«Entro un mese un'importante piazza di Napoli sarà intestata ad Achille Lauro». È la provocazione lanciata da Achille della Ragione all’Amministrazione comunale, indifferente alle sue continue iniziative da anni tese a ottenere un toponimo per l'ex sindaco di Napoli, ex presidente del Calcio Napoli e grande armatore europeo.
La questione è stata oggetto di un convegno che si è tenuto nell'aula magna dell'Università Ter nella chiesa di Santa Maria della Libera in via Belvedere a Napoli. Sono intervenuti Achilleugenio Lauro nipote del Comandante e il suo storico collaboratore Paolo Manfellotto.
Achille della Ragione ha subito sottolineato che «il personaggio Lauro è ancora fastidioso perché è male interpretato dagli storici pagati dal partiti. Questo nonostante il grosso lavoro che ho fatto nel 2003. Apprezzato da numerosi intellettuali, per tutti il politologo Percy Allum ed il giornalista Marco Demarco. Nel mio libro "Achille Lauro Superstar" descrivo questo grande uomo. Continuerò questa battaglia affinché il toponimo gli venga dato in maniera ufficiale».
Achilleugenio Lauro ha poi tracciato il profilo del nonno «Per descrivere l'avventurosa ed inimitabile vita di Achille Lauro si potrebbe cominciare come in un film di Orson Welles, dalla fine "Tutta la sua vita Onora la sua morte". Questo è l’epitaffio che si legge sulla tomba nella cappella di famiglia a Piano di Sorrento, cittadina che gli diede i natali. Lauro è stato tante cose: editore, produttore cinematografico, presidente e proprietario del Napoli Calcio, sindaco plebiscitario della nostra città ma principalmente deve essere ricordato come il più grande armatore che l'Italia abbia avuto. È proprio dalla penisola sorrentina che parte la sua ascesa. Sin da giovanissimo capisce che il suo destino è legato al mare e in pochi anni costruisce un piccolo impero. Ma sono anni di sacrificio. Achille perde prima due fratelli vittime di altrettanti naufragi e subito dopo anche il padre. Per sopravvivere ed onorare gli impegni è costretto a vendere i gioielli della moglie Angelina. Sono gli anni a cavallo della prima guerra mondiale. Gli anni Venti sono anni di grande cambiamenti e soprattutto anni di crisi dei mercati marittimi. Grandi armatori hanno le navi in banchina, in disarmo e senza lavoro. Ma le navi di lauro sembrano non patire la crisi. Grazie ad una geniale intuizione: la compartecipazione agli utili dell'equipaggio, egli risolve a proprio vantaggio lo situazione e la sua crescita diventa esponenziale. Dopo lo guerra si avvicina alla politica attraverso Gugliemo Giannini, il segretario del partito "Il Fronte dell'Uomo qualunque". Alla politica attiva arriva nel 1952 con la sua elezione a sindaco di Napoli. Eredita una Città povera, distrutta, dove era tutto da rifare. Attraverso un periodo di ricostruzione cerca di far diventare Napoli nuovamente una capitale secondo le sue aspirazioni. Dalla ricostruzione nasce anche una delle tante dicerie poi sfatate, cioè il sacco urbanistico della città. L'artefice fu il prefetto governativo Correra che diede circa l'80% delle licenze edilizie, non mio nonno. Ho scritto "Il Navigatore. Achille Lauro una vita per il mare" per tre obiettivi: dare una testimonianza personale e familiare di questo personaggio, liberarlo da tante dicerie e chiarire qual è la sua vera natura, fare diventare questa storia, che ho raccontato in forma romanzata fonte di una sceneggiatura per un film o una fiction. Mi piacerebbe moltissimo Achille Lauro merita che una strada di Napoli porti Il suo nome».
Paolo Manfetotto storico segretario, ha infine ricordato il Comandante come «uomo molto generoso, buono, di capacità estrema che ha dedicato tutta lo sua vita al lavoro. Ero il punto di collegamento tra lui e le sue navi. Napoli lo ha trattato male e continua farlo».
Il Roma - 10 novembre 2018
Mimmo Sica
Mimmo Sica
Il Roma - 10 novembre 2018, pag. 13 |
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