lunedì 25 gennaio 2016

Palazzo Caracciolo di San Teodoro tra storia e tecnologia

004 -  Palazzo San Teodoro interno

Da dicembre Napoli ha un museo in più: Palazzo Caracciolo di San Teodoro, sulla Riviera di Chiaia, a due passi da Piazza Vittoria, diventa infatti un luogo d'arte visitabile attraverso un intreccio tra affreschi d'epoca e realtà digitali realizzato da un gruppo di artisti e designers napoletani e denominato appunto “San Teodoro Experience”.
La storia di Palazzo San Teodoro, antica residenza gentilizia situata all’inizio della Riviera di Chiaia, la zona residenziale a ridosso del lungomare di Napoli, cammina di pari passo con l’evoluzione che la città ebbe sotto la spinta dei Borbone.
Verso la fine del 700, infatti, il borgo di Chiaia, oggi il più prestigioso quartiere cittadino, era ancora periferia fuori dalle mura cittadine.
Fu re Ferdinando IV nel 1778 a farne uno dei dodici quartieri della città ed a dare incarico al Vanvitelli di realizzarvi la “Real Villa”, il bel polmone di verde che ancora oggi caratterizza questa parte della città. Assurto ai fasti della corte, il borgo di Chiaia divenne così sede ambita per famiglie aristocratiche e alto borghesi, che acquistarono le palazzine sulla riviera ristrutturandole secondo il gusto imperante in quel periodo: il neoclassico.
Agli inizi dell’800 il duca Carlo Caracciolo di San Teodoro, senatore del regno, vi comprò tre edifici, affidando a Guglielmo Bechi, architetto toscano chiamato dalla Corte borbonica a lavorare nella capitale del Regno delle Due Sicilie, l’incarico di trasformarli in un’ unica residenza di prestigio.
Il Bechi, architetto, arredatore e decoratore dal notevole talento, ha realizzato un’autentica opera d’arte: tre piani in stile neoclassico di notevole valore artistico-architettonico. Un lavoro svolto con passione, originalità e straordinario gusto che fu determinante nel far successivamente assegnare al Bechi la realizzazione della famosa Villa Pignatelli, collegata a Palazzo San Teodoro da un evidente fil rouge.
Un tuffo nel passato attraverso le magnifiche stanze progettate da Guglielmo Bechi nel 1826 per conto dei Caracciolo e splendidamente conservate con i loro affreschi di ispirazione pompeiana.
In questo contesto già di per sé incantevole, le ultime tecnologie riportano il visitatore nell'atmosfera napoletana di fine Settecento immergendolo dinamicamente in scene e costumi della Napoli borbonica.
Il tutto è reso possibile, oltreché dai saloni affrescati in perfetto stato di conservazione, da speciali occhialoni che aiutano il visitatore ad immergersi in una realtà parallela, tra i quadri della Scuola di Posillipo e i primi scavi archeologici di Pompei ed Ercolano ai quali gli affreschi del palazzo si ispirano.
Succede pertanto che, inforcando gli occhialoni, si rivive una scena incredibile perché, dalle finestre del Palazzo che dà sulla Riviera di Chiaia, non si vedono più gli alberi della Villa Comunale che attualmente ostruiscono la visione del mare, ma ci si trova ad assistere al varo di un galeone che sta salpando con picchetto d'onore sullo sfondo di Castel dell'Ovo, mentre sul lungomare passeggiano donne e uomini in costume a piedi o in carrozze d'epoca.
Una fusione - unico esempio in Italia - tra archeologia e tecnologia realizzata avvalendosi di dipinti ed immagini dell'epoca raccolte in giro per l'Italia e per l'Europa.
La visita per la dimora appartenuta ai Caracciolo comprende anche altre “esperienze” di immersione in realtà virtuali ambientate nella Napoli dei Borbone.
Così mentre una dama del ’700, rigorosamente virtuale, accompagna il visitatore tra gli affreschi e le altre meraviglie della dimora, si giunge nel gran salone con colonne ed affreschi in cui la protagonista è la musica, rigorosamente d'epoca e puntando con gli occhialoni i musici si può ascoltare il suono dei loro strumenti, incluso un originale doppio flauto.
La visita dura poco meno di un’ora e ad illustrarla due guide in carne ed ossa, Chiara e Monica, molto preparate e, particolare non trascurabile, bellissime


Achille della Ragione
002 -  Palazzo San Teodoro interno
003 -  Palazzo San Teodoro interno

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