a Ferragosto si è ripetuto il mesto pellegrinaggio di onorevoli, per constatare lo stato miserevole in cui versano le carceri italiane.
Molti sono rimasti inorriditi, alcuni con le lacrime agli occhi.
Vorrei pregare loro ed i tanti colleghi che non hanno ritenuto di interrompere le loro vacanze, di impegnarsi alla fine di settembre, quando andrà in discussione in parlamento l'ennesimo decreto legislativo svuotacarceri, ad approvarlo velocemente, apportando alcuni significativi emendamenti, ispirati da legislazioni più avanzate delle nostre, che permetterebbero realmente di risolvere il problema senza allarmare l'opinione pubblica.
Portare il beneficio per buona condotta da 3 a 4 mesi ogni anno e calcolarlo appena il detenuto entra in carcere, in maniera tale che si possa pervenire in anticipo ai permessi, alla semilibertà, all'avviamento ai servizi sociali, ai domiciliari, senza dimenticare i tossicodipendenti, da avviare a strutture di recupero, ma soprattutto i pazienti anziani e gravemente malati, per i quali la detenzione domiciliare dovrebbe costituire un imperativo categorico.
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