di Marina della Ragione
Possiamo essere atei o credenti, ma non possiamo rimanere indifferenti alle diverse ipotesi sull’origine del mondo. Da un lato un pauroso Big Bang che dà origine ad una materia densa di energia, la quale si espande senza fine, dando luogo agli elementi. Un universo privo di anima e di finalità. Poi un giorno, da acque melmose, per pura combinazione, da molecole di carbonio, sorge il primo essere unicellulare, in grado di riprodursi. E’ nata la vita, che nel tempo si differenzierà sempre più fino alla comparsa dell’uomo, dotato di intelligenza e coscienza, capace di contemplare un universo ostile o quanto meno indifferente al suo destino. Se viceversa leggiamo i primi capitoli della genesi, osserviamo uno spettacolo grandioso con un Dio che, con inesausto ardore, organizza il tempo e lo spazio, crea la luce, separa le acque dalle terre, brulicanti di vita, popola i cieli di nuvole foriere di pioggia, fa salire i monti e distendere le valli, genera sorgenti e torrenti impetuosi, suscita venti e inneva le cime.Crea il sole, la luna e gli astri del firmamento, produce erbe, germogli, fiori, alberi colmi di frutta e tutti gli esseri viventi che affollano mari e terre, dai pesci che nuotano, ai serpenti che strisciano, agli uccelli che dominano il cielo, dalle lepri paurose ai leoni coraggiosi ed alla fine plasma l’uomo dalla polvere, come dal suolo fa germogliare alberi ed animali.
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