mercoledì 26 marzo 2025

Il Seicento napoletano della Collezione De Vito in mostra a Donnaregina

  

Video intervista 

È  in mostra al Museo Diocesano di Donnaregina a Napoli, la raccolta di Giuseppe De Vito (Portici 1924 – Firenze 2015), grande collezionista e studioso di pittura napoletana del Seicento. Questa collezione è di norma conservata in villa Olmo a Vaglia, presso Firenze, sede della Fondazione Giuseppe e Margaret De Vito per la Storia dell’Arte Moderna a Napoli, fondazione costituita nel 2011 con lo scopo di promuovere gli studi su questo periodo artistico.

Giuseppe De Vito, con la sua fondazione ha raccolto una ricca collezione di quadri antichi. Sono 35 tele di medie e grandi dimensioni tutti capolavori della pittura del Seicento napoletano, perché raccontano il “secolo d’oro della pittura napoletana” (che poi è diventato anche il nome di una rivista di settore, di cui ho tutti i fascicoli nella mia libreria). 

Questi quadri sono esposti, nella sala del coro superiore del Museo Diocesano di Donnaregina. Ci sono i pittori «figurativi del naturalismo caravaggesco» e quelli che avviarono la «trasformazione barocca» (tra cui Caracciolo, Stanzione, de Ribera, Cavallino, Falcone, Vaccaro, Preti e Luca Giordano), e ci sono anche i «pittori specialisti della natura morta» (Recco e Ruoppolo in prima linea).  


Sono tutti nomi di Artisti che furono scelti dall’Ufficio Toponomastica del Comune di Napoli per le vie del moderno quartiere Vomero. Perciò ritrovarne qualcuno per un Vomerese è come sentirsi a casa. 

Sono opere dei pittori che avevo già visto sui manuali di storia dell’arte e sulla rivista fondata proprio da Giuseppe De Vito. Ma ammirare queste tele da vicino è stato emozionante, brillano come appena usciti dalla bottega, densi di colore e di chiaroscuro, con sguardi profondi, umani e pensierosi. In queste figure la verità della natura è drammatica, filosofica, immersa nello spazio vuoto del buio e della luce. 


sabato 22 marzo 2025

Elogio di un ammiratore


Achille

mi hai dato l'indirizzo della tua dimora ed ho constatato, attraverso Google Maps, che hai una casa principesca. Poi ho incominciato a leggere la tua biografia e mi sono dispiaciuto delle tue sofferenze fisiche, dei giorni passati in sala di rianimazione, e di quelle psicologiche e morali per il soggiorno a spese dello stato.

Ho riso molto leggendo molti tuoi aneddoti ma allo stesso tempo mi sono dispiaciuto per le moltissime schifezze da te subite. Hai amato molto la tua famiglia e la tua  Elvira, che deve essere una donna eccezionale. Sei stato un uomo di valore e fottitene di tutti i detrattori! Quello che alla fine mi è più piaciuto della tua personalità  è la tua onestà intellettuale. 

La tua spavalderia ti ha dato belle soddisfazioni ma purtroppo le hai pagate a caro prezzo. Sei nato guascone che puoi farci... Più leggevo delle tue vicissitudini e più mi tornavano in mente quelle raccontate da Alessandro Dumas. Da adolescente eri spavaldo, temerario, Intra...prendente e così sei rimasto. Una intelligenza superiore che ha dato i suoi frutti.

Ti auguro una buona giornata e spero di venire venerdì per salutarti. Ero già affezionato a te ma ancora più lo sono oggi dopo aver letto la tua biografia. In natura purtroppo di frutti ce ne sono dolci e amari...

Salvatore Martinelli  

   

Salotto letterario del venerdì
2024

 

Salotto letterario del venerdì
2025

    

Amici del salotto letterario 

 


domenica 16 marzo 2025

LE FONTANE DI NAPOLI

 

In copertina
La fontana del Sebeto
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Prefazione 

Le fontane di Napoli sono numerose, molto belle e costituiscono un'attrazione per i turisti. Molte fontane hanno condiviso la storia della città. La loro costruzione ebbe spesso non solo carattere di abbellimento, ma fino all'Ottocento, anche una necessità per l'approvvigionamento idrico della popolazione più povera. 

Di molte esiste solo il ricordo e lo scopo del libro è anche quello di indurre le autorità a farsi promotori di una conservazione più degna. 

Buona lettura  

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In 3^ di copertina
 La fontana di piazza Sannazzaro


Indice 

  • Prefazione 
  • La sirena Partenope e la fontana delle zizze 
  • La sirena di piazza Sannazaro
  • La fontana del Sebeto   
  • La Fontana Esedra - La fontana più grande di Napoli  
  • Fontana del Gigante  
  • La fontana del Nettuno 
  • La fontana del la Selleria  
  • La fontana di Monteoliveto  
  • La fontana del Formiello  
  • La fontana del carciofo 
  • La fontana del Belvedere  
  • La fontana del Tritone  
  • La fontana di Santa Lucia  
  • Le fontane della Scapigliata e del Capone 
  • La fontana della tazza di porfido 
  • La fontana del leone  
  • La fontana della Maruzza  
  • Fontane di piazza Mercato  
  • Fontana di San Gregorio Armeno  
  • La fontana degli incanti 
  • Fontana della Duchessa  
  • La fontana del marinaretto 
  • Fontane di Santa Chiara 
  • I chiostri di Santa Maria La Nova  
  • Chiostri della Certosa di San Martino  
  • Chiostro di Monteverginella 
  • Le fontane del chiostro di San Lorenzo Maggiore 
  • Le fontane dei chiostri dei Girolamini  
  • Le fontane del palazzo reale  
  • Chiostro di Santa Maria del Carmine 
  • Chiostro di Santa Teresa degli Scalzi  
  • Chiostro di Santa Maria Regina Coeli  
  • Chiostro dei Santi Marcellino e Festo


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In 4^ di copertina
La fontana delle zizze


sabato 15 marzo 2025

Chiostro di Santa Maria del Carmine

  


Il cosiddetto Chiostro degli affreschi, la cui originaria struttura gotica fu alterata da successive ricostruzioni verso la fine del ‘500, presenta alle pareti affreschi seicenteschi di Giovanni Balducci con Storie dei profeti Elia ed Eliseo e Storie di Santi carmelitani.

Nel mezzo dell’ala meridionale sorge una torretta con orologio settecentesco a quadrante in maiolica arabescata di scuola napoletana; di fronte a questo vi è una meridiana settecentesca. 

Al centro del chiostro, nel ‘700, c’era una peschiera oltre alla bella vasca marmorea e alle due statue femminili che ancora adesso si conservano. 

  

 


venerdì 14 marzo 2025

Chiostro di Santa Teresa degli Scalzi

  


L’antico complesso carmelitano di Santa Teresa degli Scalzi, dopo le soppressioni ottocentesche degli ordini religiosi, fu assegnato nel 1885 all’Educandato Regina Margherita sino al 1927, quando divenne sede dell’Istituto Paolo Colosimo per i non vedenti, che tuttora vi si trova.

Il chiostro piccolo è stato completamente coperto e adibito a sala interna, la cosiddetta Sala delle vendite, utilizzata anche come sala concerti. 

Il chiostro grande, a pianta rettangolare con splendido puteale in marmo e ornato da alcune essenze arboree, non presenta modifiche sostanziali se non la chiusura mediante finestre delle arcate.  

   



giovedì 13 marzo 2025

Chiostro di Santa Maria Regina Coeli

  


L’imponente chiostro del complesso di Santa Maria Regona Coeli, con lussureggiante giardino, su cui prospettano gli ambienti conventuali fu realizzato nel 1682 su progetto di Francesco Antonio Picchiatti; qui sono collocati i busti di San Vincenzo de' Paoli e di Santa Giovanna Antida Thouret, fondatrice dell’Ordine delle Suore di Carità di San Vincenzo de’ Paoli che tuttora occupano il monastero.

Il puteale di marmo posto al centro è molto particolare essendo contornato da quattro piccoli obelischi piramidali alternati a sfere di marmo. 

  



mercoledì 12 marzo 2025

Chiostro dei Santi Marcellino e Festo

  


Nel giardino all’interno del chiostro del complesso conventuale dei Santi Marcellino e Festo, tra piante d’importazione più o meno esotica, e piante appartenenti a quella che doveva essere la vegetazione del luogo al momento della fondazione altomedievale dei monasteri basiliani, vi sono elementi architettonici e scultorei di varie età e di varia provenienza: un’edicola circolare neoclassica con colonne ioniche, una piccola fontana cinquecentesca con quattro teste di cane scolpite nella pietra.

Dalla terrazza oltre il giardino si ha una bella veduta sull’Oratorio della Scala Santa, eretto su disegno di Luigi Vanvitelli nel 1772, cui si deve il cortile d’accesso con bel giardino a palme ornato da una fontana, che la particolare situazione orografica del sito pone ad un livello inferiore a quello del chiostro.