fig.1 -Andrea De Lione - Riposo nella fuga d'Egitto - 105x128 - Modena collezione privata |
Il dipinto che presentiamo in questo articolo, appartenente ad una famosa collezione di Modena e raffigurante il Riposo durante la fuga in Egitto (fig.1) è stato più volte attribuito, da studiosi che lo hanno esaminato al Castiglione, conosciuto anche come il Grechetto, ma a nostro parere, per una serie di dettagli che esporremmo in seguito, il quadro va assegnato al virtuoso pennello di Andrea De Lione, famoso come battaglista, ma autore anche di scene bucoliche.
Nel corso degli anni ’30 i suoi occhi avidi e rapaci furano catturati dal linguaggio umile e popolaresco dei bamboccianti romani, poi dai preziosi cromatismi e dal denso pittoricismo del genovese Benedetto Castiglione, detto il Grechetto, infine dalla composta classicità di Poussin, intrisa di ricordi tizianeschi e veronesiani. Andrea De Lione possiede la giusta collocazione nel panorama artistico napoletano del Seicento e lo pone alla pari del suo maestro Aniello Falcone, sotto il cui nome sono passate a lungo le sue battaglie.
Insigne battaglista, ma anche maestro di scene bucoliche, come lo definì Soria, ispirato agli esempi del Castiglione e del Poussin ed in grado di realizzare composizioni dai colori brillanti e dal vivace dinamismo.
Al Grechetto va ricondotta l’atmosfera preziosa e delicata in cui sono campiti e messi insieme i colori, inseguendo un gusto raffinato, mentre al francese si deve l’impostazione classica e severamente di profilo dei volti, oltre all’impaginazione ed al paesaggio idealizzato degli sfondi.
A partire dal 1635, anno della permanenza a Napoli del Grechetto e per un lungo periodo, probabilmente nel corso di un ipotetico soggiorno romano di Andrea, in parte segnalato anche dal De Dominici, viene a crearsi uno stretto rapporto tra il De Lione ed il pittore genovese. A tal uopo, indicativo di questa influenza è la considerazione che quasi tutte le opere “bucoliche” dell’artista partenopeo erano state in precedenza assegnate al Castiglione e solo dopo anni hanno trovato una corretta attribuzione in linea con quanto riferito negli inventari di antiche collezioni private, che ci parlano di un pittore narratore di favole.
Preziosità di colori ed un’animazione della scena rappresentata sono le caratteristiche che sottendono alle principali opere di ambientazione pastorale del De Lione, alcune veri e propri capolavori, come il Viaggio di Giacobbe, conservato a Vienna, il Venere ed Adone già a New York ed il Giacobbe in lotta con l’angelo del Prado, tutti dipinti firmati o documentati che hanno permesso di aumentare il suo catalogo.
In questo settore della sua produzione, che negli ultimi anni si accresce sempre più, quasi a superare gli esemplari con scene di battaglia, per i quali era giustamente famoso per le fonti antiche, si avverte palpabile, oltre all’influsso del Castiglione, anche la feconda lezione del Poussin neo veneto e di tutto quello ambiente romano, che tra il 1630 ed il 1650, viene rielaborando il classicismo del francese presente nella città eterna ed il barocchismo di Pietro da Cortona. Un intreccio così serrato da aver indotto la critica più avvertita, composta tutta da studiosi stranieri dal Blunt al Soria ed infine la Newcome, ad ipotizzare un lungo soggiorno romano di Andrea, che i documenti non hanno ancora dimostrato, essendo mancata fino ad oggi una ricerca specifica tra gli stati delle anime delle parrocchie della capitale.
Il vero referente per Andrea è il Grechetto con la sua materia intensa e grumosa, i raffinati accordi cromatici, l’esuberante profilo della sua qualità pittorica anche e soprattutto nell’esecuzione di animali e quella sua stessa capacità di incuriosirsi e di guardare oltre con libertà, da renderlo un pittore attraente al cui cospetto non resistono gli occhi vispi del De Lione, affascinato certamente anche dalle sue molteplici sperimentazioni calcografiche.
Al genovese va ricondotta l’atmosfera preziosa e delicata in cui sono campiti e messi insieme i colori, inseguendo un gusto raffinato e vivace, come si evince esaminando la parte centrale del dipinto (fig.2) che stiamo presentando ai lettori, mentre a Poussin si deve l’impostazione classica e severamente di profilo dei volti, oltre all’impaginazione e al paesaggio idealizzato del fondo.
fig.2 -Andrea De Lione - Riposo nella fuga d'Egitto - 105x128 - (parte centrale) - Modena collezione privata |
Una visione arcadica della natura che qualche volta Andrea spinge verso forme più vere, dove i passaggi del clima e del tempo diventano percettibili e i profili umani riconoscibili.
Un dipinto che può essere accostato al Nostro è l’Adorazione dei pastori (fig.3), firmato e già di proprietà della Galleria Napoli nobilissima, nel quale è presente lo stesso cielo che più azzurro è difficile immaginare, secondo la tradizione rinascimentale raffigura la Natività al fianco di antiche rovine con il Bambinello adagiato su un letto di paglia. Verso di lui si avviano pastori silenziosi portando piccoli doni, mentre in secondo piano un angelo sta portando l’Annuncio ad un gruppo di altri umili custodi di greggi.
La rappresentazione simultanea dei due eventi, comune nei secoli precedenti, è alquanto rara nel Seicento ed è probabile che il De Lione l’abbia scelta per la sua predilezione per la pittura di storia.
La datazione più probabile del dipinto è sul finire degli anni Quaranta per il palpabile influsso del Castiglione sulla primitiva lezione falconiana. Dal pittore genovese derivano infatti i colori accesi e l’attenzione dedicata al paesaggio ed alla descrizione degli animali, tra i quali risalta lo sguardo quasi umano del bue, che buca letteralmente la scena
Per chi volesse approfondire la figura di Andrea De Lione ed ammirare un centinaio di foto a colori dei suoi quadri consiglio di consultare la mia monografia sull’artista (fig.4) digitando il link
http://www.guidecampania.com/dellaragione/articolo81/articolo.htm
Achille della Ragione
fig.3 -Andrea De Lione - Adorazione dei pastori - 103x109 - firmato - Napoli, giá Galleria Napoli nobilissima |
fig.4 - Copertina monografia |
Gent.mo Professore ,desidero ringraziarla per la sua perizia che ho letto con attenzione : precisissima , esaustiva e bellissima. Spero davvero di trovare prestouna tela che meriti un'altra mia telefonata e magari ,un giorno , di vederla di persona. Oggi che i miei nipotini mi hanno lasciato libero , ho girovagato sul suo blog ,e quella sua considerazione sul reggiseno di Sofia Loren ..è eccezionale : lei è troppo forte. Grande , grandissimo professore !!! Ancora grazie . Carissimi saluti
RispondiEliminaCarlo Buffagni
Grazie mille, buon anno e buona continuazione. Complimenti.
RispondiEliminaDaris Baratti