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Benevento, immagine tratta dal libro: “Teatri e Anfiteatri” di Maria Rosaria D’Acierno Canonici
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ll lavoro di Maria Rosaria D'Acierno Canonici, intitolato Teatri e Anfiteatri Greco-Romani, vuole tracciare il percorso delle civiltà del Mediterraneo in epoca arcaica a.C. fino all'impero Romano, per mettere in evidenza che al di là delle guerre, delle invasioni, delle emigrazioni, lo scambio di merci e di tratti culturali tra i vari popoli era lo scopo principale di questi contatti che generavano emancipazione da tutti i punti di vista. Questi popoli, infatti, erano anche plurilingue e le loro civiltà si arricchivano proprio per via dei contatti pacifici che alla fine raggiungevano queste popolazioni. Se prendiamo come esempi Ciro il Grande, Alessandro Magno, la Pax Romana, forse potremmo oggi, invece di assistere agli osceni dibattiti parlamentari, costruire il nostro futuro non sulle guerre, ma come afferma sempre Papa Francesco, sul dialogo e sulla reciproca comprensione. Il libro in appendice propone dipinti dell'autrice, su teatri e anfiteatri sparsi nei vari paesi che si affacciano sul Mediterraneo, per mettere in evidenza quanto la cultura viaggi più veloce delle guerre e degli scontri politici. Il Mar Mediterraneo, questo mare nostrum, fa gola a molti popoli, anche lontani, perché è la principale via di accesso per il commercio tra l'Oriente e l'Occidente, per cui oggi, in modo particolare, è fonte di guerre per guadagnarsi accesso a quelle acque.
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Rodi
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Il racconto è arricchito da una serie di disegni dell'autrice, la quale, oltre che essere una nobildonna è una valida artista, che ama rappresentare la realtà come la percepisce e cerca di trasmettere agli altri le sue sensazioni. Spesso si ascoltano giudizi del tipo: "L'arte contemporanea non la capisco, non mi piace non mi desta alcuna emozione, ha abbandonato la ricerca della bellezza, probabilmente non è arte ma solo una presa in giro". Noi nel giudicarli ci atterremo ad un antico proverbio che afferma: "Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace" ed a noi questi quadretti piacciono molto, in particolare i primi tre che rappresentano la realtà con amore, con precisione e con un armonico gioco di colori tale, che quando li abbiamo ammirati ci siamo emozionati.
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Yerapolis
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I colori sono applicati con una forte saturazione, privi quasi di sfumature e toni mediani e tuttavia tali da poter realizzare un calibrato equilibrio cromatico, così da evidenziarne al meglio il valore espressivo, determinante per far risaltare il significato. Ma mai, si deve dire, sull’utilizzazione di tali richiami compare un compiacimento cedevole, un’evocazione surreale dei valori del subconscio. L’arte della nostra scrittrice ci pare piuttosto agire a livello di natura e nella natura, laddove sembra trovare le forme esemplari per il suo fine didascalico. La sua opera diviene così espressione di un atteggiamento assertivo, che è sintesi di ambiente, materiali e intenzioni dove si può cogliere -perché traspare senza alcuna mediazione- un forte spirito di modernità ma anche di laica spiritualità, se si può dire, in un certo senso obbligata in un’artista le cui trascorse esperienze di lavoro e di viaggi hanno certo generato un’apertura mentale internazionale, tanto verso le letterature che verso le arti internazionali e, per sua stessa ammissione, tutt’altro che chiusa nel suo piccolo mondo di immagini o nella rievocazione dei grandi del passato, ed anzi ben affacciata sulle esperienze artistiche del nostro tempo. E tuttavia la volontà di affermare oggi la sua consapevole presenza e di comunicare una propria cifra stilistica non si accompagna affatto al tentativo di ‘agganciare’ lo spettatore, né ci pare miri a richiedere il conforto del punto di vista neutrale di chi osserva.
Lo dimostrano gli ultimi lavori dell’artista, frutto di un sentire pittorico non riducibile a dati pregressi, ma che si proietta addirittura ‘oltre’, come se fosse una specie di sonda che cerca di penetrare in sentieri ancora non ben esplorati in ambito artistico.
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Capua
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Achille della Ragione
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Carthago |
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Paestum Anfiteatro Flavio |
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Petra |
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Benevento |
RispondiEliminaGrazie carissima Elvira, le tue parole riempiono i vuoti di ieri. Avrò invitato una 40 di persone, ma come devo interpretare quella assenza? la gente è sempre pronta a ficcare il naso negli affari degli altri quando possono riempirsi la bocca ingigantendo le ingiustizie ma quando devo partecipare ad un evento lodevole se ne guardano bene: Mah! Spero di poter venire qualche volta il venerdi. Dario Catena che è un archeologo e stava li ieri, antico studente con noi di Sergio Piro, ha detto che avrebbe piacere di venire i venerdi, semmai qualche volta veniamo insieme. Che ne pensi? un caro abbraccio a te e ad Achille maria rosaria
Il giorno gio 15 feb 2024 alle ore 13:05 Elvira Brunetti ha scritto:
Buongiorno Maria Rosaria,
Vorrei scusarmi per ieri sera.
Sono andata via in fretta, chiamata dal mio coniuge.
Sebbene poco presenziata da ascoltatori, è stata interessante la conferenza.
La prof.ssa di latino e greco dell’Umberto, ancora primo liceo classico di Napoli, con la distinzione fatta tra formazione e prospettiva lavorativa ha centrato il decadimento della cultura ai tempi d’oggi.
Il prof. Mancini, psichiatra sulla scia di Sergio Piro ha detto bene che insegnare, ripetendo le cose amplia il nostro apprendimento.
Infine la tua purtroppo breve relazione ha dato priorità al problema cruciale che viviamo sui migranti. Tutti ci arricchiscono, dandoci qualcosa. Gli arabi in primis e sono tanti. Pensa che solo a Bruxelles sono migliaia, tra cui il compagno di mia figlia Marina che vive là.
Non dimenticherò il tuo incontro.
Grazie dal più profondo del cuore.
Spero se e quando vuoi di vederti ancora nel salotto di Achille.
Stammi bene
Con stima e simpatia
Elvira