Articolo di Elvira Brunetti
Edgar Degas ritorna a Napoli in mostra a San Domenico Maggiore fino al 10 Aprile, purtroppo come in tutti i "revival" dei tempi recenti in forma oltre modo riduttiva e deludente per l'assenza di dipinti.
E' il pittore della modernità in quegli ultimi trent'anni dell'Ottocento che glorificano Parigi nel mondo intero. Dalla nuova ferrovia della Gare Saint Lazare più volte fissata coi suoi fumi sulla tela da Claude Monet, perché rappresentava la fuga dalla città verso la campagna con i vari "Dèjeuner sur l'herbe" alla "Ville lumière" che esplode nel 1881 con la prima elettricità. Il fenomeno sotto gli occhi di tutti entusiasma soprattutto i pittori, che insieme alla formidabile invenzione della fotografia trovano nuovi incentivi per la loro espressione.
Contrariamente alla maggior parte degli altri Impressionisti che operano "En plein air", Degas dipinge all'interno. E si distingue sempre dai suoi colleghi per aver studiato e sperimentato in modo esemplare la fotografia. Lavorava sempre con una kodak, un po' rudimentale rispetto allo stesso trattamento dell'immagine che farà dopo Andy Warhol. Il suo occhio vigile coglieva l'istante per fermarlo come uno scatto. Dal passo di danza della ballerina dell'Opera alla corsa dei cavalli. Osserviamo inoltre il taglio della composizione nel quadro "L'Assenzio", in cui si esalta la solitudine della donna nella nuova modernità.
Rimase incantato dai bagliori luminosi e cromatici sui giovani corpi prodotti dall'illuminazione al punto tale da inventarsi nuove tecniche per ampliare e potenziare tale effetto. Usava il pastello e l'olio per rendere lo scintillio dei "Tutù" delle ballerine. Ecco in mostra a Napoli vari Monotipi, una combinazione di incisione e pittura.
Edgar Degas (1834-1917) è stato sempre parigino, ad eccezione di alcuni soggiorni in Italia e in Louisiana. Nei suoi vasi scorreva sangue napoletano paterno e creolo materno.
Il nonno scappò dopo la Rivoluzione e venne a Napoli dove divenne un banchiere importante. Ancora oggi a p.zza del Gesù esiste il palazzo Degas. Negli anni '50 il Nostro vi soggiornò due volte. Fu anche a Firenze, ospite degli zii, ai quali dedicò un quadro notevole "La famiglia Bellelli". Dove si può notare l'influenza di altri due importanti pittori di quel momento, Edouard Manet con la forza dei suoi neri e Gustave Courbet per il realismo espressivo.
A New Orleans dove i fratelli René e Achille si occupavano di un cotonificio, esegue un dipinto straordinario: "Il mercato del cotone". La sua singolarità consiste nell'aver saputo coniugare da parte dell'autore
il Vero con il Bello. Principio sacro per Degas. L'attenzione alla realtà si unisce, direi producendo grande meraviglia, alla bellezza dell'insieme. Il quadro fu esposto alla seconda mostra degli Impressionisti nel 1876 e fu il primo acquistato da un museo due anni dopo. Si trova a Pau in Francia.
Degas non aveva un carattere facile. Era schivo e scontroso. Partecipò, per esempio, a tutte le mostre fin dalla prima nel 1874, quando Monet fonda il movimento col piccolo quadro, da cui il nome. "Impression soleil levant", nel fatidico studio fotografico di Nadar a Boulevard des Capucines, ma non li frequentò mai.
Borghese ricco insieme a Edouard Manet, che conobbe nel 1862 al Louvre, mentre copiavano entrambi le opere di Velazquez. Frequentavano l'Opera, i cavalli e il café Guerbois. Fu un accanito antisemita, quando l'Affaire Dreyfus dopo il famoso "J'accuse" di Emile Zola divise la Francia in Dreyfusardi e Antidreyfusardi. Ruppe perfino l'amicizia con l'amico a lui più caro, l'ebreo Ludovico Halevy.
Ma è il rapporto con le donne che lo tormentava. Le disdegnava, pur sentendone l'attrazione. La sua ossessiva misoginia lo spingeva quasi a spiarle. Le sue figure femminili appaiono interessate solo alle umili occupazioni materiali. Si lavano, si pettinano i lunghi capelli. Raramente si nota il volto. "E' come se si stesse osservando dal buco della serratura".
Degas non fu solo pittore, sviluppò in età avanzata, mentre la cecità galoppava, una passione per la scultura, che lo vede ugualmente eccellente, basti soffermarsi a guardare il fremito delle masse muscolari così innovativo sui nudi delle donne.
Molto prima delle stravaganze di Picasso, Degas osa vestire, sfidando il parere di critici e benpensanti, una statuetta di cera di una ballerina di quattordici anni con nastro nei capelli, un corpetto giallo, un tutù di garza e scarpette di seta ai piedi. Tale capolavoro si può ammirare al museo de Arte di San Paolo.
"Ballerina di 14 anni" San Paolo Museu de Arte |
"Lufficio dei musson a New Orleans" museo Pau Francia |
"Donna che si lava" N.Y. Metropolitan museum |
"L'assenzio" Parigi Louvre |
"Lezione di danza" Parigi Louvre |
"La famiglia Bellelli" Parigi Louvre |
"Il fratello Achille, cadetto di marina" Whashington Natioal Gallery |
Per Degas mi sono permessa di aggiungere due cosucce per agevolare la comprensione a chi non sapesse troppo del grandissimo artista: tipo di Kodak acquistata e usata, nome del nonno e Ritratto dal nipote dipinto, una citazione, qualche data delle opere che citi, nome della modella della Petit e qualche link... Così l'articolo diventa un pochino diverso dal primo, precedente, tuo, già pubblicato.
RispondiEliminaDimmi se per te è OK...
Barbara Martusciello
Bellissimo quest'articolo di Elvira Brunetti perché non ci racconta solo le opere dell'artista ma l'uomo che c'è dietro, le sue ossessioni, il mondo dal quale proviene, gli artisti con cui si forma, le città che lo ospitano e lo nutrono. Grande sorpresa per me Napoletana apprendere il profondo legame che Degas aveva con Napoli. Mi ha colpito molto la descrizione del suo rapporto con le donne e come questa misoginia ed attrazione allo stesso tempo si traduce nei suoi quadri e nei soggetti femminili. Bravissima Elvira. Grazie per averci avvicinato all'autore ed aver innestato
RispondiEliminain me la curiosità di conoscerlo meglio. Come citi non dobbiamo fare l'errore di associare Degas solo alle ballerine !!