sabato 30 gennaio 2021

Il museo, la biblioteca e l’ossario

 

fig.1 - Biblioteca

Nella parte sotterranea dell’Abbazia di San Michele trovano posto un museo, una biblioteca ed un ossario, collocati a diversi livelli.
Al primo livello vi è un Presepe, composto prevalentemente da pastori di scuola napoletana realizzati nel XVIII secolo in legno e terracotta che indossano i costumi tipici dell’epoca. A pochi passi dal presepe si trova la Cappella della Madonna del Rosario, dove hanno trovato collocazione antiche statue del XIX secolo ed alcuni dei paramenti sacri del XVIII e XIX secolo.    
Cominciamo la nostra descrizione parlando della biblioteca (fig.1), ricca di 8000 volumi tra testi a stampa e manoscritti, di cui il più antico è del 1534. Gli argomenti trattati sono i più vari, si va dall’ostetricia pratica alla geografia (fig.2) fino agli spartiti musicali (fig.3) e va rilevata tra gli scaffali la presenza di alcuni manuali di magia e di trattati sul demonio, volumi che fanno immaginare un’intensa attività di esorcismo praticata sull’isola, da ricondurre ad alcune prerogative del santo patrono, il quale viene costantemente invocato dal sacerdote che deve guarire chi è posseduto da Satana. Per molti anni la biblioteca è stata abbandonata a se stessa e solo di recente è cominciata una meritoria opera di catalogazione e di restauro, che consentirà di salvare l’ingente quanto prezioso patrimonio librario oltre a dei corali in pergamena e cartacei risalenti al XVI secolo (fig.4). 

 

fig 2 -  Testi rari

fig.3 -  Spartito musicale

fig.4 - Corali del XVI secolo

A pochi passi dal presepe si trova la Cappella della Madonna del Rosario, dove hanno trovato sistemazione antiche statue (fig.5) e procedendo lungo il percorso si giunge poi alla Cappella di San Michele (fig.6), antico e suggestivo tempio affrescato nel XVIII secolo (fig.7) e restaurato nel 1907, fino al 1885 sede della Confraternita dei Turchini devota alla Madonna Immacolata. Oggi ospita la Congregazione dei “Gialli” devota a S. Michele Arcangelo, fondata nel XIX secolo da don Nicola Ricci, la più recente delle quattro confraternite dell’isola. All’interno della cappella vi sono una statua di S. Michele (fig.8) che richiama l’arte siciliana donata all’Abbazia nel 1811 e un organo a mantice (fig.9) in legno dipinto, intagliato e dorato realizzato nel 1770 da Domenico Antonio Rossi famoso “organaro” napoletano.  

fig.5 - Statua in legno intagliato e policromo
del Settecento (particolare)

fig.6  - Cappella di S. Michele

fig.7 - Particolare del soffitto della Cappella di San Michele -
Affresco del XVIII secolo
 

fig.8 - Statua di  San Michele

 fig. 9 - Organo a mantice

fig.10 -  Discesa alla Segreta

Scendiamo ancora più in basso (fig.10) e troviamo  “La Segreta” dove un tempo si riunivano gli appartenenti alla Congregazione detta dei “Rossi” fondata da S. Alfonso Maria Dei Liguori nel 1733 che venera L’Addolorata. Questa è la confraternita che incuriosisce di più i visitatori sia per il nome che per il fascino del luogo che la ospitava che è intriso di mistero. E’ possibile ammirare una struttura lignea del XVIII secolo, i Banchi dei Confratelli e del Governo che copre quasi l’intero perimetro della cappella, dove un tempo si riuniva il Clero per discutere degli avvenimenti dell’isola: le famose Sedute Capitolari. La Cappella, dedicata a S. Alfonso (fig.11) è impreziosita da una splendida Deposizione del Cristo (fig.12) del 1746 opera di Domenico Guarino, allievo di Luca Giordano. Anche qui troviamo un organo a mantice del XVIII secolo, ma tuttavia a catturare l’attenzione del visitatore è però un’altra singolare presenza, quella di tre bare (fig.13-14) e di un’urna risalenti al XIX secolo, realizzate in legno intagliato e dorato. Qui trovano collocazione gli ex-voto dipinti ad olio (fig.15–16–17), testimonianza della vocazione marinaresca del territorio.
Queste preziose opere oltre a confermare la devozione a San Michele Arcangelo costituiscono, grazie anche alle didascalie poste in basso ad ogni tela, una valida documentazione atta a ricostruire la storia della marineria procidana.  
L’ultima tappa è costituita dall’ossario-necropoli, antico luogo di sepoltura per la presenza di un ambulacro d’interro e di mummificazione al quale si accedeva attraverso botole le cui aperture sono ancora visibili sul soffitto di questi locali. Ai cadaveri veniva praticata la tecnica dello “scolatoio” che unitamente al particolare microclima del luogo favoriva una sorta di mummificazione dei corpi, grazie alla quale ancora oggi è possibile vedere resti umani parzialmente mummificati. Sono altresì visibili alcuni scheletri che costituiscono solo una piccola parte dell’enorme massa di ossa che si è accumulata per secoli nella profonda cavità tufacea al di sotto dell’Abbazia utilizzata come cimitero dell’isola.

 

fig.11 -Cappella di S. Alfonso

 

fig. 12 - Domenico Guarino -
Deposizione di Cristo - Cappella di S. Alfonso

 

fig.13 - Tre bare in bella evidenza

fig.14 - Una delle bare in legno ntagliato

fig.15 - Corridoio con esposti gli  ex voto

 

fig.16 - Ex voto,
pescatori che si mettono in salvo sulla scialuppa

 

fig.17 - Ex voto,
ritorno alla Corricella di pescatori con un ferito


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