giovedì 13 maggio 2021

Tel Aviv era la città più felice del mondo

Abbiamo passato la notte nel bunker ci sono stati tanti momenti in cui ho temuto il peggio per la mia famiglia.  Penso alle mamme che piangono i figli.

Mariagiovanna Capone intervista Tiziana della Ragione

 

 

Il Mattino pag.12 - 13 maggio 2021

 

 
Tiziana Della Ragione è una napoletana che sta vivendo la tensione dei bombardamenti e la paura di essere un bersaglio. Visiting Research Associate all'Istituto Nazionale di Studi Strategici Israeliano e ricercatrice al Moshe Dayan Center dell'Università di Tel Aviv, con la sua famiglia vive nel quartiere Herz Uya Pituach della capitale, e mentre risponde alle nostre domande è costretta a rifugiarsi nel bunker sotto casa per due volte, richiamate dal suono agghiacciante delle sirene che annunciano un attacco imminente.


Prima di tutto, lei e la sua famiglia come state?

«Attraversiamo un momento di grande tensione e instabilità politica che scatena forti emozioni e molte domande. I primi a subire gli effetti di tutto questo sono i ragazzi. I miei tre figli continuano a chiederci cosa sta accadendo e quando, e con che esito, il conflitto finirà».

E cosa gli risponde?

«Sono domande complesse a cui nessuno di noi sa purtroppo dare una risposta. Io e mio marito cerchiamo di mantenere la calma, di informarli senza inutili allarmismi e soprattutto, nella misura del possibile, di rassicurarli. Sappiamo che i bambini rispecchiano gli atteggiamenti degli adulti per quanto riguarda il loro senso di sicurezza, il conforto e la capacità di affrontare efficacemente la situazione e stiamo cercando di lavorare in questa direzione anche se, non le nascondo, con grandi difficoltà».

Durante l'arrivo dei missili dove vi siete rifugiati?

«La nostra casa, come molte abitazioni in Israele, è dotata di un mamad, un rifugio anti-missile dove si corre al suono delle sirene. Abbiamo trascorso quasi tutta la notte in questo piccolissimo bunker di un paio di metri cubi dove siamo comunque in compagnia della paura. A ogni missile intercettato e distrutto dall'Iron Dome, il sistema di difesa israeliano, seguiva un boato assordante e un tremore di mura come durante un terremoto. Ci sono stati momenti in cui ho temuto davvero per il peggio, il rischio che anche la popolazione civile possa perire in questo conflitto è un rischio concreto. I miei due figli più piccoli, Matteo ed Elettra, erano talmente spaventati che, anche quando le sirene nella nostra zona hanno finalmente smesso di suonare intorno alle 4 del mattino di martedì notte, hanno preferito dormire nel bunker temendo un ulteriore attacco. Un risveglio delle sirene nel cuore della notte e la corsa per raggiungere il rifugio in pochi secondi è qualcosa di scioccante per un ragazzo».

Come genitore immagino che sia molto preoccupata …

«Al di là della preoccupazione per un'eventuale escalation del conflitto e un ulteriore spargimento di sangue, provo tanta tristezza peri bambini uccisi e tutti gli innocenti che da entrambe le parti, stanno perdendo la vita. Sono estranea al conflitto israelo-palestinese essendo una napoletana che vive e lavora in Israele, ma in ogni caso coinvolta profondamente: il mio cuore è vicino a tutte le mamme che oggi piangono i loro figli, palestinesi o israeliani. Non è il momento di schierarsi, criticare o condannare. Credo debba essere per tutti noi il tempo della riflessione, dell'informazione e dello scambio costruttivo. La mia testimonianza spero sia parte di questa condivisione».

Cosa si aspetta nei prossimi giorni?

«Non voglio essere allarmista ma temo un peggioramento della situazione. E' in atto un'operazione militare e le sirene continuano a suonare. Le strade sono semideserte, l'aeroporto è chiuso, come scuole e molti uffici. Temo che il bunker sarà il luogo dove passeremo le nostre notti per molto tempo ancora. Ed è paradossale, visto che fino a pochi giorni fa Tel Aviv sembrava la città più felice del mondo, libera dal Covid grazie a un programma di vaccinazione efficace e veloce. Speravo potessimo tornare finalmente a una vita normale, e invece siamo piombati nel terrore».


9 commenti:

  1. Un augurio perché tutto venga risolto e tua figlia ed i suoi possano ritornare a vivere serenamente!
    Aurelio De Rose

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  2. Mi dispiace Achille anche perché non si capisce quando finirà.
    Savino De Rosa

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  3. Carissimo Savino,
    Ti ringrazio per la vicinanza.
    Stiamo bene ma il momento è particolare.
    Come hai giustamente detto tu non abbiamo certezze: può scoppiare la terza antifaida o arriviamo a un cessate il fuoco in qualche giorno? E poi cosa ci aspetta?

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  4. Caro Aurelio,
    La ringrazio per la vicinanza alla nostra famiglia. IL calore umano e la solidarietà è quello che ci vuole in questo momento.

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  5. Caro Achille,
    avendo anch'io vissuto più volte, per motivi professionali, momenti simili a quelli descritti, tengo ad esprimerti tutta la mia simpatia e vicinanza.
    Un abbraccio a te e a Tiziana
    Bruno Gatta

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  6. Mi dispiace tantissimo..Achille.
    Ma non possono ritornarsene in Italia..???
    Francesca Pastore

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  7. Immagino la preoccupazione.
    Un abbraccio sentito!
    Mariarosaria Marchetti

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  8. Ciao Achille, non sapevo che tua figlia vivesse lì, dove ho amici carissimi e per cui sto provando preoccupazioni e ansie... preghiamo si risolva bene e presto!!!
    Un abbraccio.
    Barbara Martusciello

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  9. Caro amico, ti sono vicino in questo particolare momento della brava Tiziana e della sua famiglia ,tua figlia ha una enorme importanza per proteggere i suoi figli che sono la parte più fragile in questa situazione di guerra. Ti auguro che al più presto possa allontanarsi da questi pericoli per rivedere un posto e una accoglienza tranquilla di cui hanno tanto bisogno. Ti abbraccio con affetto e porgo a tua figlia saluti di stima e di solidarietà.
    Alfredo De Lucia

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