sabato 2 maggio 2020

Per Achille il telefono del Ministro non squilla

Articolo del 2013 del prof. Rodolfo Murra

tav. 7 -  prof. Rodolfo Murra
in  udienza papale il 18 gennaio 2012



Achille della Ragione. Ginecologo napoletano, classe 1947, sta scontando la sua reclusione a Rebibbia. Giusta o sbagliata che sia, la pena che gli hanno inflitto, la sta espiando. Con rigore ed al tempo stesso con umana rassegnazione. E’ un detenuto che, a quanto dicono tutti gli altri, è considerato come una sorta di “carcerato modello”. E’ davvero un personaggio: dotato di vasta cultura umanistica (è tra i maggiori esperti della pittura del ‘600 partenopeo), ha scritto molti libri, è un maestro scacchista (nel 1998 ha battuto in una simultanea il campione del mondo Boris Spassky): a Napoli, poi, teneva un salotto letterario nella sua casa di Posillipo, insieme alla moglie. E’ anche il titolare di un sito web (www.achilledellaragione.it) dove, chi volesse, potrà apprendere altre notizie su di lui. Si vanta di aver partecipato, nel 1972, a “Rischiatutto”, conservando ancor oggi assai gelosamente i gettoni d’oro vinti, rispondendo a domande sui premi Nobel.
In carcere si diletta a scrivere raccolte di favole per bambini. Mi ha fatto dono del suo ultimo volume (che parla della “fortezza” di Rebibbia), dedicato ai tre nipoti, “ma anche a tutti i bambini del mondo e soprattutto agli adulti; che possano meditare e capire più in profondità il messaggio di speranza e di sofferenza che sottende ai vari capitoli”.
Il libro si conclude con un epilogo, rivolto esclusivamente ad un pubblico di lettori maturi, nel quale il protagonista, “nonno Achille”, affronta tre possibili differenti tipologie di finale (il primo felice, gli altri due tragici). Un epilogo che tiene conto del suo pessimo stato di salute, fatto di una cardiopatia grave che gli ha procurato già un infarto e che gli fa assumere molte medicine. Mi chiama, con quel suo garbato accento tipico dei napoletani aristocratici, “Gentile Professore”.
Achille si è iscritto al corso di laurea in giurisprudenza, ma non ha il numero di telefono del Ministro della Giustizia il quale, questo almeno è quel che costui dice, si occuperebbe anche dei casi umanitari. Forse se pure lo avesse, quel numero, il telefono resterebbe muto. Achille non sta bene, è alla soglia dei settanta anni, non gode di alcun genere di permesso. Ma, probabilmente, il suo non rientra tra “i casi umanitari” che richiamano l’attenzione dell’On.le Signor Ministro.




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