mercoledì 12 dicembre 2018

Edicola sacra con immagine virile…


fig.1 - Edicola sacra con immagine virile

Abbiamo scelto un itinerario “out”, completamente inedito e fuori dai normali circuiti ad uso dei turisti ed anche dai percorsi delle persone colte che credono di aver già visto tutto.
Cominciamo con un vicoletto che solo a Napoli può esistere, infatti esso ha non uno, non due, ma ben tre nomi e non si tratta di denominazioni ad uso del volgo, bensì di tre targhe apposte in bella mostra dal Comune, le quali coabitano con patetica indifferenza.
Tale via mette in collegamento via Giordano Bruno con via Piedigrotta, all’angolo della quale svetta la prima lastra marmorea intitolata a Jan Palach, il giovane eroe cecoslovacco che nel 1968 s’immolò dandosi fuoco per la libertà del suo popolo. All’opposta estremità altre due targhe con diversi toponimi, tra i quali gli abitanti del luogo preferiscono il più antico di “Traversa Mergellina”.
Ma non è per questa esemplare singolarità che abbiamo citato questa stradina, bensì perché essa presenta un’edicola sacra dedicata alla Madonna di Piedigrotta, il cui volto è ben più che originale (fig.1).
Le edicole sacre affollano tutte le strade della vecchia Napoli e rappresentano una forma caratteristica di devozione da parte del popolo, il quale si sente rassicurato dal rapporto fisico di familiarità che può instaurare con le immagini contenute nei tabernacoli, alle quali si può rivolgere per impetrare le grazie più disparate. Fu padre Rocco, il leggendario frate domenicano benvoluto da Carlo III e Ferdinando IV, a favorirne la diffusione, ottemperando in tal modo non solo ad un fine devozionale, ma soprattutto a rendere meno oscure e pericolose le nostre strade, illuminate così da una vasta ragnatela di tenui quanto efficaci fiammelle.
E ritorniamo all’edicola incriminata…, la quale mette in mostra una effigie della Madonna quanto mai sospetta, che ad un esame più accurato rivela le sue malcelate sembianze maschili. Raffigurata su panno e non su tela, un antico stendardo settecentesco che sarà andato in processione chissà quante volte, è con grande probabilità il frutto di un traslato omaggio di un artista dal sesso non ben determinato verso il proprio amante. Un ingenuo ignoto pittore che candidamente ha coniugato sacro e profano, certo di non aver trasgredito alla sacralità nel rendere un imperituro omaggio al volto dell’amato bello. (Senza tante parafrasi un ricchione ante litteram ).
 


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