martedì 24 ottobre 2017

Villa San Michele, un luogo magico tra cielo e mare

fig. 1 - Panorama

Questa mitica villa a strapiombo sulla roccia calcarea è rivolta al cielo sempre blu ed al mitico mare di Capri (fig.1). E' senza alcun dubbio un esempio vivente della realizzazione del sogno di colui che l’ha voluta realizzare.
Dal punto di vista estetico questa dimora rappresenta il top ed ogni oggetto, colonna, giardino è stato curato e scelto nei minimi dettagli.
Diceva Axel Munthe (fig.2):” La mia casa deve essere aperta al sole e al vento e alle voci del mare, come un tempio greco e luce, luce, luce ovunque!!!
Egli giunse a Capri per ragioni di salute dopo aver soggiornato a Mentone. Fu rapito dalla bellezza mediterranea dei luoghi e decise che il suo amore per la bellissima isola sarebbe stato eterno.           
 Il medico svedese scelse il punto più panoramico di Capri per costruire la sua villa: il versante nord-orientale di Anacapri, a 327 metri di altezza sul livello del mare, dove un tempo sorgeva una villa imperiale romana e una cappella medievale dedicata a San Michele (fig.3). 
 
 
fig. 2 - Axel Munthe
fig. 3 - Scala di accesso

 Munthe si dedicò per gran parte della sua vita alla costruzione della villa e del giardino. All'epoca i giardini di Capri erano pieni di reperti delle ville romane che affioravano dal terreno, i contadini la chiamavano "roba di Tibberio" e la regalavano spontaneamente al medico che la andava ad aggiungere alla sua collezione di reperti di epoca romana, etrusca ed egizia raccolti durante i suoi viaggi.   
Tra i principali oggetti che è possibile ammirare a Villa San Michele si trovano la testa di Medusa che adornava il tempio di Venere a Roma, oggetti di arte sacra medievale, mobili settecenteschi provenienti dalla Toscana, affreschi e sculture romane come il busto in marmo dell'Imperatore Tiberio, il tavolo con lastra marmorea in stile cosmatesco, il lampadario siciliano in ferro battuto e la sfinge egizia (fig.4). Quest'ultima è diventata quasi un simbolo della dimora di Axel Munthe e si trova su uno dei punti più panoramici di tutta Villa San Michele. Si dice che poggiando la mano sinistra sulla Sfinge ed esprimendo un desiderio mentre si guarda il mare di Capri, questo desiderio si avvererà.
 Nel giardino si può ammirare una serie di piante caratteristiche della flora mediterranea - come le camelie, le ortensie, splendidi cespugli di rose, i pini e i cipressi - circondate da un tipico colonnato bianco con pergolato (fig.5), uno dei tratti caratteristici delle ville locali. Inoltre, nel giardino si gode di una straordinaria vista del golfo di Napoli.  
 
     
fig. 4 - Sfinge egizia
fig. 5 - Colonnato bianco con pergolato

La storia della costruzione della Villa verrà poi raccontato da Munthe nel famoso libro “ La Storia di San Michele”(fig. 6) nel 1929, un best seller entrato nella classifica dei libri più tradotti al mondo, inducendo i grandi viaggiatori di tutto il mondo a visitare questo luogo di infinita bellezza. Hanno varcato il suo ingresso personaggi del calibro di Oscar Wilde, Henry James, il Kaiser Guglielmo II, il conte Zeppelin disegnatore di aerei, l’imperatrice Eugenia moglie di Napoleone III, la zarina Alessandra di Russia e la regina Vittoria di Svezia.                                                          
Il medico e scrittore svedese scopre l’isola in una foto in bianco e nero dai contorni sbiaditi. Una cartolina di Marina Grande con la cortina di case affacciate sul mare e una decina di barche a riposo sulla battigia. In lontananza la sagoma di qualche giovane donna del posto.
È amore a prima vista. Quel paesaggio genuino e sospeso nel tempo entra sotto la sua pelle, stampato a fuoco come un tatuaggio. Da quel momento Capri per Axel Munthe sarà un’ossessione che placherà anni dopo.  
fig. 6 - Libro "La Storia di San Michele"

 Ma raccontiamo la storia dall’inizio: Axel Munthe nasce nel 1857 e arriva per la prima volta a Capri a 18 anni. L’isola, con la sua vegetazione rigogliosa, colori vivaci e panorami protesi verso il blu, rappresenta per l’intellettuale un’oasi, un luogo dove l’anima smette di essere in tumulto, quasi canta inebriata. Durante quella visita prende una decisione: sarebbe ritornato per vivere e abitare la bellezza ogni giorno della sua vita. È una promessa a se stesso più che una decisione.
 Così gli anni passano, Munthe si laurea in medicina. Nel 1884 si avvicina un po’ di più Capri, si reca a Napoli per soccorrere la popolazione colpita dal colera. Nel 1885 tocca di nuovo le coste capresi e trova il posto ideale in cui stabilirsi: Anacapri.             
 In un lembo di terra, sui resti di una cappella dedicata a San Michele, Axel Munthe trova la giusta luce e dà inizio ai lavori per realizzare la sua dimora. Segue degli schizzi fatti su una parete, la casa dei sogni è già scolpita nella sua mente. Deve solo aspettare che diventi realtà. Ecco le sue parole tratte dal suo libro Storia di San Michele: “Non c’era altro che un rozzo schizzo disegnato da me con un pezzo di carbone sul muro bianco del giardino”.                           
Durante le varie fasi della costruzione, nel vigneto vicino, vengono alla luce diversi reperti romani e da questi ritrovamenti prendono forma una leggenda e un’idea. Sembra che la residenza di Axel Munthe sorga sulle rovine di una delle dodici ville dell’imperatore Tiberio di cui però si sono perse le tracce. In seguito a questa ipotesi il medico svedese trasforma la sua abitazione in una casa museo.    
Villa San Michele ospita oggetti storici che il proprietario scovava sull’isola e nei suoi viaggi in giro per il mondo. Ci sono manufatti risalenti all’epoca romana, ma anche etrusca ed egizi (fig.7).  
Ai primi del Novecento Munthe esaudisce il suo desiderio, Villa San Michele è pronta per aprire le porte al suo proprietario. L’edificio svetta sul centro di Capri e domina il Golfo di Napoli.                                                                               
La casa si sviluppa su più livelli e non ha uno stile definito. Segue il gusto eclettico del suo possessore. Gli ambienti custodiscono opere d’arte e riflettono la passione per l’archeologia dello scrittore. Nello studio, ad esempio,  si trova la testa di Medusa, mentre nella camera da letto un baldacchino in ferro battuto, una meraviglia del Rinascimento.                             
 Nella sala da pranzo vi sono le collezioni di utensili in stagno e in rame del Settecento svedese e del Cinquecento lombardo. In cucina, invece, sul pavimento si  trova il mosaico di uno scheletro che beve acqua e vino. Dopo, in un susseguirsi di pergole e colonne si giunge al belvedere che affaccia sul Mediterraneo.  
L’azzurro infinito  riempie la vista. Si riesce ad udire la melodia sirene cantate da Omero. Qui, indomita, c’è la Sfinge in granito che guarda verso l’orizzonte e protegge l’isola di Capri. 
Axel Munthe non vive per sempre a Villa San Michele. Una malattia agli occhi lo costringe a trasferirsi in un posto meno luminoso: Torre Materita sempre ad Anacapri. In ogni caso, trascorre sull’isola più di 56 anni. Muore a Stoccolma nel 1949.  
Il giardino di Villa San Michele è tra i più belli del mondo ed è uno dei punti di maggiore attrazione. In principio era un vigneto ricco di uva e alberi da frutto. Il terreno fertile, tuttavia, ha fatto da cornice un vero e proprio capolavoro della botanica.                        
 Il primo passo è il pergolato, l’intellettuale svedese lo descrive in questo modo: “Era già coperto da viti appena piantate e rose, il caprifoglio e l’epomea si arrampicavano sulla lunga fila di bianche colonne”. Poi, germogliano i cipressi che costeggiano il viale in direzione della cappella.   
Ma c’è dell’altro. Altri colori, altri profumi con fioriture che si alternano tutto l’anno: piante della flora mediterranea, gelsomini glicini, azalee, tulipani, viole, ortensie magnolie. A dare un po’ di frescura si trovano pini, palme e cedri.                  
Nel giardino sboccia la Betula pendula. Questo fiore ricorda la Svezia, il paese natale di Axel Munthe. Ad attirare l’attenzione c’è anche la Kochia Saxicola che cresce a Capri e si è estinta in altre parti del mondo.
Anche il giardino è popolato da opere d’arte: una copia del putto con delfino di Andrea del Verrocchio (fig.8) del 1470, un sarcofago greco, una maschera di Medusa del IV secolo, che l’intellettuale narrerà di aver visto nei fondali dall’alto della villa, un frammento di una statua di Diana. Infine, durante la sistemazione del giardino Munthe trova un busto in marmo di Tiberio.
Attualmente, la dimora è una casa museo aperta al pubblico ed è stata lasciata in eredità allo Stato svedese. È gestita dalla fondazione San Michele che organizza eventi culturali, teatrali e musicali.
 
fig. 7 - Manufatti risalenti all'epoca romana, etrusca ed egizia

fig. 8 - Copia del putto con delfino di Andrea del Verrocchio

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