giovedì 1 novembre 2012

IN BARCA NEL TUNNEL DEI BORBONE


Una nuova attrazione turistica per Napoli



Napoli è piena di attrazioni turistiche, paesaggistiche e culturali, ma da qualche mese se ne è aggiunta una nuova che rappresenta una novità assoluta, unica ed irripetibile.
Tutti sapevamo che, per motivi di sicurezza, Ferdinando II aveva incaricato Enrico Alvino di costruire un percorso sotterraneo, rapido e protetto, che congiungesse Palazzo Reale con la Caserma Vittoria. L’opera non fu conclusa e rimase circondata da condotte idriche seicentesche con le relative cisterne.
Nelle vicinanze si trova una galleria scavata negli anni Ottanta, attraverso la quale doveva transitare una linea tranviaria rapida, presentata come una rivoluzione interna ai trasporti e che fortunatamente non ha mai visto la luce, limitandosi a dilapidare decine di miliardi con relative tangenti, altrimenti Napoli avrebbe potuto vantare un altro record negativo: il primo affondamento di un treno.
Nel frattempo tutto era stato sommerso da tonnellate di immondizia ed invaso dalle acque, mentre una parte asciutta è stata adoperata per anni dal Comune come deposito giudiziario per le auto sequestrate.
Poi vi erano sotto Monte di Dio vaste grotte collegate ai palazzi, che venivano adoperate come ricovero durante gli oltre cento bombardamenti che hanno martellato Napoli. Ci sono tuttora sorprendenti testimonianze: da borracce a materassi sfondati oltre a vasini per una pipì d’emergenza. La guerra si faceva sopra le nostre teste e molti, risalendo, avevano l’amara sorpresa di trovare la propria casa distrutta.
In più punti sta sgorgando un’acqua rossastra, ricca di ferro e minerali, come quella che una volta sgorgava al Chiatamone ed i Napoletani raccoglievano nelle caratteristiche mammarelle sale da falde che si credevano esaurite ed è un simbolo di speranza in un’epoca di siccità nella quale il modo rischia di sprofondare.
Su questo magma scomposto si è esercitato con tenacia il lavoro di due speleologhi, Minin e De Luzio, che in dieci anni, scavando a mano e servendosi di carrucole artigianali hanno permesso queste visite guidate, che ci permettono di conoscere Napoli nella sua realtà di città pluristratificata con luoghi invisibili che nascondono tracce di storie, di vite, di uomini.
Il percorso tradizionale di 530 metri prevede di visitare le grotte che diedero riparo nei bombardamenti, dove si trovano le auto sequestrate e le antiche condotte idriche, mentre nel nuovo percorso “avventuroso” si scende nel tunnel moderno invaso dall’acqua per una profondità di tre metri, dove vi è una piccola banchina ove attracca una piccola zattera a remi, che permette di percorrere il fiume alla fioca luce di due lampade ad olio, guidati ogni cento metri da altre tenui fiammelle che indicano il percorso. Non si vede e non si sente niente, si naviga nel nulla sotto terra. Un’esperienza emozionante che ci fa vivere tempi lontani quando la mitologia dominava sulla razionalità.
A breve partirà anche un’opzione “speleo” per i più audaci che potranno, opportunamente imbracati calarsi nei pozzi, ovviamente assistiti da speleologhi esperti. Quindi un nuovo motivo per trascorrere un fine settimana all’ombra del Vesuvio, anche in pieno inverno, perché sottoterra la temperatura è stabilmente a 18°.


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