venerdì 24 gennaio 2020

Tre interessanti inediti di pittura napoletana

fig. 1 - Angelo Solimena -Madonna con Bambino  - 63 x77 -
Benevento collezione privata


Partiamo con la nostra carrellata tra i dipinti di una famosa collezione beneventana esaminando una languida Madonna col Bambino (fig.1) da assegnare al virtuoso pennello di Angelo Solimena e da collocare cronologicamente intorno al 1680, un periodo in cui spesso l’artista collabora con il figlio Francesco, destinato ad una notorietà internazionale e ad un posto di rilievo nel panorama della pittura napoletana.  L’idea di una tela a quattro mani nasce in quanto nella tela accanto a remore proto naturalistiche viene sostenuto il recupero di più moderne interpretazioni del caravaggismo, quali si erano avute da parte del Preti, facendo leva sugli accidenti di lumi, sbattimenti e riflessi.       
Angelo Solimena (Canale di Serino 1629 - Nocera Inferiore 1716), scoperto dal Bologna e rivalutato dal Pavone, autore di una pregevole monografia, fu pittore modesto, specializzato in scene sacre a carattere devozionale, derivate dagli esempi di moderato naturalismo dell’ultimo Guarino, di cui fu allievo a Solofra, un centro periferico molto vivace, dove l’attività figurativa fu a lungo sintonizzata su coordinate alternative alle scelte che venivano operate a Napoli. Angelo fu infatti l’ultimo epigono del naturalismo partenopeo e si impegnò in un discorso antitetico alle soluzioni stanzionesche e cavalliniane che in quegli anni incontravano grande successo.     
Tra le sue prime opere ricordiamo la Pentecoste, del 1654, nella chiesa di San Michele a Solofra, in cui chiaramente si apprezza l’influenza dei grandi caravaggisti napoletani, dal Sellitto al Battistello, la Madonna e santi del 1667, conservata a Gravina ed il San Francesco che chiede l’indulgenza, della chiesa di San Lorenzo a Salerno.   
Quindi tra il 1674 ed il 1675 realizza tutti gli affreschi nella chiesa di San Giorgio a Salerno, ai quali faranno seguito i lavori per la decorazione della cupola della cappella del Rosario nel Duomo di Nocera, ove palpabile si apprezza la collaborazione del giovane figlio Francesco, così chiamato in onore del proprio maestro ed il figliolo, già abile, darà luminosità all’impianto, in ossequio alla lezione del Lanfranco
Con il figlio, Angelo sarà attivo per molti anni a partire dalla Visione di San Cirillo d’Alessandria, dipinta verso la fine degli anni Settanta per la chiesa di San Domenico a Solofra, fino alle rivisitazioni neo pretiane presenti nelle numerose tele eseguite entro il 1694 per il Duomo di Sarno.       
La splendida tela della Visione di San Cirillo, oggi identificata più correttamente come Visione di San Gregorio taumaturgo, è esemplare di un momento di alta tensione creativa a quattro mani tra padre e figlio, collaborazione piena che si realizzerà anche nella Pietà del 1678 nella chiesa di San Bartolomeo a Nocera Superiore, «che precede di pochi anni quell’inatteso ritorno al rigore naturalistico» (Pavone) degli esordi, mentre nell’ultimo decennio del secolo il credo pretiano sarà alla base di tutti i suoi dipinti.

  
fig. 2 - Antonio Sarnelli  - Annunciazione - 83x96 -
Benevento collezione privata

fig. 3 - Sacra famiglia - Antonio, Giovanni e Francesco Sarnelli - 50 x63 -
Benevento collezione privata

Passiamo ora ad esaminare due quadri, il primo una imperiosa Annunciazione (fig.2), che dall’esame del volto dell’attonita Madonna richiama a gran voce la paternità di Antonio Sarnelli, il più famoso di una famiglia di artisti napoletani attivi nel Settecento, a me cari ed a cui ho dedicato una breve monografia consultabile in rete digitando il link
http://achillecontedilavian.blogspot.com/2012/03/i-sarnelli-una-famiglia-di-pittori.html
Il secondo, una Sacra famiglia (fig.3) è particolarmente interessante, perché sul retro del dipinto, in un angolo, era presente la firma congiunta dei tre fratelli: Antonio, Giovanni e Francesco, questo ultimo da me scoperto e reso noto agli studiosi grazie alla fortuita scoperta della sua firma (fig.4) sulla battita di un quadro raffigurante la Madonna col Bambino (fig.5), da me acquistato nel 1995 presso una bottega d’arte di Sorrento, dove ebbi la fortuna di acquistare altri quadri di una certa importanza. Essa porta sul retro della cornice una scritta incisa indicante il soggetto come una S. Paola, una sorta di expertise poco leggibile con  una data dei primi anni del Novecento.
Tale affermazione è probabilmente inesatta, perché tale santa è eccezionalmente rappresentata e mai in Campania (reperii con difficoltà una litografia ottocentesca di scuola ligure); ma principalmente perché S. Paola, i cui caratteri distintivi sono la verga, la culla e la disciplina (o il manto canonico) era di origine patrizia, per cui difficilmente può essere rappresentata in abiti modesti come la figura in esame, chiaramente una Madonna col Bambino. In ogni caso il soggetto ha ben poca importanza, mentre interessante è la firma che reca il dipinto in basso a destra: un F. Sarnelli, scritto in stampatello, chiaramente leggibile.
In un primo tempo si poteva anche pensare che la F. stesse ad indicare un fecit, anche se in genere il verbo segue quasi sempre il nome dell’autore; ma in seguito togliendo la tela dalla cornice per uno studio più approfondito, sotto la firma, anche se in parte cancellato dal tempo, è comparso un fecit, che ha tolto ogni dubbio. La certezza di trovarci di fronte ad un pittore inedito l’abbiamo avuta quando Enzo De Pasquale, ci ha riferito della presenza di un altro dipinto in collezione privata firmato per esteso Francesco Sarnelli. Tale dipinto per il quale egli aveva negli anni scorso predisposto un expertise, su richiesta dei proprietari, pare che in precedenza si trovasse in una non ben identificata chiesa napoletana della zona di Materdei.
Il  Galante nella sua Guida Sacra lo cita come l’autore nella cappella d’Avalos della chiesa di Monteoliveto dei quattro Evangelisti nei peducci della piccola cupola e dell’Annunciazione e della Fuga in Egitto nelle arcate.
L’informazione al Galante della paternità degli affreschi probabilmente viene dalla consultazione del Celano, che nella sua famosa opera Notizie sul bello…etc, corredata di nuove note dal Chiarini nel 1858, parla di Francesco Sarnelli come autore degli affreschi. In particolare se si consulta l’indice dei nomi degli artisti Francesco Sarnelli viene ricordato come pittore della seconda metà del secolo XVIII.
Queste notizie sono in contrasto con ciò che riferiscono altri autori, quali il Sigismondo e il Catalani, che attribuiscono gli affreschi ad Antonio.
Nel 1985 a cura di Spinosa la Guida Sacra del Galante è stata rivisitata da un gruppo di specialisti ed in particolare la Di Maggio ha redatto il capitolo sulla chiesa di Monteoliveto. La studiosa asserisce nelle note che il nome Francesco è un refuso ed infatti se ci si reca nella cappella D’Avalos e si osservano gli affreschi in esame si nota subito una grossa firma Ant Sarnelli 1772 in stampatello, che però risalta come se fosse stata apposta in epoca successiva.
Il rinvenimento del documento di pagamento potrà chiarire definitivamente la questione, ma le mie ricerche, eseguite all’epoca presso l’Archivio di Stato e l’Archivio Storico del Banco di Napoli non diedero alcun risultato, mentre non mi fu possibile accedere presso quello privato della famiglia D’Avalos.

Achille della Ragione

fig. 4 - Firma F. Sarnelli

fig. 5 - Francesco Sarnelli - Madonna col Bambino (firmato F. Sarnelli) - 42x30 -
Napoli collezione della Ragione


Bibliografia
Achille della Ragione – Collezione della Ragione, pag. 56, 57, fig. 36 – 37 – Napoli 1997
Achille della Ragione - Il secolo d'oro della pittura napoletana - VIII- tomo - pag. 518 - Napoli 1998 - 2001
Achille della Ragione  - Ischia sacra. Guida alle chiese, pag 156 – Napoli 2005
Achille della Ragione  - Repertorio fotografico a colori del Seicento napoletano - II tomo - pag. 113 - 114 - Napoli 2011
Achille della Ragione  - I Sarnelli: una famiglia di pittori napoletani del Settecento – Napoli 2012

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