venerdì 1 maggio 2020

GRAND HOTEL: carcere di Rebibbia



Prefazione


In giorni come quelli che stiamo vivendo grazie alla pandemia, quando siamo costretti a vivere tra le mura domestiche, una buona idea è stata quella di accettare il pressante invito del mio editore e di dedicare utilmente il tempo a descrivere per contemporanei e posteri il lungo periodo in cui sono stato relegato tra mura ben più tristi ed avvolgenti, quelle del carcere di Rebibbia, che ha avuto l'onore di ospitarmi per 2 anni e mezzo, dopo 3 anni e più di latitanza e prima di 2 anni e mezzo di domiciliari, che costituiranno oggetto di un altro libro.
Come si arguisce dal titolo per chi come il sottoscritto ha avuto modo di trascorrere un breve quanto intenso viaggio nell'inferno di Poggioreale (a tale proposito invito i lettori a consultare in rete il mio libro sull'argomento, digitando il titolo: Le tribolazioni di un innocente) il soggiorno nel penitenziario di Rebibbia è stato poco meno che una vacanza.
Alla fine del libro, oltre ad una trentina di foto, vi è un'appendice documentaria, che illustra, anche se parzialmente, la mia intensa attività in favore dei carcerati, attraverso interviste a giornali e televisioni, incontri scontri con ministri e parlamentari in visita ufficiale e soprattutto più di 100 lettere pubblicate dai principali quotidiani.
Pochi cenni al lungo periodo dei domiciliari, giusto per sottolineare il cattivo utilizzo delle forze dell'ordine e la vergognosa inefficienza del tribunale di sorveglianza.
Nel ricordare che mentre ero recluso ho scritto un libro illustrato da mio nipote Leonardo, dedicato ai bambini, ma anche ai grandi, consultabile in rete digitando il titolo: Le favole da Rebibbia, che ha avuto fino ad ora circa 100.000 lettori telematici, non mi resta che augurarvi buona lettura, con la preghiera di diffondere la mia fatica letteraria tra parenti, amici, collaterali ed affini

Achille della Ragione

Napoli maggio 2020


Scarica il libro in PDF
Scarica la copertina in PDF

Indice

25 commenti:

  1. In attesa di leggere il prossimo capitolo le lascio la mia profonda ammirazione per ciò che ha compiuto in quei giorni che la vedevano privato della libertà .Conoscendola di persona,caro professore immagino l'empatia e l'umanità che lei ha lasciato nei detenuti che hanno visto in lei un' ancora di aiuto che li portava fuori, nel mondo, con la profonda solitudine e le paure e le parole che non avrebbero saputo scrivere e che lei ha letto. Le stesse che avrà provato anche lei ma che le ha debellate mettendosi al servizio degli altri. Pur messo in cella Un Uomo libero resta tale al cospetto di chi vive la prigione del pregiudizio e del sapere saccente, ma sterile. Con stima e affetto Maria Palumbo

    RispondiElimina
  2. Che vita avventurosa
    Patrizia D'Amato

    RispondiElimina
  3. Vorrei sapere dove posso comprare la copia cartacea del libro
    Carlo Arcari

    RispondiElimina
  4. Ho letto con molto interesse il Suo libro e, La ringrazio per avermene dato l'opportunità, non solo per gli interessanti contenuti ma, soprattutto per l'esposizione letteraria non comune a tutti gli scrittori. Cordialmente Annamaria Croce

    RispondiElimina
  5. Caro Achille come stai? vedo che la verve non ti abbandona..anzi..ti ringrazio per le citazioni e per le belle foto postate..mi riconosco..però ti faccio notare che la foto che associ a Nuccia Cappuccio non corrisponde..intanto ti mando un grande abbraccio e spero di rivederti a breve se verrò a Napoli per qualche mostra appena ci ridaranno la libertà visto che siamo tutti o quasi ai domiciliari..
    Anna Di Fusco

    RispondiElimina
  6. Ad un fenomeno umano, artistico e culturale come il dottor Achille della Ragione non poteva e non doveva mancare l'esperienza carceraria. Tutti ne dovrebbero beneficiare per forgiare il proprio carattere e trarne utilissimi insegnamenti per guardare, giudicare e riflettere da un punto di vista altrimenti impossibile da traguardare. Ed i risultati di queste sue emozioni, tradotti in parole ed immagini, ne sono la palpitante testimonianza, da assumere come nettare ed ambrosia per il nostro benessere.....
    Guido Bossa

    RispondiElimina
  7. Grazie, Achille. Ho dato solo uno sguardo fugace al tuo lavoro. E' intriso di tanta umanita'. Presto lo leggero' attentamente. Un abbraccio a te ed anche ad Elvira.
    Marianna D'Arienzo.

    RispondiElimina

  8. Effettivamente i rapporti epistolari sono fondamentali per confortare e sostenere i detenuti e il fatto di scrivere una lettera invece che una mail ci invita alla riflessione, a pesare le parole, a cercare di farci comprendere in maniera più attenta. Un messaggio di testo lo puoi inviare al volante, mentre cucini, quando stai studiando. Lo schermo non lascia niente di noi, l’emozione che arriva è rappresentata dalla faccina che, spesso e volentieri, selezioniamo di fretta. La tecnologia, la rete, bloccano le reazioni umane, rendendole “sciatte” davanti ai sentimenti provati. la lettera invece ha tutta un’altra dimensione e custodisco gelosamente tutte le lettere ricevute da mio padre durante quel periodo. Rileggerle qualche volta mi ha aiutato ad essere più forte e, soprattutto, a relativizzare i miei problemi che, a confronto con i suoi, erano ben poca cosa.

    Conservo gelosamente un ricordo lucido delle visite con mio padre. Purtroppo erano pochi i momenti che potevamo riunirci tutti insieme noi della famiglia della Ragione perchè per assicurare una frequenza costante ci dividevamo le 6 ore del mese.
    Ricordo che prendevo l’aereo da Bruxelles, infrasettimanale, dormivo a Roma da mia suocera e la mattina seguente, con un paio d’ore di spostamenti e una lunga attesa finalmente abbracciavo mio padre. Momenti indimenticabili per me. Papà è un uomo forte e sapeva trasmettere la sua forza, il suo coraggio e la sua energia anche dal carcere. Non l’ho mai visto avvilito. Sapeva nascondere bene i suoi stati d’animo con noi figli. Immagino come doveva essere dura per lui...
    Non è mai stato di peso ma solo di grande aiuto. Seguiva le nostre vite come se vivessimo nella stessa casa. Sapeva tutto di me, dei miei ragazzi, della mia vita e questo mi dava parecchia forza per affrontare il momento lungo, triste e doloroso che avevamo davanti a noi.
    Ricordo che quando potevamo fare la visita all’aperto ed eravamo tutti molto felici; io, in particolare, in quell’occasione cercavo di portare i miei figli, Leonardo e Matteo, allora piccolissimi. Era un’ora meravigliosa, dove c’era anche l’opportunità di tirare due calci al pallone e consumare insieme una colazione con paste e bevande. i miei figli hanno un bel ricordo di quel periodo. soprattutto quando c’erano loro, era vietato parlare di cose tristi e troppo serie. Mio padre, anche a distanza, è sempre stato un ottimo nonno per i miei ragazzi. Nel carcere di Rebibbia papà lo conoscevano tutti, dal più povero al più illustre ospite; era una persona stimata e rispettata e questo fatto si vedeva da come le persone ci guardavano e ci trattavano quando andavamo a fargli visita. Ognuna di loro aveva ricevuto del bene da mio padre e questo ci rendeva tutti molto vicini.
    Rileggere questo scritto ha fatto rivivere tante emozioni in me che si erano affievolite e ne sono felice.
    il proprio passato non va mai rinnegato.
    grazie papà per condividere con tutti noi la tua storia
    tua primogenita

    --
    Tiziana della Ragione

    RispondiElimina
  9. Egr. Dott. Della Ragione,
    sono davvero felice di sentirla, non ci crederà ma in questi mesi stavo proprio pensando a Lei, domandandomi dove fosse. Mi sembra di capire che è finita "la vacanza", anche se è nuovamente recluso come tutti. Chi lo avrebbe mai immaginato?
    La ringrazio molto per le citazioni e i complimenti. Mi ha fatto proprio una bella sorpresa!
    Chissà che non ci si possa incontrare a Ischia.
    La ringrazio anche per il libro, mi fa molto piacere riceverlo all'indirizzo che vede sotto.
    Intanto un caro saluto
    Giovanna Razzano

    RispondiElimina
  10. Caro Achille un piacere sentirti

    Cuffaro Salvatore

    Se vuoi dopo il virus il tuo libro su Rebibbia lo presentiamo a Palermo

    RispondiElimina
  11. Grazie di cuore! Lo leggerò come tutti i tuoi scritti con grande partecipazione,
    Maria Pia Vasti

    RispondiElimina
  12. Dovresti fare qualcosa per civilizzare Poggioreale, la tua esperienza passata non dovrebbe andare perduta ma utilizzata al meglio. Se tu riuscissi a mutuare alcune delle tue esperienze romane anche qui credo sarebbe una gran cosa. Chi meglio di te??
    Esperienza di vita vissuta
    Cultura
    Comunicativa
    Bella presenza
    Patrizia D'Amato

    RispondiElimina
  13. Caro Achille,

    finalmente hai pubblicato una cosa seria, rispetto alla tua produzione letteraria che, per quel po' che mi è capitato di leggere, non mi è sembrata degna di attenzione.

    L'esperienza carceraria resta viceversa qualcosa di vero e palpitante, specie se vissuta da chi, come te, era geneticamente impreparato a farla e, facendola, ha aggiunto alla propria esistenza, diciamo un po' fuori dalle regole, un tassello ulteriore.

    Anche io ho pubblicato, prima del covid 19, un romanzo tratto da una vicenda per la quale redassi la sentenza di condanna all'ergastolo del mandante dell'omicidio della donna che l'aveva denunciato per gli abusi sessuali sulla propria figlia minore. Se hai modo di leggerlo, il titolo è Teresa B, Juppiter editore, potrai conoscere una parte di me che ti è sconosciuta perché maturata dopo gli anni giovanili trascorsi insieme. I diritti d'autore vanno alla ragazzina abusata e poi resa orfana. Ti saluto con la storica frase, nun c'è stat mal.
    Carlo Spagna

    RispondiElimina
  14. Egregio Professore

    come promesso Le invio (incollato in calce) il link del mio blog dove fu pubblicato, 7 anni fa, il breve pezzo che La riguarda.

    Quel pensiero mi fu sollecitato dalla (all'epoca nota e scandalosa) vicenda che vide protagonista il Ministro della Giustizia Cancelleri la quale, sollecitata da un parente di Ligresti al telefono, ammise di aver disposto la liberazione della figlia del medesimo Ligresti, all'epoca detenuta, per "ragioni di salute"...

    In attesa di ricevere la copia cartacea della Sua ultima fatica (che ho intanto iniziato a leggere dal web), Le invio i miei migliori e più cordiali saluti.

    Rodolfo Murra

    http://www.rodolfomurra.it/2013/11/06/per-achille-il-telefono-del-ministro-non-squilla/

    RispondiElimina















  15. Caro Achille,

    ho letto con interesse il libro che hai scritto sulla tua esperienza a Rebibbia, che mi ha permesso di capire il tuo punto di vista su quel periodo della tua vita certamente doloroso e, penso, totalmente inaspettato. Il libro delinea anche la tua personalità di essere umano, o almeno quella parte che hai voluto condividere con chi legge. Nel tuo racconto del mondo di Rebibbia colpiscono gli accenti di verità con cui descrivi situazioni ed esseri umani che il caso ti ha messo accanto, e con i quali hai condiviso una intimità fisica (i pochi metri di una cella) e intellettuale totalmente inaspettate. Il messaggio che ho colto, anche se forse non era voluto, è che anche le situazioni più difficili a volte ci riservano la ricchezza di incontri umani profondi, banali o scontati, che ci cambiano e ci regalano nuovi orizzonti.

    Un caro saluto a te e a tua moglie che ho avuto modo di conoscere anni fa, durante una sua visita a Roma.




    Franca Ricci Stevenson

    PS: Ti vorrei ricordare, per esattezza "storica" e non perché tu debba apportare correzioni al libro, che l'inglese nel progetto "Libertà di Studiare" l'ho introdotto io, stilando il programma, scegliendo il libro di testo, su richiesta di Laura Fersini nell'autunno 2011. Nello stesso periodo presi contatto con la Prof. Rita Salvi, della Facoltà di Giurisprudenza, lCattedra di Inglese che venne nell'aula di Rebibbia "Libertà di Studiare" per somministrare l'esame richiesto. Anna è arrivata qualche tempo dopo.

    RispondiElimina














  16. Caro Achille (posso chiamarla per nome?), ho appena ricevuto e letto subito il suo libro. La parte che mi riguarda mi ha molto divertito e anche - confesso - un po' commosso.

    La ringrazio davvero di cuore e, come ha scritto nella graditissima dedica... speriamo a presto!

    Un caro saluto,
    Oliviero Diliberto

    RispondiElimina
  17. Ciao nonno Achille
    come avete passato tu efd Elvira questo periodo tremendo agli arresti domiciliari?
    La torta dei tuoi 65 e quantomai libidinosa da tuffarcisi dentro. Tu leggo sempre volentieri a quanto le prossime visite?
    Un abbraccio virtuale a te e Signora da
    Flora

    RispondiElimina
  18. Buongiorno Achille! Ti ringrazio per il libro che è arrivato a destinazione! Sono curioso di leggerlo! Intanto ho visto le pagine che hai evidenziato!

    Ti abbraccio!

    Sasà Striano

    RispondiElimina
  19. Professore carissimo,

    grazie di cuore dei libri che mi ha spedito e che ho letto in relax questo fine settimana. La sera in suo onore abbiamo cucinato una ‘genovese’ nella versione dell’Appio Latino dove vivo.
    Buona settimana e ancora complimenti per il suo indefesso lavoro.
    Cordialmente,
    Valentina Ciancio

    RispondiElimina
  20. Ciao, Achille. Ho letto e meditato. Storie come la tua danno forza alla Democrazia. Ciascuno dovrebbe fare la sua parte per testimoniare i valori in cui crede. Ti auguro di realizzare i tuoi sogni.
    Con fraterni saluti.
    Antonio Villa

    RispondiElimina
  21. Ricevuto caro Achille. Grazie per il pensiero. Il libro è scritto bene e lo tengo tra i tesori accumulati in un pezzo importante della mia vita. Un abbraccio! I
    Giuseppe Buonomo

    RispondiElimina
  22. Caro Achille

    senz'altro ti starai godendo l'Isola Verde che ho amato anch'io quando vi andavo a villeggiare a Forio dal 1952 al 56.

    Ho letto il tuo libro Le tribolazioni di un innocente e naturalmente mi ha colpito intensamente.Conosco un pò della vita carceraria ( non per mia

    detenzione) perchè la frequentavo in occasione degli interrogatori dei detenuti. Vi ho però vissuto anche un'occasione emozionante : un concerto

    pomeridiano di melodie napoletane al Penitenziario di Spoleto che ospita anche detenuti in regime di 41 bis. di cui la maggior parte napoletani e

    comunque meridionali.

    Buon proseguimento di vacanza

    Aldo Villanova

    RispondiElimina
  23. Caro Professore, il Suo libro "Grand Hotel - Carcere di Rebibbia" è giunto in mie mani. Grazie per l'affettuosa dedica che lo impreziosisce. Il mio occhio destro ancora non vede luce per il carcinoma epidermideo che mi ha colpito nel 2017 provocando anche una paralisi facciale al lato destro del volto. Mi riservo quindi di leggerlo pian pianino nelle lunghe serate del prossimo inverno. L'immunoterapia, iniziata dopo un ciclo di radioterapia, prosegue al ritmo di due perfusioni al mese - il 3 Settembre p.v. saremo alla 37a - e dalle risultanze delle due ultime IRM [Gennaio e Maggio u.s.] la massa tumorale è ora stabilizzata! Per timore di recidive, comunque, si prosegue il costoso trattamento con l'auspicio di una "riduzione" della massa che ridia progressivamente funzionalità al nervo facciale ed al trigemino. L'udito dell'orecchio destro, fortemente ribassato, è ora migliorato grazie ad un apparecchio acustico; restano i danni della paralisi sopratutto alla bocca che complicano l'alimentazione quotidiana. Ho smesso l'assunzione di morfina e cortisone - eliminando gli indesiderati effetti collaterali - e riesco a sopportare il permanente dolore. Combatto cosi' la mia battaglia. La religione mi dà grande forza. Mi allieta la giornata il primo nipotino di nome Valerio nato il 21 Marzo scorso a Lussemburgo-città.


    Sono incoraggiato a questo sfogo - che, comunque, mi vorrà perdonare - perché so di scrivere ad un medico; alle risultanze della prossima risonanza magnetica, se l'oncologa lo riterrà possibile, spero di poter trascorrere le prossime festività natalizie in Italia; sarà quella l'occasione per scambiarci personalmente gli auguri di rito.

    Cari saluti che La prego voler estendere a Suo fratello, ex collega di lavoro nel fu glorioso Istituto.
    Mi abbia cordialmente Suo,
    Carlo Arcari

    RispondiElimina
















  24. Ho letto uno dei libri sulla sua esperienza carceraria e l’effetto su di me è stato quello dell’immedesimazione e la conseguente presa d’atto dell’annullamento dell’umanità all’interno del sistema giudiziario.Non ho risposte alla domanda perché i giornali non recensiscono i suoi libri, però mi piace ricordare una frase di Enzo Ferrari: “ gli Italiani perdonano la corruzione, l’omicidio, ma non perdonano il successo”.
    Vladimiro Placidi

    RispondiElimina
  25. E' arrivato il libro che mi avevi promesso. Ti ringrazio (anche per la dedica). Lo leggerò con molta attenzione e sono certo, conoscendo la tua penna, che sarà sicuramente interessante e piacevole. Ti farò sapere. Un saluto affettuoso a te ed Elvira.
    Renato Albert

    RispondiElimina