martedì 10 luglio 2018

Stesso episodio, 7 giudici, 7 sentenze, tutte diverse

fig. 1 - Il Giornale di Napoli

La storia che racconteremo è avvenuta oltre 20 anni fa, ma potrebbe accadere anche oggi ed è la dimostrazione lampante dello strapotere della magistratura che, secondo la Costituzione dovrebbe rappresentare uno dei tre poteri dello Stato, ma che in pratica tra intercettazioni, sequestri cautelativi ed arbitrio assoluto sulla libertà personale dei cittadini, costituisce uno strapotere in grado di condizionare gli altri due.
Siamo a metà degli anni Novanta ed un ginecologo di nome Achille e dal cognome famoso, dopo aver introdotto in Italia il metodo Karman ed aver favorito l'approvazione della legge 194, riguardante l'interruzione di gravidanza, attraverso una clamorosa autodenuncia, prosegue indefesso la professione nel suo studio di via Manzoni, ma la magistratura non gli da tregua con continue irruzioni e con un primo sequestro cautelativo del luogo di lavoro (fig.1-2), a cui si aggiunge un ulteriore sequestro: quello dei registri delle ricevute degli ultimi 10 anni di attività, sui quali gli inquirenti cercheranno le prove di eventuali reati, con un impegno di tempo e personale degno di miglior causa, interrogando 700 pazienti.
Le ricevute venivano rilasciate soltanto a pazienti che potevano ottenere una forma di rimborso e prevedevano unicamente prestazioni quali:applicazione di spirale, trattamento dell'anargosmia, causticazione di una piaghetta, visita senologica, ecografia pelvica etc.
Le donne vennero convocate tutte, circa 700 ed a trabocchetto veniva posta la domanda: come avete conosciuto questo medico?
4-5 si lasciarono sfuggire:mi sono recata da lui la prima volta per un aborto. Allora l'interrogatorio si interrompeva bruscamente: "non siete più persona informata dei fatti, ma imputata, dovete nominarvi un avvocato la 194 prevede infatti anche per la donna una sanzione, anche se solo pecuniaria.
Achille è costretto a trasferire l' attività in un'altra sua struttura, il Senos, normalmente adibita alla prevenzione dei tumori al seno, ma tempo un anno ed anche lì i tutori dell'ordine sequestrarono lo studio (fig.4-5-6) e questa volta anche delle foto scientifiche, riguardanti malformazioni mammarie, che sulla stampa saranno presentate come immagini pornografiche (fig.3).


fig. 2 - Corriere del Mezzogiorno

fig. 3 - La Repubblica

fig. 4 - Il Giornale di Napoli


Con pazienza e sopportazione ai limiti dello stoicismo, il Nostro si vede costretto ad appoggiarsi all'ambulatorio di un collega al Vomero.
Ma anche in questa nuova sede si approssimava vento di tempesta, che viene preannunciata ad Achille da una sua cliente, appartenente alle forze dell'ordine: lunedì saremo da te pronti ad un nuovo sequestro.
Ogni limite ha una pazienza ed Achille decide di chiedere il patteggiamento, prendersi una piccola pena con la condizionale e ritornare in possesso dei suoi studi.
In occasione del patteggiamento i quotidiani dedicarono pagine su pagine all'argomento,  e le due magistrate incaricate del caso, all'epoca giovanissime, oggi ai vertici della carriera, non stavano nei panni per i titoli a nove colonne nei quali compariva il loro nome al fianco di un personaggio ultra famoso.
La mattina che venni ricevuto a Palazzo di Giustizia indossai per l'occasione un vestito di Rubinacci ed una cravatta di Marinella. Le due magistrate, abituale a trattare con delinquenti, alla vista di un uomo così bello ed elegante, gli offrirono la mano, immaginando una semplice strettadi mano e rimasero di stucco quando furono oggetto di u bacia mano in piena regola.
Si passò poi all'esame del mio caso: "Abbiamo trovato ben 5 donne che hanno confessato di essersi sottoposte ad interruzione di gravidanza nel suo studio". Baldanzoso risposi: "mi complimento che indagini minuziose siate giunte a queste conclusioni, ma vi sono sfuggiti alcuni dettagli che in questa sede vorrei rendervi noti, in questi anni ho praticato, sempre e soltanto su pazienti maggiorenni e consenzienti altri 20.000 aborti!".
Tutti rimasero allibiti, dal cancelliere ai magistrati e la conclusione fu una condanna a pochi mesi di reclusione con la condizionale (che trascorsi 5 anni di buona condotta si sono estinti), nel frattempo tornai in possesso dei miei studi sequestrati.
La sentenza fu comunicata all'ordine dei medici, che, senza convocarmi, mi sospese dall'esercizio della professione. Chiesi di essere ascoltato e davanti alla commissione dichiarai la mia innocenza e di aver accettato la sentenza unicamente per ritornare in possesso dei miei studi. Fui lo stesso sospeso, per cui ricorsi davanti alla commissione centrale di Roma e poi in Cassazione, che mi diede ragione, provocando in base alla sua decisione una revisione della legge, che da allora prevede che si possa usufruire del patteggiamento solo se ci si dichiara colpevole.
Ed ora arriviamo finalmente all'argomento che giustifica il titolo dell'articolo.
I quotidiani di tutta Italia diedero ampio risalto alla notizia del patteggiamento, ma aggiunsero particolari falsi come si evince  dall'articolo pubblicato dalla Stampa di Torino, dal titolo che grida vendetta (fig.7): Il mantenuto dalle minorenni.
Decisi non di querelare perchè il procedimento penale avrebbe bloccato il risarcimento pecuniario ma di chiedere soltanto una somma di denaro per il danno alla mia immagine ai 7 più importanti quotidiani del Paese.
La discussione della diatriba avvenne nella sede legale di ciascun giornale (Torino, Milano, Roma, Napoli etc) ed a decidere sullo stesso episodio furono7 giudici diversi, che emisero 7 sentenze diverse.
3 di loro, con motivazioni ben oltre il demenziale, affermarono che i giornali avevano semplicemente esercitato il loro sacrosanto diritto di cronaca...(anche se la notizia era assolutamente falsa), gli altri 4 stabilirono dei risarcimenti di varia entità, da un minimo di 20 milioni ad un massimo di 180.
La favoletta è finita ai lettori l'ardua sentenza
 
fig. 5 - Il Mattino
fig. 6 - Il Mattino

fig. 7 - La Stampa

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