lunedì 10 giugno 2024

Una lavanda dei piedi di Francesco Fracanzano


fig.1 - Francesco Fracanzano
- Lavanda dei piedi (50x75cm) -
Napoli collezione privata 

Il dipinto che presentiamo ai nostri lettori, appartenente ad una celebre collezione napoletana, raffigura una Lavanda dei piedi (fig.1) ed abbiamo incontrato una certa difficoltà a stabilire l'autore, poi un esame accurato di alcuni dettagli (fig.3) presenti in altri quadri certi del pittore ci ha tolto ogni dubbio: Francesco Fracanzano.

La Chiesa vede nel gesto della lavanda dei piedi un simbolo dell'amore di Dio. Il gesto riassume tutta la vita di Gesù, il quale "non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la Propria vita in riscatto per molti". Lavarsi i piedi gli uni con gli altri significa per i cristiani fare memoria dell'amore che Gesù ha avuto per i suoi discepoli. La Chiesa cattolica rivive il gesto della lavanda dei piedi durante la liturgia del Giovedì santo, nella Messa in Cena Domini. Nel gesto della lavanda dei piedi Cristo si mostra Servus servorum Dei, vale a dire "servitore fra i servitori di Dio". A Giovanni Battista, che Gesù avrebbe poi definito il più grande fra i nati di donna (Matteo 11:11), ma che non era chiamato da Cristo a far parte dei Dodici per battezzare in acqua e Spirito Santo, fu riservato il privilegio del Battesimo di Gesù in sola acqua. Se il più grande uomo mai vissuto ritenne di non essere degno di legare i lacci dei sandali di Cristo, Dio stesso invece ritenne di dover fare ancora di più del gesto del Battista, lavando i piedi dei Dodici, a partire proprio da Cefa che di lì a poco lo avrebbe rinnegato per tre volte. Servitore dei servitori di Dio è appunto un titolo che spetta ai successori di Pietro, l'apostolo al quale Gesù rese per primo testimonianza.

Il dipinto è impregnato da un potente naturalismo nella descrizione dei tratti somatici, indagati con severità nei solchi delle rughe, in linea con la lezione del Ribera, anche se il volto, intenso e vigoroso, dei personaggi raffigurati comincia a rivelare i nuovi valori cromatici, sconosciuti nella produzione giovanile del pittore, per cui la collocazione cronologica dell’opera va posta nel corso del quinto decennio del secolo, quando il rigore naturalistico comincia a cedere alle lusinghe di una tavolozza tenera e raffinata.

Il De Dominici accenna all’attività del Fracanzano nella bottega del Ribera: "il maestro molto lo adoperava nelle molte richieste di sue pitture... mezze figure di santi e di filosofi". Nessuno di questi quadri, attribuibili con un buon margine di certezza alla sua mano, è firmato o datato, probabilmente perché spesso dovevano passare per autografi del maestro e ad avvalorare questa ipotesi ci soccorrono di nuovo le parole del biografo "il Maestro molto lo adoperava nelle molte richieste di sue pitture e massimamente per quelle che dovevano essere mandate altrove, ed in paesi stranieri... egli è così simile all’opera del Ribera che bisogna sia molto pratico di lor maniera chi vuol conoscerlo... nell’esprimere la languidezza delle membra, nella decrepità dei suo vecchi". Forniamo ora dei cenni della biografia del pittore, invitando chi volesse approfondire l’argomento e visionare circa 150 foto a colori dell’artista a consultare la mia monografia (fig.2) "Francesco Fracanzano opera completa", digitando il link  

http://www.guidecampania.com/dellaragione/articolo82/articolo.htm

fig.2 - Copertina della monografia

Figlio del pittore Alessandro e fratello di Cesare, Francesco Fracanzano, nel 1622, si trasferisce a Napoli per entrare nella bottega del Ribera. Fu successivamente maestro di Salvator Rosa, quest'ultimo fratello di Giovanna, nonché sua moglie.        

Per un certo periodo le sue attività sono state condivise con il cognato Salvator Rosa e con Aniello Falcone, specializzato in scene di battaglia. Di stampo caravaggista, la sua pittura fu inizialmente accostata alla scuola dello Spagnoletto e più in particolare a quella del Maestro dell'Annuncio ai pastori. Col tempo poi, la sua arte si è allontanata dall'influenza tenebrista per assumere stili più luminosi e chiari. I capolavori del Fracanzano sono riconosciuti su tutti nelle due tele con Storie della vita di San Gregorio Armeno del 1635 nella chiesa di San Gregorio Armeno a Napoli. Il figlio, Michelangelo, fu anch'egli pittore; tuttavia non riuscì mai ad eguagliare il successo del padre.

Achille della Ragione  

fig.3 - Francesco Fracanzano -
Lavanda dei piedi (dettaglio)
Napoli collezione privata

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