mercoledì 10 marzo 2021

Ei fu. Siccome immobile...

 

fig.1 - Napoleone

Dolce ricordo di quando la memoria si esaltava con l'apprendimento di versi, stampati ormai nel cuore di tutti noi!
È Il Cinque maggio, l'ode che commemora la morte di Napoleone (fig.1), scritta da Alessandro Manzoni (fig.2).
Ei fu. Due sillabe e un punto. Sembra la ripresa di un altro incipit ancora più celebre. Due note violente che risuonano come due colpi di cannone. Così si annuncia la terza sinfonia del divino Beethoven (fig.3). E chi più di un titano della musica avrebbe mai potuto lodare le imprese titaniche di un genio dell'arte militare? La scrisse nel 1803. Ma l'eroe che promise la libertà, si autoproclamò imperatore dei Francesi nel 1804 e Ludwig Van, anche se deluso, la chiamò l'Eroica.
Infine il quadro che più lo rappresenta è quello di Jacques Louis David (fig.4). Anche lì il cavallo impennato al valico delle Alpi lascia già presagire la conquista dell'Italia.

 

fig.2 - Il Cinque Maggio


fig. 3 - Beethoven

fig.4 - David - Napoleone scavalca le alpi

fig.5 - Salotto di donna Elvira

Quando nel famoso Salotto di donna Elvira (fig.5), la sottoscritta, venne in qualità di ospite il professore Luigi Mascilli Migiorini, autore di più libri su Napoleone, si parlò di quella che non è affatto una questione secondaria e cioè il relativismo di giudizio sul personaggio in causa. Nell'Ottocento c'è il mito romantico con Stendhal che aveva una grande ammirazione per chi come Lui incarnava l'ambizione dell'uomo moderno. Nessuno sfuggì al Suo fascino, neppure i suoi nemici di pensiero. F. R. de Chateaubriand diventa un anti-Napoleone. Victor Hugo riferendosi a Suo nipote dice che gli mancava quella magnificenza cesarea. Tutto cambia con "La Nouvelle Histoire" che rivisita la storia del passato alla luce di un nuovo metodo d'indagine. L'attenzione è sulle dinamiche di sviluppo e la logica alla base dei movimenti delle masse sociali. Nel 1929 nascono "Les Annales", che mettono in evidenza l'importanza del fattore tempo e cioè la distanza dagli avvenimenti. Perché bisogna fare molta attenzione quando si parla di un fatto storico. Anche solo per raccontare un episodio, quindi non per giudicarlo, occorre una separazione. Ad esempio nel 1935 uno storico francese, Georges Lefebvre, che già aveva fatto una profonda analisi della Grande Rivoluzione, partendo dalle masse contadine, scrive un libro su Napoleone e dice in sintesi che è stato un figlio del dispotismo illuminato del Settecento.
Comunque Napoleone resta il simbolo della modernità. Il  passaggio dall'Ancien Régime, pieno di fascino nostalgico si gioca sul tempo. La velocità delle sue battaglie, la rapidità d'azione. Da una parte il successo, dall'altra la solitudine. Amato, temuto, odiato.
La Rivoluzione francese gli diede la luce, ma dopo aver cavalcato il trionfo della libertà del popolo, inciampa e diventa preda di quel sogno di potenza: "Umano, troppo umano"che inficiò la sua grandezza. Come Alessandro Magno distrutto da un sogno espansionistico. Anche Carlo Magno osò espandersi fino a creare il Sacro Romano Impero, primo esempio di Europa unita, ma andò a Roma per farsi incoronare imperatore (fig.6). Napoleone invece fece venire il Papa a Parigi e nella chiesa di Notre Dame si autoproclamò imperatore (fig.7). Un altro elemento a suo sfavore è stata la razzia di opere d'arte dall'Italia e dall'Egitto.
Un personaggio quindi molto controverso di cui da sempre si discute e si discuterà ancora.
Accanto tuttavia alla visione elogiativa delle sue gesta in auge tutt'oggi, da un po' di tempo invece, esiste un fenomeno culturale importato dagli Stati Uniti in Europa, molto vivo soprattutto in Francia: La Cancel Culture. Un movimento che, per pareggiare i conti col passato, vuole cancellare la memoria dei misfatti. Dal razzismo all'antisemitismo, dalla decolonizzazione alla questione di genere e oltre. Un revisionismo culturale che però sfocia in sfregi di monumenti e azioni varie di ostracismo, boicottaggio e mobbing nel campo del lavoro. Qualcuno ha parlato di Nuova Inquisizione. Sei razzista o maschilista? Allora ti punisco.
Alcuni studiosi Francesi si sono chiesti perché in molti Paesi europei si preparano le celebrazioni per commemorare il secondo centenario della morte di Napoleone e nel loro Paese no. Forse è ancora presto. Certo è che apparentemente sembra che sia stato nel tempo poco ricordato. A Parigi c'è solo una piccola strada Rue Bonaparte. Ultimamente a Rouen c'è stata una crociata anti Napoleone per eliminare la statua equestre di bronzo (fig.8), costruita con i cannoni presi dai vinti della battaglia di Austerlitz. La leggerezza del sindaco poi, che propone di sostituirla con una scultura femminile perché nella sua città non ci sono statue di donne.
La verità è che l'ignoranza della storia è grave ed è il terreno fertile sul quale progrediscono le aberrazioni culturali.
In conclusione se la Cancel culture è nata con buoni intendimenti, sostenuta da diversi intellettuali per pareggiare gli errori dei nostri antenati, assistiamo oggi ad un degrado peggiore.
Viva la confusione e la perdita del senso di ogni misura!
 
ELVIRA BRUNETTI

 

fig.6 - Raffaello - Incoronazione di Carlo Magno a Roma


fig.7  - Jacques-Louis David - Incoronazione di Napoleone

fig.8  -Statua equestre di Napoleone a Rouen

 

 


2 commenti:

  1. Articolo molto attuale e interessante. La Cultura dell’annullamento o della cancellazione è uno di quei fenomeni che purtroppo fa presa sulle masse ma è profondamente sbagliata. Infatti mentre il fine potrebbe essere giusto, manifestandosi contro libri, film, personaggi, eventi pubblici che sono percepiti come portatori di valori deprecati e talvolta offensivi, la metodologia è incorretta in quanto sottrae quest’ultimi dal loro contesto.
    Il contesto è tutto per capire un personaggio o un evento. Decontestualizzare equivale a fornire una visione molto parziale degli eventi. Capire il contesto in cui i personaggi del passato hanno fatto alcune azioni, ci permette di capire quali fossero gli equilibri in gioco che hanno permesso quelle dinamiche specifiche.
    Bellissimo il passaggio sugli “Annales” e sull’importanza del distacco dagli eventi storici per la loro corretta trattazione ed analisi. Effettivamente, descrivere gli eventi contemporanei ci espone al rischio di essere condizionati da quest’ultimi. Credo che a questo proposito è interessante il lavoro della storiografia che ci racconta cosa studiosi vissuti in epoche diverse pensano dello stesso avvenimento o dello stesso personaggio. Sarebbe interessante vedere come la figura di Napoleone e la sua incoronazione come imperatore di Francia sia stata valutata da studiosi che hanno vissuto nella sua epoca ma anche in quelle dopo la sua morte, in Francia come in altri paesi. Credo avremo delle sorprese interessanti.
    Grazie per questo bellissimo articolo che aggiunge a tutti noi, tuoi lettori, un pò di cultura in più.

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  2. Mi associo al commento di Tiziana che condivido così come tutto ciò che hai sapientemente evidenziato nell’articolo su Napoleone. Non si possano fare considerazioni sui comportamenti di un personaggio così storicamente importante con gli occhi di oggi che guardano al mondo in un’ottica diversa da quella di duecento anni fa. La diatriba che vi è attualmente in Francia circa l’opportunità della celebrazione del bicentenario dalla morte non ha senso. E’ stato comunque un grande che ha dato una svolta alla storia della stessa Francia e dell’ Europa intera a prescindere (a dirla con Totò) dalle sue considerazioni sul mondo femminile ed alle sue velate (ma non troppo) idee razziste. Ho molto apprezzato la tua capacità di sintetizzare in poche righe gli elementi significativi di un personaggio e della sua epoca. Complimenti ed un saluto caloroso a te ed Achille, sperando che il superamento del periodo del covid ci consenta altri incontri piacevoli come quelli che si sono tenuti nel vostro salotto fino a non molto tempo fa. Con affetto.
    Renato (nome) Albert (cognome)

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