venerdì 10 maggio 2019

Intervista ad Achille della Ragione



Questa intervista di Gianfranco Tirelli ad Achille della Ragione nella sua veste di maestro di scacchi è stata pubblicata sul sito dell'Associazione scacchistica partenopea ed è stata inviata ad una mail list di oltre 1000 giocatori campani


Achille della Ragione



Intervista ad Achille della Ragione




5 maggio 2019. Come consuetudine domenicale alla Scacchistica Partenopea, il torneo Semilampo mattutino intrattiene piacevolmente gli habitué del circolo. Il francesismo non è casuale poiché, stavolta, è stato un giocatore d’oltralpe di passaggio a Napoli ad unirsi alla brigata degli iscritti; così nel precedente torneo pomeridiano un Maestro berlinese aveva donato un tocco di prestigio internazionale al circolo munificamente presieduto dal Professor Francesco Roviello. Nell’occasione abbiamo incontrato Achille della Ragione, personalità di spicco, non solo scacchistica, nel novero dei partecipanti al mattinale. Le pause tra una tenzone e l’altra hanno costituito dunque imperdibile occasione per rivolgergli alcune domande…



Sappiamo dei tuoi multiformi interessi: dalla medicina alla letteratura e all’arte, e del tuo incontro un po’ tardivo con gli scacchi. Ecco, cosa ti ha spinto ad approfondire questo gioco in età – scacchisticamente parlando – non proprio verdissima ?

Intorno ai 33-34 anni, completati i miei studi accademici coronati da quattro lauree, decisi di dedicarmi agli scacchi, di cui conoscevo solo le mosse. Così decisi di prendere lezioni dal Maestro Giacomo Vallifuoco, figura di spicco nel panorama scacchistico internazionale. Ricordo che all’epoca lavoravo 10-12 ore al giorno, anche il sabato,perciò chiesi al Maestro di venire a darmi lezioni.E così andai avanti per un anno, integrando le sue lezioni con studi sui testi compiuti di sera, per diverse ore, dopo il lavoro.

E la spinta a dedicarsi tanto intensamente al gioco?

Gli scacchi mi affascinavano, e così più andavo avanti e più desideravo saperne. Come ora mi affascina il bridge, gioco di cui al momento non conosco le regole ma che, se avrò tempo,mi piacerebbe imparare.

Nella tua biografia si legge che nel 1998 hai giocato contro Boris Spassky, vuoi raccontarci qualcosa circa l’incontro, non solo alla scacchiera, con il russo campione del mondo ?

Lo incontrai in occasione di una grande simultanea organizzata con i fondi di un noto scacchista imparentato col Dottor Marco Salvatore. Il proposito, vorrei cogliere l’occasione per dichiarare che ho espressamente chiesto ai miei eredi di organizzare a Napoli, quando non ci sarò più, un Memorial Scacchistico Internazionale a mio nome. Tornando a Spassky, devo dire che la sfida fu un’esperienza unica, molto emozionante, per l’aura emanata da questo scacchista leggendario, sfidante dell’ancor più mitico Fischer. Devo dire però che leggendari erano anche quei tempi, in cui ancora non dominava l’intelligenza artificiale, che presso le ultime generazioni ha instillato, a mio parere, una concezione del gioco eccessivamente “tecnologica”, dove prevalgono formule combinatorie, rispetto alle quali l’intelligenza umana non può che soccombere.

Avesti anche occasione di dialogare con il campione russo ?
No, non ci fu occasione. Ma con personaggi del genere si stabilisce ugualmente una comunicazione del tutto particolare, come una sorta di tranfert…

Come è noto, sei anche divulgatore ed esperto d’arte pittorica, specialmente in riferimento alla Scuola Napoletana. Quali i punti di contatto trovi tra l’arte e il gioco degli scacchi ?

Nel gioco degli scacchi sono coinvolte diverse capacità, sulle quali a mio modo di vederene prevalgono tre: creatività, memoria e aggressività. Per questo ritengo che non ci siano state finora grandissime giocatrici donne, poiché l’aggressività è una caratteristica più che altro maschile. Venendo all’arte, è dunque senz’altro la creatività, data la possibilità di inventare sempre nuove varianti, ciò che accomuna scacchi e arte.

Ho letto della tua partecipazione al famoso Rischiatutto televisivo. Un ricordo di Mike Bongiorno ? La più celebre icona della TV italiana per più di mezzo secolo…

Al Rischiatutto approdai nel 1972 dopo aver sostenuto due durissime selezioni, rispondevo a domande sui Premi Nobel: modalità ben diverse da quanto avviene oggi per comparire in video. Di Mike ricordo la grandissima professionalità. In merito devo confermare, come più d’uno ha osservato, che le sue gaffe erano spesso studiate ad arte per stuzzicare il pubblico e fare dell’ospite del quiz un “personaggio”.

[NDR, questo il link YouTube per vedere un frammento della trasmissione televisiva]https://www.youtube.com/watch?v=vwnqj9Klw7s

Secondo te, gli scacchi possono andare oltre il raffinato esercizio teorico e di palestra mentale fino a diventare “maestri di vita” ?

Sì, e per questo gli scacchi dovrebbero essere insegnati nelle scuole. Nel gioco delle carte ci può sempre essere il classico “imbroglione”, ma quando ci si siede alla scacchiera non può che esserci lealtà. Dopo l’incontro, quando si porge la mano all’avversario, si dà la mano a un amico, anche se non lo si conosce. Tornando alle scuole, nel corso dei dieci anni in cui fui Presidente della Lega Scacchistica Campana mi impegnai per rendere gli scacchi materia obbligatoria nelle scuole, per la capacità del gioco di accrescere l’intelligenza e la fantasia.

E a te ? In cosa ti hanno cambiato gli scacchi ?

Gli scacchi mi hanno instillato una passione “sana”. Vedi, da giovane passavo per essere «bello» ed avevo una grande passione per le donne. A quel tempo, mi capitava di dire: “Andrò a Milano per un festival”, mentre i miei festival erano di tutt’altro genere…ma da quando gli scacchi sono entrati nella mia vita non mi è più passato per la testa di mentire; se dicevo di andare a giocare, andavo a giocare. Gli scacchi mi hanno attirato più del gentil sesso.

Sei credente?

No. Almeno non nelle religioni tradizionali. Sono certo che esiste una mente suprema che ha creato il mondo. Se osserviamo l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo, come gli aminoacidi che costituiscono una proteina, ci accorgiamo che il tutto non può essere avvenuto per caso; è opera di una mente suprema, ma questa intelligenza non si interessa al nostro destino, ha cose ben più serie a cui dedicarsi poiché è al di fuori del tempo e dello spazio.


Il torneo riprende, e Achille fa ritorno in sala con fare guascone. L’Achille scacchista non è troppo diverso dall’Achille persona: un misto di fanciullesco entusiasmo e di profonda vivacità intellettuale, condite da ambizione e temerarietà;temperate entrambe sulla via di una conquistata saggezza.



Gianfranco Tirelli

A.D. Scacchistica Partenopea
Via Gioacchino Rossini, 6
80128 Napoli


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