il Roma - Il Giornale di Napoli: lunedì 20 agosto 2018 pag.33 |
DI VALENTINA CAPUANO
Il saggio di Achille Della Ragione riprende e amplia una serie di falsità già denunciate da Benedetto Croce e Matilde Serao
“La vera storia di Napoli è piena di errori madornali, tramandati anche da studiosi celebri come Benedetto Croce e Matilde Serao. Metterli in risalto non può essere considerato un atto di lesa maestà”.
A dichiararlo è Achille Della Ragione, autore di “Errori e bugie sulla storia di Napoli” (edizioni napoletane arte) e di innumerevoli altri volumi , come le trilogie “Scritti sulla pittura del ’600 e del 700 napoletano” e “Napoletanità, arte, miti e riti a Napoli”.
Il suo volume, corredato da significative e preziose illustrazioni dei luoghi e delle opere d’arte più rappresentative della nostra città e dei personaggi più rilevanti, ripercorre la storia di Napoli attraverso un prezioso lavoro di ricerca svolto frequentando archivi storici o attingendo a fonti meno note, ma ritenute attendibili, quelle di alcuni colleghi napoletanisti.
Ed ecco che, dopo un lavoro accurato, durato circa tre anni, l’autore svela al lettore molti aspetti inediti della storia di Napoli, segnalando, doverosamente, alcuni eclatanti falsi storici.
Tra questi, uno dei più singolari è quello legato alla storia della sfogliatella, dolce partenopeo conosciuto nelle sue tre declinazioni: liscia, frolla e santa rosa. Il dolce, molto diffuso già dal 600’, come attestano molti documenti d’archivio e immagini pittoriche, si è creduto fosse nato in ambito monastico, e più precisamente in un convento di Conca dei marini, sulla costiera amalfitana, tra il quindicesimo ed il sedicesimo secolo, laddove, invece, attraverso alcuni documenti in lingua latina è stato possibile retrodatare l'invenzione invenzione a circa 2000 anni fa.
Abbastanza piccante e fantasiosa la storia riportata dall’autore: pare che la sfogliatella riccia, con la sua forma triangolare ed il delizioso ripieno, evocativa del sesso femminile, fosse offerto a virili giovani impegnati in riti pagani che si svolgevano all’interno della grotta di Piedigrotta, all’interno della quale si svolgeva in settembre il culto della Vergine genitrice. Riti di fecondità, quindi, che coinvolgevano, ipotizza l’autore, alcuni sacerdoti ai quali giovani donne offrivano queste prelibatezze per corroborarne la virilità.
Ma sono altri gli argomenti che appassionano, evidentemente l’autore che si reputa, un appassionato meridionalista, ma al tempo stesso fieramente impegnato nella divulgazione della storia, anche più recente di Napoli.
Ad esempio non nasconde, ma anzi difende strenuamente l’operato politico ed amministrativo dell’armatore Achille Lauro, per decenni accusato, ingiustamente, del “sacco edilizio“ di Napoli.
Ma a smentire questa teoria infondata e di parte basterebbe, a suo dire, solo osservare un quadro: la celebre “Tavola Strozzi”, ubicata nel museo di Capodimonte, dalla quale si evince un’urbanizzazione selvaggia che risale, evidentemente ad epoche anteriori. Le sue argomentazioni a riguardo (contenute anche nel suo volume “Achille Lauro Superstar”) partono da una conoscenza precisa e dettagliata delle leggi e dei piani regolatori della città, dalla quale giunge alla conclusione che non sia difficile imputare a circa 2000 anni fa.
Imputare la speculazione edilizia e la cementificazione selvaggia alla criminalità organizzata e ai politici collusi, oltre che ad una storia pregressa, una storica tendenza che parte dal lontano '500 e da Pedro de Toledo, a costruire in verticale.
Bugie e falsità non risparmiano neanche la storia dell’alimento più famoso a Napoli: la pizza margherita, così denominata, secondo la storia ufficiale perché sarebbe stata creata ed offerta , per la prima volta alla regina Margherita di Savoia.La sovrana, narra la leggenda , avrebbe particolarmente gradito questa
nuova tipologia di pizza, offertagli, secondo la fonti, nel 1889 da Raffaele Esposito, pizzaiolo della pizzeria Brandi. Tuttavia, questa storia molto diffusa è stata smentita da un noto napoletanista, Angelo Forgione. Da fonti certe, come ad esempio un testo del filologo Emanuele Rocco del 1849 e da un altro volume risalente addirittura al 1830 (“Napoli contorni e dintorni”) si evince che la pizza Margherita già esisteva ed era accuratamente descritta così come la conosciamo oggi.
Ma l’orgoglio meridionalista di Achille Della Ragione, ben lungi dal sottolineare con consueto vittimismo le avverse sorti dei meridionali schiacciati dal Nord, evidenzia i primati del sud, spesso poco noti, come la nascita del Futurismo nel 1909, che avvenne a Napoli dove il Manifesto di Marinetti fu pubblicato sul periodico “La tavola rotonda” (per poi essere ufficializzato il 29 aprile del 1910 al Mercadante di Napoli), o la scoperta della penicillina, che erroneamente venne attribuita Fleming (e che gli permise di vincere il Nobel nel 1945), laddove è attribuibile al giovane Vincenzo Tiberio, giovane studente di medicina che già nel 1895 aveva testato l’efficacia della stessa senza ottenere alcun riconoscimento.
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