomo comune all'astrattezza delle cosiddette scienze esatte. Però la sperimentazione ha mostrato pure l'incertezza di tanti enunciati fisici.
L'inganno della verità scientifica è stato notevole anche se di nuovo è proprio la scienza che ci indica la strada da seguire, quella cioè dell'attenzione alle relazioni.
Così anche se in ritardo rispetto ai danni già subiti, incominciamo a vedere e a capire che noi non siamo superiori alla natura, intendendo con essa non solo le varie forme di vita, ma anche la nostra stessa terra, madre comune biologica, nella quale affondano le nostre radici.
Siamo correlati strettamente e se continuiamo a contrapporci, la natura si mostrerà malevola causando la nostra distruzione. 

 

Fig.6 - Paesaggio invernale

 

Fig.7 - Tribu Ainu


Tuttavia esistono ancora nel nostro pianeta luoghi incontaminati, dove la vita scorre lentamente, perché vige quell'antico senso di appartenenza al territorio. Dove gli uomini seguono i ritmi stagionali insieme ai fiori e agli animali. Dove non c'è la secolarizzazione del mondo occidentale e attraverso le cerimonie religiose si rafforza il legame con l'origine comune. Vedi per esempio nell'isola di Hokkaido a nord del Giappone, dove in genere si scia(Fig.6) e quasi per antitesi resistono ancora poche tribù degli ultimi Ainu (Fig.7). Ebbene proprio lì si possono incontrare alcune piccole oasi di immacolata bellezza primitiva che ci ricordano le incantevoli stampe giapponesi di Hiroschige (Fig.8).
Quindi noi siamo a tutti gli effetti l'esito delle interazioni con l'ambiente nel quale viviamo. 

 

Fig.8 - Stampa di Hiroschige

 

Fig.9 - Edgar Morin


Edgar Morin (Fig.9) è un filosofo, sociologo francese di 99 anni, ancora in perfetto stato di lucidità mentale. L'opera sua principale è "Il Metodo", in cui dimostra tutta la saggezza accumulata nella sua lunga esperienza vissuta, intesa a setacciare il senso quotidiano e finale dell'essere umano per constatare ogni volta e concludere che la vita è semplicemente una meravigliosa avventura, nonostante l'eterna lotta tra Eros e Thanatos. Dopo aver analizzato tutti i campi della conoscenza e aver individuato i loro legami profondi ci presenta ora l'ultimo suo libro: " I ricordi mi vengono incontro".
In una recente intervista sul Covid e la nostra incertezza quotidiana, Morin ci espone la sua visione di un futuro migliore per l'umanità. Essa consiste in un nuovo senso di fratellanza in grado di aprire le porte ad un nuovo umanesimo.
Forse è un amaro sogno sperare nella fine del razzismo, visti gli ultimi episodi negli Usa e a Parigi (Fig.10), dovuti alla crisi economica e sociale alla quale assistiamo impotenti.

ELVIRA  BRUNETTI
  

 

Fig.10 - episodi di razzismo

Senatus - Dicembre pag. 13

Senatus - Dicembre pag. 14

Senatus - Dicembre pag. 15


2 commenti:

  1. Per Elvira
    Mi complimento nuovamente con te per l’ultimo articolo pubblicato in rete (02.12.2020). Ti muovi con leggerezza e garbo espressivo tra diversi argomenti (ho trovato interessante in particolare il riferimento alle tribu ‘Ainu’ in Giappone) destando attenzione nel lettore, che può così cogliere aspetti interessanti della vita e del mondo ampliando le proprie conoscenze ed allargando la mente. Grazie di cuore. Continua così. Per quello che può valere hai il mio plauso. Con affetto saluto te ed Achille. Renato Albert

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  2. Complimenti,come sempre, per le considerazioni sull'emergenza climatica che, come sempre, offrono ricchi spunti di riflessione. Perciò, come sempre ti abbraccio.
    Geppino Lombardi

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