tav. 0 - Mostra Fergola |
Fino al 2 aprile si potrà ammirare un’esposizione (tav.0), intitolata ‘Fergola. Lo splendore di un Regno’, ricca di oltre 60 dipinti e disegni dell’artista provenienti da istituzioni prestigiose come la Reggia di Caserta, il Palazzo Reale di Napoli, il Museo di Capodimonte e il Museo Nazionale di San Martino, oltre che da collezioni private.
L’idea di realizzare la prima grande esposizione monografica dedicata al pittore è nata da un dipinto facente parte della collezione di Intesa Sanpaolo, già Banco di Napoli (non dimentichiamolo mai) raffigurante ‘La Tempesta nel golfo di Napoli’, un punto di partenza da cui partire per riscoprire il talento e l’entusiasmo del maestro nel narrare la bellezza dei luoghi e la forza della storia napoletana. Fergola è stato un protagonista della pittura italiana dell’800, nella veste di fotoreporter dei primati borbonici, una sorta di Micco Spadaro dell’epoca.
L’opera più significativa del pittore è quella che rappresenta l’inaugurazione della prima strada ferrata in Italia (tav.1), un primato importantissimo del Regno delle due Sicilie, alla quale sono collegata la Stazione di partenza (tav.2) e quella di Castellammare (tav.5), costruita in seguito.
Gli studi sulla pittura napoletana del’800 hanno sempre privilegiato la Scuola di Posillipo, molto amata perché rappresenta un approccio diretto alla natura, formata da pittori romantici per eccellenza, svincolati da legami con i committenti. Fergola invece è l’opposto. È stato l’ultimo pittore di Corte, legato più al passato che al futuro ed al presente come invece furono i pittori indipendenti della Scuola di Posillipo, ma che ha anche rappresentato un momento storico eccezionale”.
Quella di Salvatore Fergola è stata una carriera lunga e complessa. Nato a Napoli in una famiglia di artisti, egli (1796–1874) si dedicò sin da giovane alla pittura di paesaggio, tanto da poter essere considerato il legittimo erede del grande Hackert. Come “pittore di paesaggio della Real Casa di Borbone”, Fergola seguì il re Francesco I in Sicilia e in Puglia e immortalò nelle sue opere alcuni momenti storici di rilievo del Regno delle Due Sicilie. La sua produzione è stata molto vasta: dalle incantevoli vedute della città dal mare alla rappresentazione del varo dei vascelli reali alle scene di naufragio tipiche del gusto romantico, in cui divenne un vero specialista.
La sua produzione pittorica cominciò nel 1819 e durò fino alla fine della dinastia, quando il Regno delle Due Sicilie venne annesso all’Italia. Proseguì poi stancamente negli anni dell’Unità, fino alla sua morte, avvenuta nel 1874. Dal suo lavoro viene fuori una fetta della storia della dinastia dei Borbone. Egli rappresenta scene di caccia, i viaggi del Re in Sicilia, la vita di Corte, in quadri ad olio in cui conserva l’incanto, la bellezza e la qualità della tempera, cosa che lo distingue dai vedutisti contemporanei. Diventa un pittore di corte che sa interpretare i nuovi tempi e lo slancio della città e del Regno, che vanta primati invidiabili a livello nazionale.
Napoli ai tempi dei Borbone era una metropoli moderna, la terza città in Europa per popolazione. E’ a Napoli che vennero introdotti per la prima volta la ferrovia, ma anche il battello a vapore, i ponti sospesi in ferro e il primo sistema bancario moderno grazie a banchieri provenienti dalla Francia. La città accoglieva tecnici da tutta Europa e con i suoi quadri Fergola rappresentò in pieno lo slancio verso la modernità dei Borbone.
Nel 1829-30 segue la corte a Madrid con il re Francesco I che porta sua figlia in sposa al Re di Spagna. Al ritorno la compagnia decide di passare per Parigi dove si trattiene diversi mesi ospite del duca d’Orléans e della duchessa di Berry, cognato e sorella del sovrano napoletano ed entrambi tra i più importanti collezionisti d’arte contemporanea in Europa. A Parigi Fergola entra in contatto con altre influenze e la sua ultima produzione è composta di grandi marine in tempesta.
L’artista testimonia la grande importanza riservata dai Borbone alle comunicazioni, le magnifiche parate (tav.3), luoghi scomparsi come la Conocchia (tav.4), grandi feste come il Carnevale del 1846 (tav.6) , ma nello stesso tempo anche il cambiamento nella politica di Ferdinando II di Borbone, dal suo momento di benevolenza verso gli artisti e l’esercito e quello successivo ai moti insurrezionali del ’48, quando il Re smise di essere liberale. Fergola capì che qualcosa era cambiato e lo rappresentò nelle sue opere. Si avvicinò così al paesaggio della tempesta fino al suo ultimo dipinto in mostra, che rappresenta Gesù nell’atto di imporre al mare tempestoso di placarsi, un quadro in cui chiaramente ridicolizza la fine di un Re”.
L’idea di realizzare la prima grande esposizione monografica dedicata al pittore è nata da un dipinto facente parte della collezione di Intesa Sanpaolo, già Banco di Napoli (non dimentichiamolo mai) raffigurante ‘La Tempesta nel golfo di Napoli’, un punto di partenza da cui partire per riscoprire il talento e l’entusiasmo del maestro nel narrare la bellezza dei luoghi e la forza della storia napoletana. Fergola è stato un protagonista della pittura italiana dell’800, nella veste di fotoreporter dei primati borbonici, una sorta di Micco Spadaro dell’epoca.
L’opera più significativa del pittore è quella che rappresenta l’inaugurazione della prima strada ferrata in Italia (tav.1), un primato importantissimo del Regno delle due Sicilie, alla quale sono collegata la Stazione di partenza (tav.2) e quella di Castellammare (tav.5), costruita in seguito.
Gli studi sulla pittura napoletana del’800 hanno sempre privilegiato la Scuola di Posillipo, molto amata perché rappresenta un approccio diretto alla natura, formata da pittori romantici per eccellenza, svincolati da legami con i committenti. Fergola invece è l’opposto. È stato l’ultimo pittore di Corte, legato più al passato che al futuro ed al presente come invece furono i pittori indipendenti della Scuola di Posillipo, ma che ha anche rappresentato un momento storico eccezionale”.
Quella di Salvatore Fergola è stata una carriera lunga e complessa. Nato a Napoli in una famiglia di artisti, egli (1796–1874) si dedicò sin da giovane alla pittura di paesaggio, tanto da poter essere considerato il legittimo erede del grande Hackert. Come “pittore di paesaggio della Real Casa di Borbone”, Fergola seguì il re Francesco I in Sicilia e in Puglia e immortalò nelle sue opere alcuni momenti storici di rilievo del Regno delle Due Sicilie. La sua produzione è stata molto vasta: dalle incantevoli vedute della città dal mare alla rappresentazione del varo dei vascelli reali alle scene di naufragio tipiche del gusto romantico, in cui divenne un vero specialista.
La sua produzione pittorica cominciò nel 1819 e durò fino alla fine della dinastia, quando il Regno delle Due Sicilie venne annesso all’Italia. Proseguì poi stancamente negli anni dell’Unità, fino alla sua morte, avvenuta nel 1874. Dal suo lavoro viene fuori una fetta della storia della dinastia dei Borbone. Egli rappresenta scene di caccia, i viaggi del Re in Sicilia, la vita di Corte, in quadri ad olio in cui conserva l’incanto, la bellezza e la qualità della tempera, cosa che lo distingue dai vedutisti contemporanei. Diventa un pittore di corte che sa interpretare i nuovi tempi e lo slancio della città e del Regno, che vanta primati invidiabili a livello nazionale.
Napoli ai tempi dei Borbone era una metropoli moderna, la terza città in Europa per popolazione. E’ a Napoli che vennero introdotti per la prima volta la ferrovia, ma anche il battello a vapore, i ponti sospesi in ferro e il primo sistema bancario moderno grazie a banchieri provenienti dalla Francia. La città accoglieva tecnici da tutta Europa e con i suoi quadri Fergola rappresentò in pieno lo slancio verso la modernità dei Borbone.
Nel 1829-30 segue la corte a Madrid con il re Francesco I che porta sua figlia in sposa al Re di Spagna. Al ritorno la compagnia decide di passare per Parigi dove si trattiene diversi mesi ospite del duca d’Orléans e della duchessa di Berry, cognato e sorella del sovrano napoletano ed entrambi tra i più importanti collezionisti d’arte contemporanea in Europa. A Parigi Fergola entra in contatto con altre influenze e la sua ultima produzione è composta di grandi marine in tempesta.
L’artista testimonia la grande importanza riservata dai Borbone alle comunicazioni, le magnifiche parate (tav.3), luoghi scomparsi come la Conocchia (tav.4), grandi feste come il Carnevale del 1846 (tav.6) , ma nello stesso tempo anche il cambiamento nella politica di Ferdinando II di Borbone, dal suo momento di benevolenza verso gli artisti e l’esercito e quello successivo ai moti insurrezionali del ’48, quando il Re smise di essere liberale. Fergola capì che qualcosa era cambiato e lo rappresentò nelle sue opere. Si avvicinò così al paesaggio della tempesta fino al suo ultimo dipinto in mostra, che rappresenta Gesù nell’atto di imporre al mare tempestoso di placarsi, un quadro in cui chiaramente ridicolizza la fine di un Re”.
tav. 1 Fergola, Salvatore The Inauguration of the Naples-Portici Railway, 1840 |
tav. 2 Salvatore Fergola Via Foria |
tav. 3 - Fergola -Inaugurazione della ferrovia Napoli-Portici Caserta Palazzo Reale Quadreria |
tav. 4 - Fergola - Conocchia |
tav. 5 -Fergola firmato e datato 1843-La-ferrovia di Castellammare |
tav. 6 - Fergola - Carnevale a Caserta |
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