martedì 3 aprile 2018

Non darla vinta al consumismo

Il Mattino 3 aprile 2018

C'è voglia spasmodica di viaggiare e visitare paesi lontani e possibilmente caldi, senza conoscere la loro precisa localizzazione geografica.  Decine di milioni di persone in delirio si recano al Louvre o nei Musei Vaticani senza capire ciò che vedono. Per oltre cinquanta anni, banchieri, politici, economisti e intellettuali, hanno cercato di far credere che il progresso e il benessere fossero in crescita continua, senza però occuparsi dell'esaurimento delle risorse e del disastro ambientale.
Oggi siamo sommersi dagli oggetti che straripano da armadi e cassetti e da un desiderio incessante di riempine di nuovi. Abbiamo smarrito il senso delle cose che ci circondano.
Dobbiamo recuperare invece le virtù della civiltà contadina: la sobrietà, la parsimonia, il risparmio.
Non vi è altra strada da percorrere per l'Occidente e per il mondo. La catastrofe ambientale è imminente, ne respiriamo da tempo i miasmi e fra poco sentiremo squillare le trombe di Gerico che annunziano l'Apocalisse.
Sarà uno spettacolo davvero imbarazzante e non riguarderà i nostri figli o nipoti, ma la nostra generazione.

Achille della Ragione


Si sono invertiti la logica e il sentimento, giacché si amano le cose e si usano le persone, si svuotano i granai e si colmano le discariche.
Il consumo ci sta consumando la vita e impoverendo i desideri. L'invidia per i vicini cresce e spinge alla cassa. Perfino i poveri cedono alle lusinghe e s'indebitano.
Papa Wojtyla l'aveva previsto: «Non passate dalla schiavitù del comunismo a quella del consumismo».
Papa Francesco, meno politico solo in apparenza, ha detto: «Il consumismo ci ha indotto ad abituarci allo spreco. ma il cibo che si butta via è come se fosse rubato ai poveri ed affamati» .


Pietro Gargano

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