mercoledì 29 maggio 2019

Un inedito pendant di Giacinto Diano

tav.1 - Giacinto Diano - Natività - 152 x230 - Napoli collezione privata



La coppia di  dipinti in esame, entrambi di soggetto sacro e di notevoli dimensioni, raffigurano il primo una Natività (fig.1) ed il secondo un’Adorazione dei Magi (fig.2) ed appartengono da tempo ad una importante collezione napoletana.  
I due quadri rappresentano a nostro parere un’opera giovanile dell’artista e vanno collocati cronologicamente in quella fase della sua attività legata alla rigida osservanza dei moduli demuriani, contrassegnata da una grazia lineare e da un’eleganza formale che, fuse armonicamente, permisero all’artista di realizzare un felice compromesso tra le esperienze locali e le più recenti innovazioni in chiave neoclassica.     
Nelle due tele si può apprezzare un ampliamento dell’orizzonte spaziale e prospettico, accoppiato a stesure calde e rassicuranti. Lo schema compositivo si ispira alla lezione del Solimena ed anche del De Mura, con non sopiti echi dello scintillante barocco giordanesco, ben leggibili nelle gamme chiare di colore, che danno luogo ad un gradevole effetto pittorico di atmosfera quieta e serena, nel pieno rispetto delle inderogabili esigenze di grazia e di devozione.       
Dopo aver descritto, anche se brevemente le due opere vogliamo ora fornire al lettore qualche notizia sull’autore: Giacinto Diano (Pozzuoli 1731 – Napoli 1804) che abitò nella città natale fino al maggio dei 1752 quando iniziò il suo discepolato  presso la bottega di Francesco De Mura (Napoli 1696-1782), che influenzò le sue opere giovanili,  come attestano molti suoi lavori.
Napoli allora viveva un periodo di grande splendore artistico e culturale per la presenza dell'illuminato re Carlo III di Borbone.  
Negli anni Sessanta, dopo un probabile soggiorno a Roma e i contatti con il classicismo di Pompeo Batoni, il suo linguaggio si arricchisce di una preziosità materica sui modi di Corrado Giaquinto.  Soprannominato o' Puzzulaniello, riuscì in breve tempo a conquistarsi un posto di rilievo nel panorama artistico del suo tempo, infatti, nel 1773 ottenne la nomina di professore di Disegno e maestro di Pittura nella Reale Accademia di Belle Arti, rimanendovi fino al 1782.   
Diano, considerato da Raffaello Causa «la maggiore delle personalità napoletane della seconda metà del secolo», vanta una ricca produzione artistica, sparsa in diverse località del meridione d'Italia e a Napoli in molte chiese.      
Ha lasciato numerose opere anche nella sua città natale: nel Duomo, nella cappella del Seminario vescovile, in Santa Maria delle Grazie. Quelle più importanti sono le tele eseguite tra il 1758 e il 1760, per la settecentesca chiesa di San Raffaele Arcangelo, trasportate a Napoli, con altre sue opere, durante il bradisismo del 1983-84 ed oggi ritornate in loco.    
Lavora anche ad Ischia, che apparteneva alla diocesi di Pozzuoli, dove realizza uno spettacolare dipinto  conservato ad Ischia Porto nella Cattedrale.  
Gli ultimi anni della sua attività furono caratterizzati dalla definizione di impianti compositivi caratterizzati da una fluida luminosità ed una saggia disposizione delle figure. E facendo nostre le parole di Nicola Spinosa, massimo esperto dell’artista, potremmo continuare affermando che a questo momento di felice contemperamento dei modi derivati in gioventù da esempi del De Mura con istanze espresse dall’architettura vanvitelliana, che oltretutto si arricchiva dall’uso proprio del Giaquinto di materie cromatiche preziose e brillanti, appartengono quelle opere che sono il risultato più interessante di un singolare tentativo di conciliare le esigenze decorative del primo Settecento con le tendenze recenti della cultura figurativa d’ambiente romano.

Achille della Ragione


tav.2 - Giacinto Diano - Adorazione dei Magi - 152 x230 - Napoli collezione privata

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