lunedì 17 giugno 2019

Roma e Napoli città gemelle



Tempo fa ho dovuto trascorrere per motivi di forza maggiore un lungo periodo nella città eterna, ma a parte la struggente nostalgia per l’aria frizzante di Posillipo e Mergellina e per l’atmosfera di gioia della Sanità e dei quartieri spagnoli, mi sono trovato a mio agio: lo stesso traffico caotico, mura imbrattate da writers scatenati, mendicanti e lava vetri ubiquitari, autobus sovraffollati, ma soprattutto spazzatura debordante e raccolta differenziata simbolica, con automezzi che mescolavano il contenuto dei vari recipienti, rendendo vano il sacrificio dei pochi cittadini che distinguevano la plastica e la carta, dall’umido e dal vetro.
Ho trascorso di recente alcune settimane nella capitale ed ho notato che nulla è cambiato ed oramai le due città possono considerarsi gemelle: autobus privi di aria condizionata, volti patibolari in aumento, monnezza straripante (fig.1) e quartieri come la Bufalotta (fig.2) che nulla hanno da invidiare a Scampia.
Non resta che variare il vecchio toponimo da “Caput mundi” a “Vescica dell’universo”.

Achille della Ragione


 fig. 1 - Monnezza romana
fig. 2 - Giardini della Bufalotta




Il Mattino 24 giugno 2019 pag.36

Caro Achille, non  c'è nulla da rallegrasi da questa gara al ribasso. Che la manutenzione della Capitale sia decaduta, ma per alcuni è pure peggio, è una magra consolazione per Napoli.
Un recente sondaggio ha certificato che il 73 per cento dei romani è insoddisfatto del sindaco Raggi e non la vorrebbe più. Anche la popolarità di De Magistris ha subito un forte ridimensionamento. Entrambe si erano presentati come il rinnovamento ma poi il pane duro della quotidianità amministrativa ha presentato il conto. Poco è cambiato e molto peggiorato.
Ho sempre pensato che se uno ha un nemico deve mandarlo a fare il sindaco di Roma e Napoli per i problemi che, da tempo, attanagliano le due città.
Per cercare di migliorare un po' le cose bisognerebbe fare un lavoro oscuro puntando sulla competenza e sulla professionalità senza stare troppo a guardare il consenso spicciolo. Caratteristiche che né Raggi né De Magitris hanno mai dimostrato.

Federico Monga

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