martedì 6 agosto 2013

ARBITER ELEGANTIARUM

Cesare Attolini

Napoli da sempre ha espresso grandi sartorie sia in campo maschile che femminile. 
Nomi come Buonanno, Sarli, Rubinacci  sono noti in tutto il mondo e tra questi Cesare Attolini, oggi ottantenne, può essere considerato, oltre che l’erede di una gloriosa dinastia, un vero e proprio caposcuola.
Nel 1930 il padre di Cesare aveva rotto il dogma dello stile inglese in fatto di giacche, creandone un modello senza imbottiture, leggero come un cardigan e comoda come un guanto, che venne denominata “a mappina”, una novità alla quale si adeguarono in breve tempo tutti i grandi sarti.
Da Attolini si davano appuntamento tutti gli elegantoni della città, nobili più o meno decaduti e molti artisti: Casciaro, Crisconio, Migliaro, De Stefano, che spesso pagavano i vestiti con i loro quadri. Altri clienti di prestigio erano attori, registi e veri titolati: tra questi Totò, De Sica, Mastroianni, Vittorio Emanuele III, il Duca di Windsor.
Attolini ci racconta che ha cominciato  lavorare a 12 anni, imparando a fare “ i punti lenti ” ed a sovraintendere ad un compito ingrato quanto fondamentale: accendere il ferro da stiro.
Da allora non si è mai fermato ed uno degli ultimi clienti è stato Toni Servillo, al quale ha preparato la giacca per impersonare Jep Gambardella nel film cult della stagione “La grande bellezza”.
Di suo padre confida che, quando si ammalò, i clienti fecero la fila fuori al negozio per farsi confezionare l’ultimo vestito. Infine, ama rammentarci la stupenda definizione che Raffaele La Capria riservava al celebre genitore: “Non era il sarto dei re, ma il re dei sarti!”.
Oggi i suoi figli, Massimiliano e Giuseppe, collaborano nell’attività di famiglia ed hanno creato una delle poche aziende del napoletano che esporta ed assume personale.
Nel 1990, dalla sartoria artigianale, hanno creato un’azienda a Casalnuovo, alle porte di Napoli, con un forte investimento nel software ed un ciclo produttivo basato su ago, filo, ditale e forbici. Invariata resta anche la liturgia delle misurazioni. Hanno saputo portare lo stile Attolini ad ogni latitudine, Hong Kong e Corea comprese. Dopo lo store di New York sulla Madison Avenue, ora tocca a Baku ed a Londra, con corner ad Istanbul e Kiev, passando per Los Angeles e Dubai. Tessuti solo inglesi e scozzesi, per l’Italia Loro Piana, un laboratorio con 150 persone che crea ogni anno diecimila capi esclusivi, di cui il 90 per cento destinato all’estero: il 65 per cento della produzione è prèt-à-porter, il restante 35 su misura. 
<< Ogni fase della lavorazione è affidato a specialisti >>, spiega Giuseppe Attolini. 
< < I nostri clienti si chiamano Michael Douglas, Larry Ellison, chairman di Oracle, George Soros, il presidente di At&T Randall Stephenson, Vladimir Putin, Dmitrij Medvedev, Josè Carreras, Al Pacino, Robert De Niro, Dustin Hoffman. E la domanda cresce del 20 per cento l’anno. Nel laboratorio, accanto agli anziani, i giovani imparano il mezzopunto, la tecnica dell’asola ed il fondamentale  passaggio della stiratura. E per carità, mai spacchi laterali sulla giacca >>.


Toni Servillo in La grande bellezza

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