martedì 21 dicembre 2021

Villa Bisignano, la procura apre un fascicolo su occupazioni abusive e affreschi di Aniello Falcone.

 

Il Mattino 21 dicembre 2021

Lo scorso novembre ho scritto degli affreschi di Aniello Falcone di villa Bisignano storica dimora un tempo appartenuta ai Roomer, famiglia di ricchi banchieri fiamminghi.
https://achillecontedilavian.blogspot.com/2021/11/salviamo-villa-bisignano-e-gli.html
Questa villa, decorata con affreschi di Aniello Falcone, è di propietà del comune di Napoli versa in cattive condizioni ed è da tempo occupata da inquilini abusivi. 

Pare che questa triste vicenda abbia suscitato l'interesse della Procura di Napoli, guidata da Gianni Melillo e del pool coordinato dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli che si occupa del contrasto dei reati che offendono i nostri beni culturali. Attendiamo sviluppi!


Uno degli affreschi di Aniello Falcone
che si trovano all'interno di Villa Bisignano a Barra

 Il Mattino 21 dicembre 2021

Qualche tapparella aperta, un portone rigorosamente chiuso. «É così da tempo, inutile che state ad spettare, tanto non vi aprono…», dice un passante incuriosito per il via vai di fotografi. Corso Sirena, Barra, Miglio d’oro. Nessuno si affaccia da Villa Bisignano, imponente nella sua facciata esterna, decrepita all’interno.
«Cade a pezzi – dicono i passanti - ma è inutile provare ad entrare, è così da almeno venticinque anni. Fine Novecento, qualcuno lo ricorda ancora: arrivarono dei fondi – parliamo di finanziamenti europei – ma non è chiaro come vennero utilizzati».
Da allora, chiusura completa della struttura, con continue incursioni da parte degli abusivi che occupano in modo saltuario, alcune stanze della villa creata dal banchiere fiammingo del Cinquecento Gaspare Roomer. Abusi, finanziamenti fantasma, degrado di opere di indiscutibile valore storico: sono questi i punti su cui la Procura di Napoli potrebbe svolgere degli accertamenti a stretto giro.  É una svolta possibile, dopo decenni di stasi, alla luce dell’esigenza degli inquirenti di verificare quanto pubblicato sabato mattina da questo giornale. Un caso che riconduce l’attenzione alla mancanza di tutela di pezzi del patrimonio pubblico e, nel caso di specie, al rischio, che opere di valore inestimabile possano venire deturpate in modo irrimediabile. Parliamo degli affreschi di Aniello Falcone, pittore che operò nel seicento all’interno di Villa Bisignano, su commissione dei discendenti del banchiere fiammingo, che aveva stabilito in questa residenza la sede dei suoi affari e delle sue fortune. 

Come è noto, a sollevare il caso delle opere di Falcone è stato il medico Achille della Ragione, che – tramite il suo blog – ha lanciato l’allarme sulla storia degli affreschi firmati da Aniello Falcone. Scene della vita di Mosè rimaste da decenni nel chiuso di una villa non accessibile, in gran parte in possesso del Comune di Napoli, solo per alcuni appartamenti gestiti da una famiglia di privati. Uno scenario che ha messo in moto l’intervento delle istituzioni, anche grazie all’interrogazione parlamentare di quattro senatori, che hanno formalmente interessato il ministro Franceschini (alla cultura) e Lamorgese (interno). 

E non è tutto. Sul caso di Villa Bisignano, si muove la procura di Napoli, che ha acquisito gli articoli del Mattino e le interpellanze istituzionali sulla necessità di tutelare la villa del Miglio d’oro e gli affreschi di Falcone. In che condizioni si trovano? Perché non sono fruibili? C’è il rischio di deterioramento di beni che risalgono addirittura a quattro secoli fa?
Come è noto, da quattro anni la Procura guidata da Gianni Melillo ha creato una sezione di lavoro ad hoc che punta ad intervenire nel contrasto dei reati che offendono i nostri beni culturali (un pool coordinato dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli).  Corso Sirena, a pochi passi dal parlamentino locale, dalla sede dell’ufficio tecnico della municipalità di Barra, il vento freddo di abbatte sul portone della villa. Non c’è citofono, c’è solo un allestimento di Natale che augura buone feste a tutti, sono in pochi a credere nel restauro di Villa Bisignano. «Un tempo – spiega al Mattino un commerciante – all’interno di questa dimora ci andavamo a scuola. Ospitava la “Rodinò”, dove si sono, certo che ci sono, anche se nessuno li ricorda. Forse nessuno li ha visti. Bisognerebbe metterli al servizio del rione, per il rilancio di questo pezzo di periferia abbandonata».
Inchiesta al via, si lavora anche su possibili occupazioni abusive. Un caso seguito dal prefetto Claudio Palomba, in una mappa di assalti al patrimonio pubblico che ora investe anche un pezzo di miglio d’oro.

Leandro Del Gaudio

 

corso Sirena 67 - Napoli quartiere Barra

 


 

5 commenti:

  1. Una storia assurda kafkiana, assurda, se non fosse tremendamnete vera che avrebbe fatto sobbalzare sul suo seggiolone il grande Federico Zeri che avrebbe detto sarcastico ed icastico: :
    " ana venì lli barbari"
    anzi ci sono già...
    grande per avermi segnalato questo ennesimo scempio inferto al nostro patrimonio culturale...
    Buon Natale
    Antonio giordano

    RispondiElimina
  2. Si potrebbe fare un comunicato stampa con l'associazione artisti monarchici, firmato da te, ma con un testo molto sintetico...
    Matteo Sullivan

    RispondiElimina
  3. Hai innescato un processo di civismo incredibile. Per assurdo salvare gli affreschi diventa quasi un aspetto secondario rispetto ai fabbisogni di un intero quartiere.
    Patrizia D'Amato

    RispondiElimina
  4. Complimenti per aver svegliato le coscienze di chi dovrebbe tutelare i nostri beni.
    Tanti auguri.
    Paolo Rastrelli

    RispondiElimina
  5. Le mie più entusiastiche felicitazioni per Villa Bisignano ed il mio sincero augurio per un sereno Natale ed un felice Anno Nuovo.
    Bruno Marino

    RispondiElimina