lunedì 20 febbraio 2012

Il fascino perverso del transessuale



I recenti squallidi episodi di cronaca che hanno visto importanti uomini politici colti in fallo…, mentre, pur essendo ammogliati, cercavano tra le braccia di un transessuale qualcosa che la moglie, la famiglia, la società, nella quale era membri… di rilievo non erano in grado di dargli, ha riproposto all’attenzione generale ed al necessario dibattito culturale tra gli esperti una spinosa problematica, che rischia di far saltare i delicati equilibri sui quali poggia la nostra società.

Tre termini, ritenuti erroneamente sinonimi, occupano spesso le pagine dei giornali e le trasmissioni televisive: travestito, transessuale, transgender.
Tutti sono pervasi da una voglia di cambiamento della propria identità sessuale, come si evince chiaramente dal prefisso comune trans, ma mentre i travestiti amano semplicemente assumere i vestiti ed i comportamenti tipici dell’altro sesso(come ad esempio i celebri femminielli della tradizione napoletana), i transessuali anelano, con l’aiuto della chirurgia, di variare la propria anatomia genitale, per farla corrispondere a quella psicologica, mentre infine i transgender negano la dicotomia sessuale e ritengono di poter assumere contemporaneamente anatomia ed identità sia maschile che femminile. Un comportamento sfacciatamente sovversivo per i canoni della nostra civiltà, che si rifà all’antico mito degli androgini, creature bisessuali, descritte da Aristofane nel Simposio di Platone o alla figura di Tiresia, che divenne donna per sette anni, per poi ritornare ad essere uomo.
Prima di proseguire è necessaria un’ulteriore precisazione scientifica: nella nostra specie, a differenza di altre, non esiste la figura dell’ermafrodito ed alcune patologie, legate a tare genetiche, danno luogo ad individui con un duplice corredo di attributi sessuali, ma in nessun caso essi sono in grado di funzionare alternativamente come maschio o femmina. Alcuni soggetti presentano pene ed utero rudimentale, oppure il cosi detto ovotestis, la presenza nell’ovaio di tessuto testicolare primordiale. 
Per cui le trasformazioni praticate al tavolo operatorio non sono in grado di sovvertire ciò che la natura non ha previsto. 
Ma l’interrogativo che sempre più incalzante si presenta in questi giorni è cosa cerchino tanti uomini potenti tra le braccia(e tra le coscie…) di questi misteriosi individui. E come mai non capiscano quanto sia facile essere oggetto di un ricatto. Basta una cimice, una microtelecamera nascosta, un pedinamento e si finisce oggetto di minacce ed estorsioni, se non sulle pagine dei quotidiani.
La nostra morale li disprezza e considera disdicevole frequentarli, per cui il rischio di essere colti in fragrante rappresenta un concreto pericolo, che pare non spaventi più di tanto i loro più assidui clienti, addirittura eccitati dal rito della trasgressione. 
Non esistono attendibili studi scientifici sulla psicologia del transessuale, se non alcune datate considerazioni di Foucault, per cui dobbiamo affidarci a quel che hanno raccontato sull’argomento registi e scrittori.
Il transessuale si differenzia dall’omosessuale che conserva l’ortodossia del soggetto attivo e di quello passivo nella dinamica sessuale, come capitò a Verlaine quando lasciò sua moglie per Rimbaud divenendo, la “vergine folle” del suo “sposo infernale”.
Il transessuale è un uomo in fuga dalla sua identità, che cerca di trasferirsi nell’altro sesso senza rinunciare al suo, spesso per necessità contingenti legate al suo triste mestiere. Lapidarie a tal proposito le parole che Almodovar mette in bocca ad Agado, il protagonista del suo film Tutto su mia madre, il quale, alla domanda perché non si faccia asportare chirurgicamente quell’imbarazzante appendice che gli ricorda la sua mascolinità, risponde candidamente: ” E poi come lavoro, i miei clienti vogliono una donna col pisello”.
Ancora più clamorosa è un’altra dichiarazione del regista spagnolo, tra i primi a denunciare il problema sociale del transessuale: “ Trans fu quel Dio che si fece uomo restando Dio”.
La nostra società vive sull’apparenza più che sulla sostanza, per cui il trans diventa, più che fenomeno da baraccone, curiosità da esibire in pubblico, dal Grande Fratello al Parlamento. E poiché in un’epoca da basso impero e di finta democrazia come la nostra spuntano come funghi difensori di ogni causa, anche la più strampalata, perché non concedere loro di farsi una famiglia, di adottare dei figli, di costituire un modello di riferimento per le nuove generazioni?
Alcuni paesi Europei, apparentemente all’avanguardia, vorrebbero concedere loro il doppio congedo, uno di maternità ed uno di paternità, già ora la mutua rimborsa integralmente le spese per il cambio del sesso, ma anche per loro non sarà facile creare un ordine in un campo dove regna sovrana l’anarchia. 
Altrimenti saremmo costretti a gettare alle ortiche migliaia di anni di civiltà, riscrivere Bibbia e Corano, oltre a mitologia e psicoanalisi, filosofia greca e poesia provenzale.
Si aprirebbe un futuro da incubo dominato da istinto e permissività e non più da razionalità e morale.

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